Sit-in di solidarietà, denuncia e lotta
Martedì 11 giugno ore 16,30 Via G. Magliocco (angolo via
Ruggero Settimo) Palermo
Il prossimo Martedì 11 giugno inizierà il processo contro
l'assassino di Carmela Petrucci, una ragazza di soli 18 anni che per difendere
la sorella Lucia, di un anno più giovane, dall'ex fidanzato violento e
persecutore, ha perso la vita in una violenta colluttazione nella portineria di
casa in cui le due giovani, che ritornavano da scuola, hanno cercato
coraggiosamente di pararsi dalle continue coltellate dell'assassino.
Carmela è morta mentre la sorella gravemente ferita, dopo
diversi giorni di ricovero in ospedale, si è salvata.
Alla luce di tale efferatezza, violenza, oggi la giustizia
italiana potrebbe dare la possibilità al colpevole di un giudizio con rito
abbreviato e con conseguente sconto di pena.
Questo femminicidio è avvenuto a Palermo ma dal nord al sud,
quasi ogni giorno la vita di una donna viene distrutta, violentata, infine
stroncata.
Il comune denominatore è quell'odio sessista, maschilista,
reazionario degli uomini contro le donne che vorrebbero riscattare la propria
vita, che decidono di liberarsi da situazioni difficili, pesanti, vedi i
molteplici casi di donne incatenate da mariti, fidanzati, compagni "padre
padroni"per i quali sono solo un possesso, una proprietà che non devono
avere il diritto di ribellarsi.
Ma uomini che odiano le donne sono anche quelli che
giustificano la violenza sessuale e fisica con la scusante
dell'"abbigliamento provocante" , odio dei padri contro le figlie,
odio dei padroni contro le lavoratrici che spesso subiscono discriminazioni e
intimidazioni...
Gli uomini che odiano le donne sono impregnati di
quell'humus maschilista e reazionario portato su un piatto d'argento da questa
società in cui i governi, lo Stato con le loro politiche antiproletarie e
antipopolari se attaccano in generale le masse popolari, doppiamente attaccano
la maggioranza delle donne, uno Stato borghese la cui giustizia è quella che,
al processo contro l'uccisore di Carmela Petrucci come successo anche in altri
casi, permette la possibilità del rito abbreviato.
La vita di una donna in questo sistema non ha nessuna
valenza, se non quella che questo sistema vuole imporre o "angelo del
focolare" o appagatrice di desideri carnali e sessuali.
Per questo, come per tutte le altre donne uccise, ferite,violentate
Martedì 11 giugno, esprimeremo ancora una volta solidarietà e denuncia
scendendo in piazza con Carmela nel cuore, ma urleremo che in questa gravissima
situazione di guerra contro le donne non si può continuare a far finta di
niente, non si può continuare a non fare niente!
Collegandoci all'appello che a livello nazionale è stato
lanciato dalle compagne Luigia e Concetta per una mobilitaziona a Roma il 6
luglio, diremo con forza che
"...Nessun governo, tantomeno questo, può “difendere le
donne con la sua task force” come afferma Alfano, il delfino di Berlusconi,
calpestatore della dignità delle donne. Nessun appello al governo, come pure
quello di “ferite a morte”, per la convocazione degli Stati generali contro la
violenza sulle donne, può fare arretrare la guerra alle donne, senza la guerra
delle donne.
Ci vuole una mobilitazione nazionale delle donne, una
risposta doverosa, urgente e ineludibile. Una risposta autonoma del movimento delle
donne, fuori e contro l'azione che il nuovo governo dice di voler fare.
Le donne non vogliono e non possono fidarsi e delegare al
governo e allo Stato!
Uno Stato, che sempre più fa una giustizia pro-stupratori
(vedi i recenti processi per gli stupri di “Marinella” a Montalto di Castro e
di “Rosa” a L’Aquila, nonché la rimessa in libertà, dopo un anno,
dell’assassino reo-confesso di Tiziana Olivieri, per scadenza dei termini di
custodia cautelare, ecc.) e ha forze dell'ordine strutturalmente impregnate di
maschilismo, fascismo e sessismo, non può difendere le donne! Un governo che
continuerà ad attaccare le condizioni di vita e di lavoro della maggioranza
delle donne, non può difendere dai femminicidi e dagli stupri!
Siamo noi, parte offesa e ferita a morte da questa società,
che dobbiamo riprenderci la vita, con rabbia e determinazione. Siamo noi donne,
unite, che dobbiamo lottare per i nostri diritti e il nostro esistere, per
difenderci dagli uomini che odiano le donne!..."
La piena condanna di Samuele Caruso, il femminicida di
Carmela, è il minimo ma non basta! dobbiamo lavorare per scatenare la nostra
rabbia e ribellione in una forte lotta , per scendere in piazza tutte e
rivendicare la nostra autodeterminazione e che non accettiamo più di essere subalterne,
mobilitarsi è necessario, al di là dei partiti ufficiali e istituzioni che non
ci rappresentano, per difenderci dall'odio contro le donne, il frutto più
marcio di questa società maschilista e patriarcale che vogliamo distruggere!
INVITIAMO TUTTE A PARTECIPARE
Sabina
per le compagne, donne del Movimento femminista proletario
rivoluzionario Palermo
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