Prima del suo insediamento, in campagna elettorale, la fascista Meloni affermava in tema di aborto che non avrebbe toccato la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza, ma da allora ad oggi questo governo, composto da ministri reazionari e antiabortisti, ha invece agito in ogni ambito, ideologico in primis, politico e con provvedimenti ad hoc (dai finanziamenti alle associazioni “pro-vita” all’apertura dei consultori agli antiabortisti), mirando chiaramente a contrastare realmente l’accesso delle donne all’interruzione volontaria di gravidanza e ad attaccare le donne nel loro l diritto all’aborto e alla libertà di scelta.
E questo governo della “donna” fascista Meloni continua ad attaccare le donne: è notizia infatti di questi giorni che in un solo giorno il governo Meloni ha impugnato due leggi regionali, bloccandole, presso la Corte Costituzionale.
La prima della regione Toscana sul salario minimo che prevede incentivi nei bandi pubblici per le aziende che pagano i lavoratori almeno 9 euro lordi all’ora.
La seconda legge della regione Sicilia (la risoluzione è arrivata nel corso del consiglio dei ministri del 4 agosto), una delle regioni in questo paese con uno dei più alti tassi di medici obiettori pari a circa il l’81,5% e con intere strutture con medici obiettori al 100%, una legge a prima firma del Pd e approvata a fine maggio, che prevede l’obbligo per gli ospedali pubblici di assumere medici non obiettori in modo da garantire l’accesso alle donne all’interruzione volontaria di gravidanza, col fine di applicare quanto già previsto dalla Legge 194 del 1978 (art 9), che dice che per garantire l'ivg, sono le regioni a dover rimediare alle inadempienze.
Ha esultato subito il partito della Meloni, Fdi: “L’obiezione di coscienza rappresenta l’espressione più autentica della libertà personale, religiosa, morale e intellettuale. Per tale motivo apprendiamo favorevolmente l’impugnativa da parte del consiglio dei ministri”, hanno dichiarato il senatore e capogruppo di FdI in commissione insularità Raoul Russo e Carolina Varchi, capogruppo dello stesso partito alla Camera in commissione giustizia, hanno esultato subito gli antiabortisti Pro Vita e Famiglia onlus che “…il 24 luglio aveva consegnato a Palazzo Chigi 20 mila firme per chiedere il ricorso del governo contro la legge siciliana che favorisce l’assunzione di medici abortisti, nonostante i dati del ministero della Salute indichino che in Sicilia il personale non obiettore svolga in media poco più di un aborto a settimana” (dal Fatto quotidiano).
Ma questo è il governo Meloni, un governo che avanza nel moderno fascismo e le donne sono uno dei terreni principali, sulla cui pelle vuole avanzare nella sua marcia reazionaria, un governo che serve pienamente i padroni sfruttatori per cui in questo paese tantissimi lavoratori e doppiamente tantissime lavoratrici possono essere sfruttati anche a pochissimi euro l’ora, sottoposti a turni massacranti, ad appalti e subappalti al massimo ribasso, senza diritti fino a morire sul lavoro e per il lavoro, un governo per cui le donne nella loro maggioranza devono essere socialmente soprattutto mere macchine riproduttrici di figli funzionali agli interessi di questa società capitalista e imperialista, macchine riproduttrici di braccia da sfruttare per l’arricchimento dei padroni capitalisti , di braccia ancor di più da usare per la sporca guerra imperialista verso cui il governo Meloni oggi è più che attivo.
Continua la guerra oscurantista di questo governo del Dio-patria-famiglia contro la maggioranza delle donne, continua la guerra ideologica e politica di questo governo contro la vita delle donne, contro la libertà delle donne, contro il diritto di aborto proprio perché allude al cuore del diritto di autodeterminazione delle donne che la borghesia al potere, oggi rappresentata dalla sua frazione più reazionaria, odia come classe dominante.
La libertà personale, religiosa, morale e intellettuale che questo governo proclama a gran voce di volere difendere, per cui si è affrettato a bloccare nello specifico la legge approvata in Sicilia, è la libertà di volere opprimere ogni giorno di più la maggioranza delle donne per cui deve avanzare in questo paese il moderno medioevo.
Davanti a questa guerra che il governo Meloni continua a scagliare sul corpo e vita della maggioranza delle donne mentre è pienamente complice del genocidio che sta compiendo lo stato sionista d’Israele in Palestina dove vengono uccisi a migliaia donne e bambini la cui vita per la Meloni e tutto il suo governo non conta proprio nulla, tocca a noi donne continuare a lottare in ogni forma, organizzandoci per farlo, non solo per difendere diritti basilari ma anche per cacciare questo governo.
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