30/09/25

Soldati dell'"unica democrazia del Medio Oriente" si vantano di stuprare le donne palestinesi prima di farle a pezzi. Il 4 ottobre tutte a Roma contro i criminali sionisti e i loro complici italiani

"Distruggeremo le loro madri a Gaza! Le sodomizzeremo! Le infileremo tutte! Le faremo a pezzi."
La resistenza palestinese, le donne eroiche di Gaza vi faranno loro "a pezzi".
Nessun cane bastardo si illuda!
La Palestina vincerà!

I soldati sionisti si vantano per lo stupro delle madri palestinesi al confine di Gaza, poco prima di entrare e partecipare al genocidio.

28/09/25

28 settembre giornata mondiale per l'aborto sicuro, libero, gratuito

Il 28 settembre è la giornata internazionale per un aborto sicuro, voluta in Sud America nel 1990 e stabilita nel 2011 dal Women's Global Network for Reproductive Rights come giornata mondiale per un aborto sicuro, libero e gratuito. In Italia la depenalizzazione dell'aborto avvenne con la legge 194 nel 1978, dopo una lunga e dura battaglia del movimento delle donne che dovette scontrarsi con leggi risalenti al periodo fascista. 
Molte critiche vennero fatte dal movimento delle donne alla legge 194, una legge chiaramente strappata al legislatore dalla pressione sociale che il movimento era riuscito a mettere in campo, una legge che pur depenalizzando l'aborto, riconosceva ai medici il diritto d'obiezione e non citava, quindi non riconosceva, il diritto all'autodeterminazione riproduttiva delle donne. 
Riproponiamo oggi stralci del volantino/comunicato dello scorso 28 settembre ancora oggi attuale:
Mfpr- Milano E oggi a che punto siamo? “..Bisogna dirlo, in questo paese le donne non sono libere di abortire, senza cedere sotto il peso della tagliola del giudizio, dello stigma sociale e familiare…. in cui le donne che scelgono di abortire continuano ad essere tacciate, oggi dal Papa, domani dalla ministra di turno, dopodomani ancora dai familiari, amici, partner e parenti, di essere delle assassine. E’ inutile continuare a parlare di leggi, diritti e dati se non continuiamo a interrogarci concretamente sul peso che lo stigma sociale assume sulla scelta delle donne. Gli antiabortisti giudicanti ce li abbiamo in casa, negli ospedali, nei consultori, in politica, ovunque, la riprovazione sociale e culturale sono i primi strumenti di controllo sui corpi e sulle scelte delle donne. Il diritto all’autodeterminazione delle donne è sotto attacco. Il governo, oltre a procedere nello smantellamento del servizio sanitario pubblico, nella carenza strutturale di consultori e personale medico rispetto ai percorsi sulla salute di genere, elargisce consistenti finanziamenti alle associazioni antiabortiste. L’ultima mossa è la creazione della“stanza dell’ascolto” inaugurata dall’ospedale pubblico Sant’Anna di Torino. Si tratta di uno sportello gestito da volontari/e di un’associazione antiabortista, il “movimento per la vita”, senza nessuna competenza scientifica, con lo scopo di fornire una presunta assistenza alle donne che vogliono interrompere la propria gravidanza e – nel caso in cui non lo facessero – un sostegno economico. La “stanza dell’ascolto” riceve soldi pubblici che vengono elargiti ad associazioni che entrano nei luoghi pubblici con l’unico scopo di iniziare un lavaggio del cervello della donna. Lotteremo perché lo spazio della sanità rispetti il diritto di scelta delle donne sulla propria vita e sul proprio corpo; combatteremo il tabù dell’aborto rompendo il silenzio che affligge questo tema, oggi più che mai.” (dall’articolo “Le conseguenze dello stigma dell’aborto” https://femminismorivoluzionario.blogspot.com
Il diritto all'autodeterminazione riproduttiva è un diritto fondamentale della donna ed è un diritto individuale e collettivo , come ben sapevano le rivoluzionarie e i rivoluzionari russi all'inizio del secolo scorso: l'abolizione del capitalismo e l'instaurazione del socialismo non possono avvenire senza la completa liberazione della donna (diritto d'aborto compreso) e una completa liberazione della donna non può avvenire senza la rivoluzione del metodo di produzione, l'abolizione delle classi e l'avvento del socialismo. Non è un caso che il primo paese in assoluto in cui fu depenalizzato l'aborto fu proprio la Russia Sovietica nel 1920 e, soprattutto, le donne rivoluzionarie, con Aleksandra Kollontaj in prima fila, conducono la battaglia anche all'interno del partito stesso per affermare che la libertà di scelta della maternità riguarda l'intera società che la deve garantire anche nei fatti: la maternità e l'aborto non possono essere considerati solo all'interno dell'egoistico nucleo familiare, che prima o poi deve essere abolito, ma è la collettività socialista a cui interessa la libera scelta della donna….. 
E in Italia proprio il governo Meloni attacca fortemente il diritto d’aborto e spende fiumi di soldi per l’ingresso dei pro-life nei consultori mentre è complice nel genocidio che sta compiendo lo stato sionista d’Israele dove vengono uccise a migliaia donne e bambini, dove fra i primi obiettivi militari c’è la distruzione degli ospedali…... 
Il diritto d’aborto non si tocca! 
Lottiamo unite contro il governo Meloni e la sua ideologia fascista di Dio-Patria-Famiglia 
Ci trovi il giovedì dalle 17 alle 19.30 c/o il Punto libreria militante Metropolis, in via Transiti, 28 MM1Pasteur oppure puoi contattarci all’indirizzo: mfpr.mi1@gmail.com. Mfpr-Milano 
L’attacco al diritto d’aborto richiede non solo la lotta ma comprensione teorica, politica, ideologica della natura dell’attacco di quello che significa per le donne ma anche per il movimento proletario rivoluzionario.
Per questo invitiamo a leggere gli opuscoli del mfpr

