16/01/25

Il nuovo anno ci porterà quello che sapremo conquistarci

I bambini, quando hanno un quaderno nuovo, con le pagine bianche, fanno mille progetti di tenerlo in ordine, di scriverci con la migliore calligrafia. Nel calendario dei padroni, il capodanno ha la stessa funzione: offrire a chi quotidianamente è sfruttato, immiserito e instupidito dal dominio capitalista, la truffa finale. L’anno vecchio ti ha dato miseria, licenziamenti, supersfruttamento, servitù: ebbene, puoi buttarlo via, come i cocci vecchi dalle finestre: ti resta davanti l’anno nuovo, il bel quaderno bianco tutto da scrivere. 

Questo è il discorso che conviene ai padroni: sospendiamo le ostilità, tanto quello che è stato e stato, ora tutto e diverso, è un altro anno. Ma il nostro quaderno ce l’hanno già scritto loro, col linguaggio di sempre: miseria, licenziamenti, supersfruttamento, servitù.
Ma la cosa più mostruosa è proprio questa: il tentativo di renderci complici del nostro sfruttamento, di renderci schiavi e felici. Il grande spettacolo del nuovo anno e' pronto. Protagonisti gli sfruttatori, i potenti, i parassiti, pronti a sfoggiare la ricchezza accumulata sulla miseria e sul lavoro altrui, a sprecare in una sera quanto basta a migliaia di famiglie per vivere un anno intero. Il loro divertimento non basta, c’è bisogno anche del pubblico, c’è bisogno di quelli che della ricchezza e del potere sono quotidianamente derubati. Le prime al teatro, i veglioni lussuosi, gli spettacoli spazzatura in televisione, il discorso del presidente della repubblica...🤮 devono arrivare nelle case di tutti, portati dalla televisione, dai quotidiani pieni di fotografie e cronache del bel mondo, dai rotocalchi e sfilate in TV che sfoggiano sfilate di modelli preziosi per le casalinghe che non li indosseranno mai.
Ma non è detto che il gioco riesca. A chi ipocritamente si domanda: “Che cosa ci porterà il nuovo anno?”, come se si trattasse di prevedere eventi naturali, terremoti, siccità, c’è una sola risposta.
Il nuovo anno ci porterà quello che sapremo conquistarci.
Sul quaderno bianco i padroni vogliono risolvere i loro vecchi e grassi conti. Tocca a noi riempirlo con una storia diversa.
Lasciamo ai padroni lo champagne: noi abbiamo le pietre, il dissenso, la disobbedienza e la rivolta...
Ma se non c'e' organizzazione non si va molto lontano, la "rivolta" rimane una battaglia, si', ma e' la Guerra che bisogna vincere.
Oggi è non solo oggi, la guerra e' la loro, dei signori del capitale, dell'imperialismo mondiale, di un occidente servo e complice. Complice oggi piu' di ieri di massacri, crimini, induzione a morte e malattie di bambini e civili in una Terra martoriata e rapinata da ottant'anni. La Palestina.

Niente da festeggiare!

Da Raffaella compagna di Taranto 

In piazza a Taranto per la Palestina e contro il governo Meloni

L'accordo non è una "tregua" per le mobilitazioni per la Palestina libera dal "fiume al mare"

15/01/25

CHI SONO I VERI TERRORISTI STUPRATORI? Euro-Med Monitor: Israele deve essere aggiunto alla lista nera dell’ONU contro le violenze sessuali

Dal blog proletari comunisti

 infopal

Ginevra. L’Euro-Med Monitor, con sede a Ginevra, ha affermato in un comunicato stampa divulgato venerdì che le continue ostruzioni di Israele verso tutte le indagini del’ONU per le accuse di violenza sessuale dal 7 ottobre 2023 sono profondamente preoccupanti. Queste ostruzioni, unite a prove sostanziali che indicano azioni sistematiche e diffuse di stupro ed altre forme di violenza sessuale da parte delle forze israeliane contro i Palestinesi, compresi prigionieri, costituiscono gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. Le motivazioni per l’inclusione di Israele nella lista nera dell’ONU per le entità sospettate di perpetrare violenza sessuale nei conflitti sono convincenti.

