Info da Carlo Soricelli
Roberta Occhipinti è morta questa notte dopo aver terminato il suo turno di lavoro; è una delle oltre 100 donne che muoiono in itinere ogni anno.
1 settembre
Dall'opuscolo sulla condizione di (in)sicurezza delle lavoratrici
“...Negli infortuni in itinere la quota rappresentata dalle lavoratrici, è rilevante e pari esattamente al 46,1%. e le morti delle donne in questi infortuni vanno oltre il 50% dei decessi (contro il 22,3% tra gli uomini)” -
Come mai questo dato così alto? Questi infortuni denunciano la morte di lavoratrici, come braccianti, precarie che per arrivare sui posti di lavoro a volte devono viaggiare, spesso assiepate nei pulmini dei caporali o degli intermediari, mezzi spesso non a regola che vanno veloci per portare prima sul lavoro o dal lavoro.
Ma denunciano soprattutto la corsa che le donne devono fare per e da lavoro, per affrettarsi, già stanche e stressate, a fare l’altro lavoro, quello gratis in casa. Le donne, se hanno famiglia, vanno al lavoro dopo aver fatto a volte ore di lavoro prima per “mettere a posto la casa”, per preparare da mangiare, per i figli – vi sono lavoratrici che per andare a fare il primo turno lavorativo si alzano alle 4 di notte e fino alle 6 hanno già lavorato due ore e già comincia la stanchezza; lo stesso avviene al rientro dal posto di lavoro. E questo fa vivere le donne in una continua corsa, le costringe anche a uno sforzo mentale, dovendo pensare a più impegni, e la stanchezza si somma a tensione, nervosismo....


Nessun commento:
Posta un commento