27/09/25

Stop alla violenza su Maja

Perquisizione corporale e violenta a Maja
Il 23 settembre Maja ha dovuto sottoporsi ad una violenta perquisizione corporale, durata tre ore.

Comunicato stampa del 26 settembre 2025
Venerdì scorso Maja T. è stat* trasferit* nuovamente al carcere di Budapest dall'ospedale carcerario dove era stat* trattenut* a causa delle sue condizioni di salute durante e dopo lo sciopero della fame.
Il processo a Maja è proseguito lì lunedì 22 settembre 2025. Tuttavia, Maja sta ancora lottando con le conseguenze del suo sciopero della fame e fino a poco tempo fa era ricoverata nell'ospedale militare. Tra le altre cose, le è stata eseguita una risonanza magnetica, che ha rivelato microemorragie cerebrali.
Si tratta molto probabilmente di una conseguenza dello sciopero della fame. (...)
Dopo una visita dei familiari, martedì 23 settembre 2025, Maja si è rifiutat* di sottoporsi alla consueta, umiliante perquisizione corporale e di togliersi la biancheria intima. Di conseguenza, Maja è stat* ammanettat* e spogliata a forza dal personale carcerario.
La procedura è durata circa tre ore.
E non è tutto: a causa del rifiuto di Maja di spogliarsi completamente, la prigione ha avviato un procedimento disciplinare nei suoi confronti.
Le conseguenze di questo procedimento disciplinare non sono ancora note.
Non è la prima volta che Maja assiste alla violenza del personale carcerario nei confronti dei detenuti.
Maja ha ripetutamente riferito di aver sentito rumori di colpi e urla provenire dalle celle circostanti.
Tuttavia, l'incidente di martedì scorso non fa che aggravare ulteriormente la situazione e non fa che confermare in modo terribile le condizioni disumane a cui Maja è espost* in Ungheria.
Il padre di Maja spiega: "Da oltre un anno Maja soffre le disumane condizioni carcerarie in Ungheria. Le azioni delle autorità ungheresi volte a trattenere e spogliare Maja con la forza violano la dignità umana e gli standard internazionali".
Si tratta di un appello urgente ai politici responsabili, e in particolare al ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul, affinché utilizzino i canali diplomatici per sostenere il ritorno di Maja e di dare seguito alle dichiarazioni pubbliche sul presunto impegno diplomatico in atto con azioni efficaci!

