AI SINDACATI DI BASE
ALLA FIOM – CGIL (firmatarie dell’appello)
Alle delegate, alle operaie a tutte le lavoratrici
E ORA SCIOPERO DELLE DONNE! Il 25 Novembre
Le assemblee
delle donne svoltesi a Roma in piazza S. Giovanni nelle due giornate di
manifestazioni del 18 e 19 ottobre – a cui hanno partecipato tante
lavoratrici, operaie di fabbrica, delegate, precarie, studentesse, donne
impegnate nei movimenti, come No Muos, nei coordinamenti precarie
scuola, compagne di associazioni di sostegno alle donne, ecc., di varie
città, dal sud al nord, tra cui Roma, Bologna, Ferrara, l’Aquila,
Taranto, Pavia, Modena, Brescia, Palermo, Lecce, Milano, Latina, Nocera,
ecc., circa un centinaio - rivolgono a tutti i sindacati di base, e principalmente ai sindacati che hanno promosso, partecipato allo sciopero e manifestazione del 18 ottobre, alla Fiom e alla Cgil che
hanno sottoscritto e dato l’adesione all’appello per lo sciopero delle
donne di alcune giornaliste: “Le parole che vogliamo”, un forte invito e
la richiesta di appoggiare lo sciopero delle donne, e di proclamare
il 25 novembre a livello nazionale e in tutte le realtà lavorative, sia
private che pubbliche, una giornata di sciopero di 24 ore di tutte le
lavoratrici.
Questo
sciopero, volutamente deciso nella giornata del 25 novembre proclamata
dall’ONU giornata internazionale contro le violenze sulle donne, parte
dalla questione più tragica che colpisce le donne, i femminicidi (1
donna viene uccisa ogni 3 giorni) e gli stupri – per cui non basta
affatto ed è anche controproducente il recente decreto varato dal
governo che puntando solo sull’aspetto della repressione/controllo
rischia di ritorcersi, in termini di normalizzazione, delega, contro le
donne considerate “vittime” e non protagoniste principali di questa
battaglia, una legge, quindi, che rischia di tradursi non in più libertà
ma in meno libertà per le donne – ma inevitabilmente investe l’intera
condizione delle donne – in allegato riportiamo una proposta di piattaforma.
E noi con lo
sciopero vogliamo porre il legame tra le due cose, perchè la stessa
violenza contro le donne è frutto e viene alimentata dalla nostra
condizione generale in questo sistema sociale.
Le ragioni
di questo sciopero sono nelle nostre realtà quotidiane di lavoro: nella
nostra permanenza e peggioramento dei lavori precari, sottopagati,
sempre a rischio di essere cacciate, in cui si arriva alla oscenità di
proporre al sud – come alle lavoratrici delle pulizie delle scuole –
contratti di 45 minuti di lavoro al giorno e 150 euro al mese; nei
licenziamenti in aumento dalle grandi fabbriche alle piccole, tra le
lavoratrici precarie nei call center come nei centri commerciali;
dall’innalzamento dell’età pensionabile che non riconosce il nostro
doppio lavoro di almeno 60 ore settimanali, alla leggi sulla scuola che
ci colpiscono doppiamente sia come lavoratrici che come madri e negano
un presente e impongono già un futuro segnato alle studentesse; dalle
illegali dimissioni in bianco per “liberarsi” di donne in maternità,
alle vecchie e nuove nuove discriminazioni che vogliono far tornare
indietro le donne; alla pesante condizione a nero e razzista delle tante
donne immigrate…
Sono nel
clima sempre più oppressivo, ricattatorio, che spesso per noi donne ha
il drammatico volto del mobbing, delle molestie sessuali, fino a
violenze sessuali da parte di padroni, capi, ecc.
Sono nel
peggioramento delle nostre condizioni di vita: nei tagli dei servizi
sociali che vengono scaricati su di noi, con aumento del lavoro di cura,
con il rinchiuderci di più in casa al servizio della famiglia (che ci
uccide); nel toglierci quel minimo di indipendenza che costituisce il
lavoro esterno, ecc.
Rispetto a
questo, sono le donne proletarie, le operaie, le lavoratrici, che
costituiscono la maggioranza delle donne, quelle che subiscono non una
ma tutte le catene e l’intreccio tra attacchi di classe e attacchi in
quanto donne, ma anche quelle che più vogliono dire basta, ribellarsi,
grazie anche alla forza che l’unità, lo stare insieme come lavoratrici
ci dà.
Per questo vogliamo fare delle fabbriche, delle realtà lavorative il cuore di questa lotta.
Per questo abbiamo deciso la forma dello SCIOPERO in cui le donne lavoratrici siano soggetto collettivo attivo. Lo sciopero come forma più militante, ma anche altamente sociale, politica.
Per questo abbiamo deciso la forma dello SCIOPERO in cui le donne lavoratrici siano soggetto collettivo attivo. Lo sciopero come forma più militante, ma anche altamente sociale, politica.
Esso è una novità
nel panorama del nostro paese. Vogliamo che lo ”sciopero delle donne”
sia non solo un’azione di testimonianza individuale e non tanto
simbolica di 15 minuti, ma una giornata di effettiva rottura, che pesi
sui luoghi di lavoro e si faccia concretamente sentire nel paese: “provate voi a stare anche solo un giorno senza le donne”.
Come è stato
detto nelle assemblee del 18/19 le donne la crisi la pagano per prime;
sui posti di lavoro, in fabbrica, ritornano sempre più spesso i ricatti
sessuali, insieme a discriminazioni, precarietà lavorativa e salariale,
razzismo verso le immigrate, Ma non solo le lavoratrici, tutte le donne
devono fermarsi quel giorno, anche le studentesse, le casalinghe.
Nelle
assemblee le lavoratrici hanno posto la necessità della indizione dello
sciopero nei luoghi di lavoro, perchè, o pochi minuti o l’intera
giornata, senza proclamazione sindacale dello sciopero, soprattutto per
il clima pensante di ricatto e attacco che c’è, si rischia, e tante pur
volendo sarebbero costrette a non fare lo sciopero.
Per questo vi chiediamo di indire in ogni posto di lavoro, in ogni settore lo sciopero per l’intera giornata del 25 novembre.
Ai sindacati di base, all’intero movimento sindacale,
diciamo che la battaglia sulla condizione delle donne/lavoratrici non
deve essere ridotta a un punto di piattaforme sindacali o vista solo
interna alle mobilitazioni generali. La condizione delle donne, la
nostra doppia lotta che inevitabilmente intreccia questioni che
riguardano l’intera classe dei lavoratori e questioni di genere, più
complessive, deve essere questione di principio che trasforma lo stesso
movimento sindacale e arricchisce e trasforma gli stessi lavoratori.
Alla Fiom, all’assemblea delle donne metalmeccaniche, alla Cgil facciamo appello perchè sullo “sciopero delle donne” si passi dalla parole, dalle firme su un appello ai fatti, ad osare,
PERCHE’ LE DONNE, LE LAVORATRICI LO CHIEDONO E LO VOGLIONO!!
Le lavoratrici, delegate, precarie, disoccupate dell’assemblea delle donne del 18/19 ottobre
Per contatti, comunicazioni: Anchioscioperodonne@inventati.org – tel. 3475301704
vedi sito dello Sciopero delle donne: www.scioperodelledonne.it
24.10.13
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