Negli ultimi 15 mesi, Israele ha costantemente rifiutato di collaborare con tutti gli organismi delle Nazioni Unite con un mandato investigativo per esaminare le accuse di stupro e altre forme di violenza sessuale derivanti dagli attacchi del 7 ottobre.

Mercoledì 8 gennaio è stato reso noto che Israele ha nuovamente negato l’autorizzazione per un’indagine da parte della Rappresentante Speciale dell’ONU per le violenze sessuali correlate al conflitto, Pramila Patten. Questo rifiuto deriva presumibilmente dalle preoccupazioni che un’indagine completa avrebbe esposto l’uso sistematico di stupri di massa da parte di Israele contro i Palestinesi, comprese donne e bambini, visto che Patten aveva insistito sul fatto che l’accesso ai centri di detenzione israeliani per indagare sulle accuse contro i soldati israeliani era un requisito fondamentale per il processo.

Il rifiuto di Israele è particolarmente sorprendente dato che la società civile israeliana, fino a poco tempo fa, aveva una parere generalmente favorevole a Patten e l’aveva persino invitata a tornare in Israele.

Il precedente rapporto di Patten, pubblicato l’11 marzo 2024, è l’unico caso in cui il governo israeliano ha fornito informazioni a un’inchiesta dell’ONU sulle accuse di violenza sessuale. Tuttavia, come chiaramente affermato nel rapporto, il mandato della missione in quel momento non era investigativo. Il rapporto raccomandava al governo israeliano di collaborare con la Commissione internazionale d’inchiesta indipendente (CoI) sui Territori Palestinesi Occupati (TPO), tra cui Gerusalemme Est e Israele, e con l’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani (OHCHR), per facilitare indagini esaustive su tutte le presunte violazioni, soprattutto dopo che Israele ha negato a queste entità l’accesso e la cooperazione, come sottolineato nel rapporto.

L’ostruzione israeliana della verità in questo contesto è stata evidenziata per la prima volta nel gennaio 2024, quando il governo israeliano ha espressamente proibito ai medici israeliani e alle autorità competenti di collaborare con la Commissione d’inchiesta dell’ONU sui Territori Palestinesi Occupati, etichettando la commissione come “anti-israeliana e antisemita”. Da allora, il governo israeliano ha mantenuto costantemente questa posizione ostruzionistica, minando gli sforzi della Commissione per condurre un’indagine approfondita e imparziale, il che costituisce un fallimento di Israele nel rispettare il suo obbligo ai sensi del diritto internazionale di collaborare con gli organismi dell’ONU. Israele sta anche negando alle vittime di entrambe le parti il ​​loro diritto alla giustizia e alla responsabilità per le presunte violazioni.

“Il ripetuto rifiuto di Israele di collaborare con tutte le indagini dell’ONU sulla violenza sessuale evidenzia l’uso da parte del governo israeliano delle accuse di questo grave crimine come strumento di propaganda per fabbricare il consenso per il suo effettivo genocidio trasmesso in diretta streaming”, ha affermato Ramy Abdu, presidente di Euro-Med Monitor. “Israele usa semplicemente queste accuse per svergognare e diffamare i critici e deviare la colpa dai suoi tremendi crimini contro l’umanità”.

Negli ultimi 15 mesi, la squadra di Euro-Med Monitor ha documentato numerosi casi di violenza sessuale perpetrata da Israele, tra cui stupri e altre forme di tortura sessuale, contro civili palestinesi, tra cui individui nel campo di tortura israeliano di Sde Teiman.