26/09/25

Non un euro alla guerra e al genocidio né agli anti-abortisti

Da NUDM
Non un euro alla guerra e al genocidio né agli anti-abortisti.
Diritto alla salute per tuttǝ. Aborto libero, sicuro e gratuito per tuttǝ.
Sono due anni che guardiamo dai nostri schermi il genocidio in Palestina, due anni che denunciamo e urliamo tutte le atrocità commesse da Israele, e sentiamo i governi occidentali appoggiare ogni orrore e continuare il commercio di armi e le relazioni diplomatiche. Nella Striscia di Gaza sono stati bombardati ospedali, centri ginecologici e per le nascite. È stata tagliata l'elettricità e si è lasciato che le incubatrici si spegnessero. Israele ha bloccato e continua a bloccare l'ingresso di interi camion di aiuti carichi di latte in polvere, pannolini e articoli per la prima infanzia. Le donne hanno partorito senza assistenza medica, hanno subito cesarei senza anestesia, sono state lasciate senza alcuna cura dedicata alla propria salute psicologica e sessuale. Oggi è un incubo anche solo avere le mestruazioni a Gaza.
Dall'altra parte del Mediterraneo, le destre fascistoidi preparano la società all'ineluttabilità della guerra, costruendo un fronte interno fatto di ruoli di genere sempre più rigidi e binari, continuando a proclamare l'importanza della vita attaccando il diritto all'aborto in nome delle politiche per la natalità.
Oggi, nella Giornata internazionale per l'aborto libero, sicuro e gratuito proclamata dai movimenti femministi e transfemministi latinoamericani, ci chiediamo:
Quali vite valgono? A quali vite oggi nel mondo viene riconosciuta la dignità di esistere?
Perché si invoca la sacralità della vita di fronte a un feto e non di fronte a più di centomila mortǝ ammazzatǝ dalla furia genocida a Gaza?
Oggi, chi appoggia apertamente il genocidio, come il governo italiano, allo stesso tempo sguinzaglia le lobby antiabortiste nei consultori, negli ospedali, nelle scuole e nelle università, mentre sempre più regioni dirottano milioni di fondi pubblici per finanziare le organizzazioni antiabortiste.
In questo paese, l'accesso all'aborto è ormai un'imbarazzante corsa a ostacoli: in Abruzzo gli obiettori sono quasi 9 su 10, così come in Sicilia; in Campania, Puglia e Basilicata quasi 8 su 10. Ci si può coprire dietro alcuni dati nazionali sull'obiezione di coscienza, ma la statistica risulta fallace quando ci rendiamo conto che in Italia ci sono ben 15 strutture ospedaliere con il 100% di obiettori. L'RU486 è ancora utilizzata troppo poco nelle strutture pubbliche, mentre è una pratica medica che potrebbe facilitare enormemente l'accesso all'aborto.
Tutto ciò non è solo un ostacolo all'aborto in sé: è un ostacolo all'aborto libero, sicuro e gratuito che pretendiamo.
L'aborto è una pratica medica salvavita, e la persona gestante ha il diritto di autodeterminarsi. Se una gravidanza non è desiderata, deve poter essere interrotta in modo libero, sicuro e gratuito.
La possibilità di ricorrere alle pratiche abortive e di ricevere ascolto nelle strutture sanitarie non dovrebbe dipendere dal luogo in cui si vive, dai soldi che si hanno per visite e viaggi, dal colore della pelle o dalla nazionalità. E il fatto che non sia così sottolinea quanto l’accesso alle cure sanitarie sia impregnato di razzismo e violenza strutturale.
Allo stesso modo, l’abilismo e la normatività cis-etero colpiscono sistematicamente chiunque esca dagli standard imposti su corpi e identità. Le persone disabili, le persone trans, non binary e queer vengono regolarmente marginalizzate, patologizzate o completamente escluse dalle pratiche di cura.
L’accesso all’aborto, alla contraccezione, alla salute sessuale e riproduttiva è spesso ostacolato da un sistema che nega la piena legittimità dei loro corpi, desideri e bisogni.
L’autodeterminazione è un diritto, ma viene ancora negata a chi non rientra nei modelli abili, cis, etero, bianchi e produttivi.
L’attacco all’accesso all’aborto è solo la punta dell’iceberg:
i consultori sono stati svuotati e, da luoghi di ascolto, cura e confronto, sono diventati spazi frequentabili solo da chi è in gravidanza, vuole prendere la pillola anticoncezionale o vuole abortire. E basta.
L’educazione sessuo-affettiva è praticamente assente nelle scuole. La stessa sorte è toccata alla prevenzione, mentre il Servizio Sanitario Nazionale è definanziato da decenni e i centri antiviolenza femministi vengono progressivamente neutralizzati.
La legge finanziaria in discussione proporrà nuovi tagli alle politiche sanitarie e sociali per finanziare la guerra, assicurando profitti da capogiro alle grandi aziende degli armamenti, mentre la sanità pubblica è già al collasso.
Nel frattempo, il governo continua la sua propaganda sessista, misogina e omolesbobitransfobica sui corpi di donne, persone trans e non binary, mentre troppo spesso chi vorrebbe avere figliǝ non si trova nelle condizioni materiali per farlo: precarietà, salari bassissimi, costo della vita insostenibile, assenza di servizi.
Non abbiamo bisogno di incentivi alla natalità fatti di retorica patriarcale e sgravi fiscali che non supportano chi ha i redditi più bassi. Abbiamo bisogno di case, welfare e reddito di autodeterminazione garantito per tuttǝ!
Rifiutiamo la crociata morale che vuole donne, persone trans, non binary e queer incintǝ, senza preoccuparsi però di garantire le condizioni affinché sia un percorso autodeterminato e non, di nuovo, una corsa a ostacoli tra mancanza di servizi e solitudine, mentre si negano diritti e dignità a tutte le altre persone nel mondo.
Le politiche razziste, securitarie, machiste e repressive di questo governo non ci proteggono, non possono essere portate avanti sui nostri corpi, e anzi sono parte integrante di un sistema patriarcale, violento, razzista e coloniale che ci vuole zittǝ e relegatǝ al ruolo di donne, madri e mogli.
Anche quest’anno, in occasione del 28 settembre, giornata internazionale per l’aborto libero, sicuro e gratuito, ci saranno numerose iniziative e piazze in tutto il paese.
Vogliamo un aborto libero, sicuro e gratuito per tuttǝ!
Per l'autodeterminazione dei corpi e dei popoli!
Palestina libera

