Una grande folla ha
accompagnato Franca Rame nel suo ultimo viaggio. Migliaia di donne e
uomini, giovani e meno giovani, hanno salutato non per dirle
addio, ma per gridare Ciao, sei sempre con noi.
Occhi lucidi e cuori tristi. ma poi
tornare a sorridere e dire “no Franca non se ne andrà mai”. Un
fiore ROSSO troppo bello per sfiorire in una grigia mattina di
maggio. E tanti sono stati i toni di Rosso, il tuo colore preferito,
che tante donne hanno portato e tanti altri. Dalle sciarpe ai
fazzoletti; dagli ombrelli
alle magliette; ma anche i tappeti messi alle finestre. E tutti ad
intonare Bella Ciao come fosse un nuovo canto Partigiano e i giovani
che gridavano “Franca è viva e lotta insieme a noi, le nostre idee
non moriranno mai”. Unica nota stonata il saluto istituzionale del
sindaco Pisapia, troppo freddo e poco in linea con ciò che Franca è
realmente stata. Certo il cosiddetto
vento nuovo che doveva soffiare sapeva quà e là di vecchio di gente
schierata e inserita a difesa di questo sistema. A rimettere le
cose a posto le parole del figlio Jacopo. Con voce rotta dalla
commozione ma orgogliosa ha ripercorso la vita e l'impegno. Sempre al
fianco degli ultimi e di chi soffre, ma non
semplice amore cristiano, ma ora denuncia di questo sistema ora
ribellione contro il fascismoe contro questo stato. Jacopo ha
ricordato il tuo impegno infaticabile ai tempi del Soccorso Rosso in
giro per le carceri per denunciare le torture che subivano operai
studenti compagni, tutti uniti dal bi/sogno di rivoluzione di
cambiamento, nella stagione in cui le luride mani dei fascisti
mettevano le bombe e le istituzioni erano i mandanti.
Il figlio ha
detto che quel periodo è stato un G8/Genova 2001 ante litteram. E
questo impegno, quello che gli ripeteva sempre “non si può
rimanere in silenzio” “si deve fare” e il
sistema a cui come ha detto Jacopo, “rompevi i coglioni e in
più eri bella” ha messo in atto la più vigliacca delle violenze,
quella contro le donne. Ma Franca di estrazione cattolica hai combattuto
contro la vergogna ed hai trasformato il dolore le offese in denuncia
ed esempio e al servizio di tutte le donne. E il migliore omaggio è
stata la presenza di migliaia di donne di diverse generazioni e tutte
con qualcosa di rosso, dalle cui fila si sono alzate grida di schifo
per fascisti e carabinieri. Jacopo ha concluso ricordando quello che
gli diceva da piccolino “Dio c’è ed è Comunista” a cui lui ha
aggiunto “ed anche Donna”, e dire che questo sistema si
estinguerà come i dinosauri, concludendo “compagni li sconfiggeremo”.
La
piazza e i suoi familiari sono stati una cosa sola. Dario FO che ha
tenuto dentro il dolore e ha ripercorso il
rapporto personale ed artistico, con delicatezza e pudore, ma con
naturalezza come se le migliaia di presenti fossero tutti parenti
stretti, ammettendo per la prima volta che il testo di “Coppia
aperta quasi spalancata” l’aveva scritto Franca, come dire che
per voi il personale è stato politico. Poi in maniera semplice
ricordando un modo di dire in teatro “se hai soddisfatto i cuori e
le menti del pubblico, posso anche morire” DarioFo ha salutato infine
Franca
con un liberatorio CIAOOO!!!. Ma dopo l’urlo una richiesta è stata
fatta. Per la Banda degli Ottoni che ha accompagnato il corteo con Bella
Ciao – Sebben Che siamo Donne-Hasta Siempre è stato chiesto
di intonare l’Internazionale, ed è stato un coro unico.
Lo slogan Franca è viva e lotta insieme a noi è davvero una verità:
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