In almeno un caso, un detenuto palestinese è stato sottoposto a stupro da cani poliziotto israeliani come parte della loro aggressione. A Sde Teiman, “i soldati ci hanno tolto per la prima volta le bende che ci coprivano gli occhi”, ha raccontato al team di Euro-Med Monitor l’avvocato Fadi Saif Addin Bakr, rilasciato il 22 febbraio 2024 dopo 45 giorni di detenzione. “In seguito, i soldati hanno tirato un giovane seduto alla mia destra, lo hanno costretto a dormire per terra e gli hanno legato mani e piedi. All’improvviso, i soldati dell’occupazione hanno sguinzagliato dei cani poliziotto addestrati contro il giovane, che è stato stuprato dai cani. Durante l’intero calvario che ho sopportato, questa è stata una delle cose più orribili a cui abbia mai assistito”.

Addin Bakr ha aggiunto: “Tutto è stato troppo [da sopportare], e questo è stato solo un altro [episodio] aggiunto alla massa di tormenti. Speravo di morire affinché questo non accadesse a me, ma uno dei soldati mi ha detto di prepararmi. [Eppure] è successo qualcosa di miracoloso nella  prigione; la sessione di tortura è terminata rapidamente e siamo stati riportati nella baracca”.

In alcuni casi, i Palestinesi sono stati stuprati a morte dal personale dell’esercito israeliano. Questi episodi documentati forniscono una forte prova della natura sistematica e diffusa di tali atrocità, rivelando che Israele ha trasformato la violenza sessuale in un’arma come tattica deliberata per distruggere il morale della popolazione palestinese.

Tra le almeno 36 morti di detenuti sotto inchiesta presso il famigerato centro di detenzione israeliano di Sde Teiman, sembra che un uomo palestinese sia morto in seguito a un orribile atto di stupro con un manganello elettrico. È improbabile che questo atto brutale, insieme a molti altri, venga indagato o perseguito in Israele e sarà impedito al controllo internazionale visto che Israele continua a bloccare le indagini su tali crimini.

Numerosi rapporti di organizzazioni per i diritti umani internazionali, dell’ONU, e israeliane, tra cui l’Ufficio per i Diritti Umani dell’ONU, Amnesty International e B’Tselem, hanno documentato l’uso sistematico e diffuso di tortura e violenza sessuale di israele contro i Palestinesi.

Inoltre, il rapporto di giugno 2024 della Commissione d’inchiesta dell’ONU sui Territori Occupati Palestinesi, tra cui Gerusalemme Est e Israele, è giunto a conclusioni simili. Ha documentato un “aumento significativo della portata, frequenza e gravità della violenza sessuale e di genere perpetrata dalle Forze di sicurezza israeliane (ISF) contro i Palestinesi” dal 7 ottobre 2023. Il rapporto ha inoltre affermato che questo aumento era “collegato all’intento di punire e umiliare i Palestinesi”.

Di recente, il gruppo di Euro-Med Monitor ha documentato orribili testimonianze presso l’ospedale Kamal Adwan in merito alle aggressioni sessuali su civilitra cui personale medico femminile e bambini. Le vittime sono state costrette a togliersi i vestiti e il velo e sottoposte a umilianti perquisizioni corporali del personale maschile dell’esercito israeliano. Una donna, evacuata a forza dall’ospedale, ha raccontato alla squadra di Euro-Med Monitor: “Un soldato ha costretto un’infermiera a togliersi i pantaloni e poi ha messo una mano sui suoi genitali. Quando ha cercato di resistere, l’ha colpita duramente in faccia, facendole sanguinare il naso”.

I crimini israeliani che comportano l’uccisione di Palestinesi e l’inflizione di gravi danni fisici e psicologici per mezzo della tortura, maltrattamenti e violenza sessuale, tra cui lo stupro, vengono perpetrati con estrema brutalità e in modo sistematico, il che indica chiaramente un intento specifico di distruggere il popolo palestinese. Questi atti costituiscono componenti del crimine di genocidio, come delineato nella Convenzione sulla Prevenzione e la Punizione del Crimine di Genocidio.

Euro-Med Monitor invita le Nazioni Unite a includere Israele nella sua lista nera di entità coinvolte nella violenza sessuale nei conflitti. Questa richiesta giunge alla luce di prove sostanziali che documentano l’uso sistematico della violenza sessuale da parte di Israele, tra cui lo stupro e altre forme di abuso sessuale, come parte della sua più ampia campagna di  annientamento contro il popolo palestinese.