20/09/25

Solidarietà ad Alina, Beatrice e Serena, di Ultima Generazione. Il loro è uno sciopero della fame vero contro il genocidio, non come quello a staffetta delle donne del PD

Questa mattina tre donne, supportate da Ultima Generazione – Beatrice (32 anni), Alina (36 anni) e Serena (39 anni) – hanno iniziato uno sciopero della fame a oltranza. Si sono presentate alle 9.45 davanti alla Camera dei Deputati in piazza di Montecitorio con una richiesta chiara: il Governo Meloni deve riconoscere ufficialmente il genocidio in corso in Palestina da parte di Israele e deve garantire protezione e ritorno in sicurezza per le persone italiane imbarcate nella Flotilla. Queste richieste sono in linea con quelle del grande sciopero nazionale del 22 settembre, a cui Ultima Generazione dà sostegno. Subito sono arrivate le forze dell’ordine che hanno sequestrato i cartelli delle tre persone con scritto “Meloni riconosca il genocidio.Sciopero della fame 1°giorno”, portate in commissariato e denunciate.

18/09/25

Scuola, stretta anche sull’abbigliamento - Dopo il divieto d'uso dei cellulari in classe, dopo il voto in condotta...

Valditara vuole studentesse, studenti controllati, ubbidienti, non pensanti e... repressi - Ma non ci rompete le scatole...! 

Ora arrivano anche le indicazioni sul dress code: no a shorts e canottiere

Dalla stampa:
"Gonne troppo corte, addomi scoperti, cappelli e cappucci in aula, unghie eccessivamente lunghe, perfino zeppe improbabili, infradito o jeans strappati: con l’inizio del nuovo anno scolastico, come sempre, i presidi diffondono circolari e, quest’anno, anche distribuendo veri e propri depliant che spiegano cosa non è permesso. Per far capire in modo chiaro ai propri alunni cosa è possibile indossare a scuola e cosa invece bisogna evitare... altrimenti l’alunno verrà rispedito a casa...
Secondo un recente sondaggio di Skuola.net su un campione di quasi 3mila studenti, circa 3 studenti su 10 devono fare attenzione a come vestirsi la mattina, per non incorrere in ramanzine o in sanzioni. E un ulteriore 55% è caldamente pregato di presentarsi in classe in modo «adeguato» al contesto...
Nel mirino, spesso e volentieri, finiscono soprattutto le ragazze..."

