Dal bellissimo e partecipato seminario tenutosi a Palermo nel giugno del 2015 in occasione del 20° anniversario del Mfpr, sono passati ben altri 10 anni! 10 anni in cui è avanzato quel percorso “non facile ma entusiasmante” che dal 1995 ci ha portato ad oggi, a 30 anni dalla fondazione del Movimento femminista proletario rivoluzionario.
10 anni di nuova esperienza, di altre e nuove lotte che si sono messe in campo in cui il nostro riferimento è sempre la maggioranza delle donne doppiamente oppresse da questa società capitalista e imperialista, le donne proletarie, le operaie, le lavoratrici, le precarie, le disoccupate, le immigrate, uno dei cuori della classe, così le giovani ribelli, le donne che lottano coerentemente in difesa di diritti basilari, così tutte le donne che nel mondo combattono contro questo sistema sociale che genera sfruttamento, oppressione, miseria, violenza sessuale, femminicidi, repressione, guerre, genocidi dei popoli, vedi oggi la Palestina.
In un paese imperialista come l'Italia la condizione delle donne si è aggravata ancor di più in questi anni non solo da un punto di vista economico, con provvedimenti governativi che hanno colpito e colpiscono sempre di più la condizione di lavoro/non lavoro delle donne, ma soprattutto da un punto di vista ideologico e politico che con il susseguirsi dei governi borghesi e in particolare oggi con l’attuale governo Meloni si è trasformato per le donne in un moderno medioevo che avanza, vedi le campagne ideologiche di stampo fascista sul ruolo delle donne vincolato alla procreazione dei figli, vedi il pressante attacco al diritto di aborto e all’autodeterminazione delle donne, vedi il grave estendersi della “guerra di bassa intensità” contro le donne con femminicidi, stupri e violenza in ogni forma degli “uomini che odiano le donne” che aumentano a livello di massa.
Una condizione di oppressione a 360 gradi che ha richiesto e richiede ogni giorno di più una risposta di lotta di noi donne a 360 gradi: poiché abbiamo doppie ragioni per ribellarci e lottare e dobbiamo prendere coscienza che la nostra lotta non può che essere rivoluzionaria, perché essa deve mettere in discussione sotto ogni piano e in ogni ambito questo sistema capitalista e imperialista che fa della doppia oppressione delle donne una delle sue basi-cardine.
E’ stato certamente necessario in questi anni fare lotte, che abbiamo direttamente organizzato e guidato, così sostenere attivamente battaglie giuste, per difendere diritti sempre più sotto attacco da questo sistema dei padroni come il diritto al lavoro per le donne, il diritto alla casa, ad una sanità pubblica, ad una scuola e servizi pubblici, per i consultori, i diritti delle donne immigrate, le lavoratrici non sono rimaste mai dietro un angolo nonostante la condizione di attacco padronale e dei governi e fasi alquanto difficili come quella della pandemia, hanno continuato a resistere e a lottare seppur a livelli differenti in questo paese, abbiamo messo in campo la denuncia e l’azione contro i femminicidi e la violenza, in difesa del diritto di aborto e della libertà di scelta delle donne, la solidarietà internazionalista verso le donne in lotta nel mondo e in particolare verso le lotte rivoluzionarie in cui il ruolo delle donne è parte integrante e determinante.
Abbiamo diretto lotte sindacali delle lavoratrici e organizzato gli importanti scioperi delle donne/lavoratrici dell’8 marzo con un’ampia piattaforma che negli anni, guardando alla condizione concreta delle donne in questo paese, ha toccato tutti gli aspetti di doppio sfruttamento e oppressione.
Ma questo lo abbiamo detto e fatto ponendo sempre la necessità strategica della prospettiva rivoluzionaria perché è proprio questa condizione generale di oppressione che da un lato mostra l’inconciliabilità della lotta delle donne, in primis proletarie, con il riformismo e dall’altro genera oggettivamente una marcia in più nella lotta delle donne, chiamate ad impugnare la lotta rivoluzionaria e ad avanzare per trasformarsi in una avanguardia di classe che possa porsi alla testa del movimento delle donne che in questo paese negli anni, soprattutto in determinate fasi, ha mostrato grandi numeri e reali potenzialità.
Ecco! non potevamo lasciare che questi nuovi 10 anni di esperienza e lotta, all’interno dell’analisi concreta della situazione concreta quale quella che viviamo in questo paese, restassero frammentati in una miriade di volantini, locandine, interventi, foto delle tante manifestazioni, iniziative, azioni, assemblee…
Ma proprio per rafforzare ed estendere il filo rosso che lega tutto il percorso storico del Mfpr e ci proietta oggi in avanti verso nuove sfide abbiamo prodotto diversi nuovi fogli dal 2015 ad oggi che oggi raccogliamo in un secondo quaderno/collana.
Sono fogli che contengono in modo vivo l’essenza della lotta a 360 gradi che è avanzata in questi 10 anni, da un lato vi sono i fatti concreti, le lotte reali messe in campo dalle e con le donne lavoratrici, operaie, proletarie in carne e ossa, gli importanti scioperi delle donne/lavoratrici, dall’altro vi è la denuncia e lotta politica contro i governi che avanzano nel moderno fascismo e nel moderno medioevo contro le donne, così l’analisi ma anche il ponte/filo internazionalista con le lotte delle donne nel mondo, in particolare negli ultimi fogli il legame forte con le donne palestinesi e con le compagne/donne combattenti nelle guerre popolari a partire dall’India.
Ma in questi fogli, soprattutto in alcuni numeri speciali, è stata sviluppata anche la necessaria battaglia ideologica/teorica verso le posizioni in particolare, nell’ambito del movimento delle donne, del femminismo piccolo borghese, tendenti a sottovalutare/deviare la lotta rivoluzionaria delle donne necessaria per rompere ogni catena di questo sistema capitalista da rovesciare.
Un nuovo capitolo quindi di un ampio percorso, che anche attraverso questo secondo quaderno/collana dei fogli, vuole restituire alle donne cosa è il movimento femminista proletario rivoluzionario, non solo una sigla ma soprattutto una concezione, una linea, una politica, una prassi a cui conquistare le donne per avanzare nella marcia verso una vera liberazione.
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