Euro-Med Monitor sottolinea l’urgente necessità di una responsabilità internazionale e di un’indagine esaustiva su queste atrocità per assicurare giustizia alle vittime e prevenire ulteriore impunità. Il Monitor ha affermato che, nel corso di diversi decenni, Israele ha costantemente dimostrato sia una mancanza di volontà che una mancanza di capacità di ritenere responsabili o perseguire coloro che sono implicati in crimini commessi contro i Palestinesi, con tali individui che hanno ricevuto protezione giudiziaria, politica, militare e persino popolare.

La comunità internazionale deve adottare misure urgenti e decisive per affrontare e fermare i gravi crimini di Israele contro i prigionieri e i detenuti palestinesi. Questo comprende il rilascio immediato e incondizionato di persone detenute arbitrariamente, la cessazione delle sparizioni forzate che facilitano ulteriori atrocità e la concessione dell’accesso al Comitato internazionale della Croce Rossa (ICRC) e ad altre competenti organizzazioni locali e internazionali a tutte le strutture carcerarie israeliane. Inoltre, alle vittime deve essere concesso il diritto a un rappresentante legale.

Euro-Med Monitor chiede inoltre che si indaghi su questi crimini tempestivamente, imparzialmente, approfonditamente e in modo indipendente, affinché tutti i colpevoli siano ritenuti responsabili e che a tutte le vittime e alle loro famiglie sia pienamente garantito il loro diritto alla verità, a rimedi efficaci e a riparazioni complete, assicurando giustizia e dignità a chi è stato colpito da questi crimini efferati.

È fondamentale che la comunità internazionale sostenga la Corte Penale Internazionale (ICC) nel condurre un’indagine completa su tali crimini, e  garantire che vengano inseriti nelle accuse mosse contro i funzionari israeliani davanti alla Corte e garantire la responsabilità e l’azione penale per tutti i responsabili.

Traduzione per InfoPal di Edy Meroli

14/01/25

Via libera ai femminicidi - Gli uomini assassini sono giustificati...

La Corte d'Assise di Modena non ha accolto la richiesta della procura della pena dell’ergastolo contro Salvatore Montefusco che ha ucciso la moglie Gabriela Trandafir e la figlia della donna, Renata, di fatto declassando i due assassinii a reazione comprensibile rispetto ad una situazione familiare.
Le motivazioni di questa sentenza da un lato esprimono il dis-valore dato alla vita delle donne, dall'altro rischiano di essere di riferimento per altre sentenze su femminicidi e di fare "scuola".
Nella sentenza viene scritto: «in ragione della comprensibilità umana dei motivi che hanno spinto l’autore a commettere il fatto di reato». Per «motivi», si intendono «le nefaste dinamiche familiari che si erano con il tempo innescate».
Il femminicidio, quindi, è comprensibile! In alcune circostanze è addirittura giustificato! 
Ma non basta: siccome nelle "dinamiche familiari" centra il comportamento delle due donne, si scarica su di loro la colpa degli omicidi.
Ora noi non possiamo sapere cosa succedeva in quella famiglia, ma la questione è che la sentenza avvalora il delitto legittimo, i valori della "famiglia" che non si devono rompere.
La presidente Elisa Ercoli dell'Associazione "Differenza Donna" ha parlato di necessità di una «formazione adeguata per chi giudica..." Ma che c'azzecca? Non è un giudice non "formato" che ha fatto questa sentenza, ma un giudice che difende consapevolmente le ragioni, l'humus omicida di un uomo.
E in questo clima fascista, di cancellazione in generale dei diritti, della volontà delle donne il messaggio di questa sentenza è grave e in linea. Così tanti femminicidi possono essere "giustificati".