MA COSA CASPITA VOGLIONO!?

Non facciamo finta di non capire. La circolare del Min. Valditara sul divieto di cellulari in classe e sul voto in condotta, è pienamente dentro la logica e la politica reazionaria/repressiva di questo governo. Non se ne importano niente di "responsabilizzare gli studenti", di "farli interessare ai contenuti delle lezioni", ecc. ecc. Valditara, il governo Meloni vogliono unicamente mettere sotto il loro controllo la scuola, gli studenti, per imporre non certo un maggior impegno culturale, un sapere critico, una migliore istruzione, ma la loro sottocultura, in cui lo scopo non è il sapere ma impedire una conoscenza  in dissenso con la "filosofia" di questo governo, improntata a "Dio, Patria e Famiglia". 
Tant'è che quando gli studenti e alcuni coraggiosi docenti aprono gli occhi e la testa e vogliono conoscere, prendere posizioni su quello che succede nel mondo, sulla Palestina, sulla guerra, la risposta è la repressione, il disciplinamento delle menti al pensiero borghese dominante che oggi è drammaticamente moderno fascista. A quando l'imposizione ad andare a scuola con la divisa?

Questa scuola è da tempo una scuola che deve amalgamare le teste. Alcune materie, come geografia, sono state in parte eliminate, prevalgono le materie tecnico/professionali su quelle umanitarie perchè i ragazzi e le ragazze devono predisporsi per un lavoro (che poi non c'è), per andare "sotto padrone" sempre precario, e basta; la storia è sempre più la storia dell'imperialismo, i popoli le loro lotte, rivoluzioni non si devono far conoscere, ecc. ecc. Valditara vuole sostituire alcune materie con la Bibbia, con il ritorno delle poesie a memoria, ecc. ecc. Usare il passato per impedire la conoscenza/coscienza del presente.  

Loro, con i loro invadenti mezzi di comunicazione, con i loro social, hanno ridotto la conoscenza, la scrittura, a mezze frasi e poi reprimono gli studenti che usano i cellulari, i loro social. 

Chi ha ridotto la cultura, il sapere a test standardizzati in italiano, in matematica - tanto che diversi esperti hanno giudicato questo quantomeno opinabile e problematico - pretende ora di parlare di impegno scolastico degli studenti.

Chi sta dando un colpo decisivo alla scuola di massa, ostacolando in vari modi - dati ufficiali - la presenza di stranieri, figli di immigrati, come dei bambini e ragazzi disabili (Nel 2024 per la prima volta l’Italia è scesa sotto il 10% per quota di abbandono scolastico), invece di occuparsi di questo ritorno a più di 50 anni fa, a questo apparire di una nuova divisione tra figli di benestanti e figli di lavoratori, precari, immigrati (sembrano tornare in auge i temi del '68), pensano ad una selezione maggiore e introducono il "voto in condotta". Un modello di scuola della destra, basato su un mix di autoritarismo e obbedienza. "Una scuola sempre più classista" - come denunciano non "rivoluzionari estremisti" ma democratici con sale in testa - che "lascia indietro gli studenti in difficoltà".

Questo governo ha fatto anche di più, siamo nel periodo di guerre e allora la scuola deve preparare a questo. E allora vanno i militari ad "insegnare" nelle scuole, anche ai bambini, anche come si usano i manganelli, come si spara. 
E costoro, questa feccia, chiama i ragazzi, le ragazze ad essere responsabili!?

E, chiaramente, siccome non c'è da fidarsi di tutti i presidi, di tutti gli insegnanti, ora sono i ministri che direttamente vogliono andare nelle scuole ad "indirizzare le teste"  

Salvini, dopo l'uccisione di Charlie Kirk ha detto che invierà una lettera a tutti i presidi: "Mi metto a disposizione per andare a parlare nelle scuole e nelle università. Partendo certo dal mio lavoro di ministro, dalle vite dei ragazzi, dal Codice della strada. Vorrò ascoltarli, soprattutto coloro che non le pensano come me"; e ha chiarito l'iniziativa che intende portare avanti per combattere la violenza politica: "Parlerò con i ragazzi nei licei, partendo dalla mia esperienza (quale?) e invitando al confronto che rischia di venire a mancare in Italia (ma non mi dire...). Oltre alle parole gravi dette in diretta tv di chi dice che c'è un morto meno morto di altri perché provocava quasi a giustificare che uno spari per strada, mi hanno colpito anche i silenzi. Hanno dimostrato scarsa intelligenza e visione del futuro". 
E lo dice Salvini che non sa nemmeno lontanamente cosa significhi essere "intelligente". 
Speriamo, e siamo abbastanza sicuri, che i ragazzi, le ragazze che sono "scarsamente intelligenti" sapranno accoglierlo come si deve se si presenta alle scuole.

Quindi l'attenzione del Min. Valditara verso la scuola e gli studenti è solo all'insegna della repressione e della minaccia che ogni protesta avrà come conseguenza, grazie al voto in condotta, l'espulsione dalla scuola.

La minaccia del voto in condotta... Di fatto ciò che conta nella scuola non è quanto e cosa gli studenti hanno appreso, hanno acquisito culturalmente, ma quanto sono stati ubbidienti e disciplinati. Per questo governo fascista non conta se sei bravo, ma se rispetti e ti attieni senza protestare al modello Valditara.

I cellulari... Da che pulpito viene la predica! Loro li possono strausare - basta vedere una seduta del parlamento - e di quelli sempre più moderni, costosissimi; gli studenti NO! E possono ricevere anche sanzioni. 
L'alternativa ad un minor uso dei cellulari sarebbe una scuola più interessante, più creativa nei contenuti, nei metodi, nell'uso di strumenti più moderni, ecc., soprattutto più partecipativa per gli studenti, una scuola che inviti al pensiero critico, non burocraticamente allineato al pensiero e contenuti dominanti; una scuola in cui gli studenti e le studentesse possano decidere, discutere liberamente. 
Ma tutto questo non c'è. 
E questo governo pensa solo a togliere i cellulari? Ma ci faccia il piacere...  

Regno Unito: la prigione vieta alle prigioniere politiche filo-palestinesi di indossare la kefiah - il simbolo della resistenza palestinese fa paura...


Prigioniera per la causa palestinese nel cosiddetto caso Filton 24, il 16 settembre a Heba è stato ordinato di togliersi la kefiah. Non le è più permesso indossarla, nemmeno in cella. L'amministrazione penitenziaria ha solo dichiarato che non era permesso e che la stessa regola si sarebbe applicata a tutte le detenute. Allo stesso modo, hanno anche costretto Qesser (anch'essa processata nel caso Filton 24) a togliersi la kefiah, minacciando di annullare la sua visita se si fosse rifiutata di farlo. Al suo ritorno in cella, Qesser ha scoperto che tutti i suoi hijab con motivo la kefiah erano stati confiscati, lasciandola senza nulla per pregare.

16/09/25

Una coalizione di organizzazioni non governative femminili marocchine chiede il boicottaggio del forum delle donne a cui partecipa Israele.

Un'associazione marocchina ha chiesto il boicottaggio di un forum femminile a cui partecipa Israele. Il forum, che si terrà a Essaouira il 19 e 21 settembre, è organizzato dall'organizzazione non governativa francese "Fighters for Peace".
Il Forum marocchino Al-Zahra ha annunciato martedì che boicotterà il "Forum internazionale delle donne per la pace", in programma nella città occidentale di Essaouira il 19 e 21 settembre, per protestare contro la partecipazione di Israele.
Lo afferma una dichiarazione rilasciata dal Forum, una coalizione di organizzazioni non governative femminili, in cui condanna "la normalizzazione culturale e femminista mascherata da slogan di pace, che mira a oscurare i crimini commessi contro le donne palestinesi e a insabbiare i crimini sionisti di cui le donne palestinesi stanno pagando principalmente il prezzo".
Il movimento "Donne guerriere per la pace", un'organizzazione non governativa francese che riunisce donne attiviste di diverse fedi per promuovere la pace, sta organizzando il forum dal titolo "Forum internazionale delle donne per la pace" a Essaouira, in Marocco.
Il Zahra Forum ha affermato che questo movimento viene pubblicizzato come un incontro internazionale di attiviste israeliane, palestinesi, iraniane, afghane, marocchine e di altre nazionalità, con l'obiettivo di lanciare un appello internazionale alle donne per la pace, ma promuove una narrazione fuorviante sotto slogan umanitari ingannevoli, il cui obiettivo primario è neutralizzare i movimenti femministi globali e diluire la loro autentica lotta, che si è sempre schierata fermamente a favore dei diritti dei palestinesi e contro la brutale occupazione sionista.
Il forum ha invitato diverse associazioni di donne marocchine a "boicottare questa attività e a restare vigili contro tutte le iniziative di normalizzazione con Israele, in particolare quelle che sfruttano slogan femministi per promuovere programmi di normalizzazione.

Fonte: arab48.com

Contro la canea fascio/nazista internazionale innescata da Trump in USA/Europa/Italia - ora e sempre Resistenza - ora e sempre "Bella ciao"!

15/09/25

Fermare i nuovi mostri fascisti/nazi/reazionari in USA, in Europa, in Italia - Charlie Kirk che aveva in odio le donne

 

Dal blog proletari comunisti

Palermo: Inizia la scuola ma non per le lavoratrici del servizio di assistenza igienico/personale specializzato per gli studenti disabili!


Il pesante attacco ai diritti degli studenti disabili e ai lavoratori e lavoratrici precari del settore dell’assistenza igienico personale specializzata nelle scuole ORMAI E’ UNA VERGOGNOSA NORMA per il governo regionale che al di là dei proclami non ha cambiato nulla per migliorare la condizione di vita delle lavoratrici, dei soggetti sociali più fragili e della popolazione più in generale, così a seguire per gli enti locali, il tutto nell’ambito del grave silenzio/assenso del governo Meloni,  con l’attuale ministra Locatelli che  anche in dorati consessi internazionali si è allargata falsamente la bocca sulla garanzia dei diritti delle persone disabili, ma i fatti reali  sono purtroppo ben altri. 
Questo governo (con tutte le ricadute a livello regionale) avanza spedito nello stanziare sempre più soldi da un lato per i padroni e dall’altro per i piani di riarmo e l’economia di guerra, tagliando nella scuola pubblica, nella sanità pubblica, nei servizi sociali ecc. , mentre  aumentano privilegi e poltrone d’oro nei palazzi del potere.
E mentre nelle scuole di primo grado in modo assolutamente contrario alle leggi vigenti, non ultima la legge regionale 10/2019 il Comune di Palermo ha tolto tutti gli Assistenti specializzati, trasferiti  negli uffici amministrativi comunali a coprire buchi di organico su cui non sono mai state fatte nuove assunzioni, un’operazione del Comune solo per risparmiare soldi sulla pelle dei bambini disabili, e mentre ci giungono notizie di altri comuni siciliani che non hanno intenzione di attivare il servizio o di tagliarlo pesantemente, è ALTRA GRAVE NOTIZIA  che il servizio di assistenza igienico personale specializzato anche quest’anno  non parte nelle scuole superiori, vedi  Palermo e provincia, E IL 15 SETTEMBRE INIZIA UFFICIALMENTE LA SCUOLA!
Ancora una volta la vita degli studenti disabili,  che abbisognano del servizio di assistenza igienico personale specializzato nelle scuole,  la vita delle famiglie, la condizione di lavoro e di vita degli Assistenti specializzati, precari storici del settore che da anni, organizzati con questa O.S., lottano per difendere il loro lavoro e i diritti degli studenti,  NON DOVREBBE CONTARE MENO CHE NIENTE per questi scellerati governi, e domani dovremo pure sentire gli ipocriti discorsi a partire, dal reazionario ministro Valditara, su una scuola che garantirebbe pienamente il diritto allo studio, quando invece DI NUOVO! tanti studenti disabili in Sicilia o non frequenteranno la scuola o avranno grandi difficoltà a farlo senza la presenza degli Assistenti.
A fronte dei “nuovi” attacchi sferrati su studenti, famiglie e lavoratrici riprendiamo pertanto mobilitazione e lotta!

Lavoratrici SLAI COBAS PER IL SC Palermo/Sicilia

14/09/25

Importanti dati dall'Osservatorio nazionale Femminicidi Lesbicidi Trans*cidi di NUDM

Osservatorio nazionale
Femminicidi Lesbicidi Trans*cidi

di Non Una Di Meno (NUDM). 

Pubblichiamo i dati raccolti non solo per mostrarli e renderli noti, ma soprattutto per denunciare la violenza sistemica esercitata sulla vita delle donne e di tutte le libere soggettività che si sottraggono alle norme di genere imposte.

Tutti i dati del 2025

Di seguito riportiamo tutti i casi monitorati nel 2025. Nella tabella è possibile scorrere in orizzontale per vedere tutte le colonne con le informazioni. La paginazione permette di navigare in tutte le righe della tabella. I grafici mostrano i dati e la nostra analisi.

Casi di femminicidi lesbicidi trans*cidi monitorati nel 2025 in Italia

dati aggiornati all'8 settembre 2025

La nostra analisi dei dati

Casi monitorati nel 2025 in Italia: 75

Ad oggi, l’Osservatorio ha registrato:

  • 64 femminicidi
  • 4 suicidi indotti di donne
  • 1 suicidio indotto di un ragazzo trans
  • 1 suicidio indotto di una persona non binaria
  • 5 casi in fase di accertamento

Si tratta di morti indotte da violenza di genere e eterocispatriarcale.

Inoltre, ci sono almeno altri 57 tentati femminicidi riportati nelle cronache online di media nazionali e locali e almeno un figlicidio, di un ragazzo ucciso dal padre per difendersi dalla violenza del padre verso la madre.

Città e regioni

Si registra almeno un caso in 14 Regioni, 35 Province e 64 città in tutta Italia.

Quasi due terzi (64%) dei casi sono avvenuti in Lombardia, Campania, Toscana, Piemonte e Lazio.

La persona uccisa

Tra le persone uccise, la vittima più giovane aveva 1 anno, la più anziana 93. La vittima aveva un’età media di 55 anni.

Inoltre, si contano almeno

  • 12 casi con denunce o segnalazioni per violenza, stalking, persecuzione nei mesi precedenti
  • 2 persone uccise erano sex worker
  • 12 persone uccise avevano una disabilità o una malattia grave, spesso cronica o degenerativa
  • 6 i casi in cui figl* minori hanno assistito al femminicidio
  • 45 figl* minori che sono rimast* orfan* in seguito al femminicidio della madre

Alla violenza patriarcale e di genere si somma a volte anche la razzializzazione delle persone uccise: Albania, Brasile, Bulgaria, Croazia, India, Marocco, Nord Macedonia, Peru, Romania, Russia, Sri Lanka, Tunisia, Ucraina, oltre all’Italia, sono i paesi di origine delle persone uccise.

Albania, Algeria, Brasile, El Salvador, India, Marocco, Filippine, Romania, Stati Uniti d’America, Tunisia, Ucraina e Venezuela, oltre all’Italia, sono invece i paesi di origine dei colpevoli o presunte tali.

Colpevole o presunto colpevole

Nei 64 casi accertati di omicidio, il colpevole o presunto tale per le informazioni al momento disponibili ha un’età media di 52 anni. Il più giovane aveva 19 anni al momento del delitto, il più anziano 91.

20 uomini colpevoli si sono suicidati subito dopo aver compiuto l’omicidio. Ciò significa che non sarà possibile procedere per via giudiziaria e dunque attestare la gravità del gesto e le motivazioni di genere e patriarcali della violenza espressa. Altri 6 uomini colpevoli hanno tentanto di togliersi la vita.

Nella quasi totalità dei casi, l’assassino era conosciuto dalla persona uccisa.

In 51% dei casi l’assassino era il marito, il partner, il convivente (32 casi). In 11 casi, l’omicida è il figlio. In 11 casi, a compiere il gesto è stato l’ex partner da cui la persona uccisa si era separata o aveva espresso l’intenzione di separarsi. Negli altri casi la relazione con la vittima era: amico, nipote, cliente, o conoscente.

Causa del decesso

Dei 64 casi accertati di omicidio, 21 sono morti per accoltellamento, e 10 sono morti per i colpi di arma da fuoco. Altre cause del decesso sono soffocamento o strangolamento (17), percosse, colpi di forbici, colpi d’ascia, caduta dalla finestra.