Gli impegni necessari in questo anno 2 - Contro violenza e femminicidi, contro il governo fascista Meloni che li fomenta, contro questo sistema sociale che li genera, scatenare la furia delle donne

La giornata del 25 novembre 2024 possiamo dire che si è chiusa con la richiesta di condanna all'ergastolo per i femminicidi di Giulia Tramontano e Giulia Cecchettin. Una condanna che sembra quasi simbolica nella giornata del 25 novembre. Una condanna necessaria ma come ha denunciato anche la sorella di Tramontano: queste condanne - che è giusto che ci siano, a fronte anche di sentenze recenti che invece hanno ridotto o dato condanne ridicole ad assassini di donne, arrivando anche a giustificare le loro marce concezioni - queste queste condanne però sono fatte dopo che le donne sono morte, mentre niente viene fatto per impedire questa guerra di bassa intensità che continua e aumenta contro le donne e che anzi viene di fatto legittimata dall’alto con la Meloni che dopo giorni di silenzio ha parlato ma per dire anche lei che è l'immigrazione soprattutto che incide nei casi di violenza sessuale, dando così un avallo di governo alle squallide, razziste affermazioni fatte nei giorni precedenti al 25 novembre dall’osceno ministro Valditara, usando strumentalmente la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne per fare un ulteriore attacco razzista, fascista contro gli immigrati. Peggio non poteva fare, ma invece lo ha fatto.
Perché quando sempre in un’intervista che ha fatto la Meloni a “Donna moderna” ha parlato di come garantire maggiore sicurezza alle donne ha indicato “le assunzioni e il trattamento delle forze dell'ordine”, in questo ha indicato principalmente il problema della sicurezza delle donne!
Quelle forze dell'ordine che archiviano le denunce delle donne, a cui sono seguiti tanti casi di femminicidi.
Uccisioni di donne ampiamente annunciati, ampiamente denunciati alle forze dell'ordine non una volta, ma in alcuni casi anche più volte, eppure i femminicidi ci sono stati e continuano, (ndr. già all’inizio di questo 2025 una donna è stata uccisa dal marito, guardia giurata).
Forze dell'ordine che quando una donna, una ragazza, va a denunciare, con tutto chiaramente un senso di oppressione, anche di imbarazzo, a volte, sbagliando, anche di vergogna, paura, le forze dell'ordine al massimo le ascoltano burocraticamente, anche di fronte a disperazione delle donne. Poliziotti, carabinieri che sono stati anche responsabili direttamente di femminicidi e stupri, e oggi lo possono essere ancora di più, perché il governo gli permette di andare sempre in giro, anche fuori servizio, con la pistola.

Ma perché la Meloni contro i femminicidi indica una delle soluzioni principali nel rafforzamento delle forze dell'ordine. Per le donne? No, certo! Lei dice: per la funzione di contrasto all'insicurezza delle nostre città e quindi per il contrasto all'immigrazione illegale di massa. E arriviamo sempre allo stesso scopo che non ha niente a che fare con le donne e con i femminicidi, che nel 90% dei casi sono fatti da uomini italianissimi, bianchissimi. E quindi sono loro gli uomini che odiano le donne.

Ma le donne subiscono violenza generale e quotidiana, dallo Stato, dal governo. La violenza economica verso le lavoratrici, fatta di precarietà, dipendenza economica dalla famiglia, quella famiglia in cui poi troppe trovano la morte, è la base oggettiva sempre più attuale della condizione di doppia oppressione della maggioranza delle donne. Così come l'altra faccia della guerra contro le donne, l'attacco al diritto d'aborto che come i femminicidi ha la sua radice nel voler schiacciare la volontà delle donne, la libertà di scegliere, di decidere della propria vita.

Il governo fascista Meloni ha nel suo seno uomini ministri che non si vergognano neanche a fare dichiarazioni sessiste, offensive verso le donne. Una cloaca di ministri sottospecie umana, fomentatori della violenza sessuale contro le donne spargendo un humus che è fascista, che è di odio verso le donne, verso chi non ci sta, verso chi si ribella all'oppressione.

Quindi dobbiamo andare alla radice della barbarie, che è il moderno fascismo del governo Meloni, il sistema capitalista e imperialista.
Non possiamo limitarci a denunciare solo gli effetti, perché questi non si possono cancellare senza attaccare il sistema in generale il sistema capitalista imperialista che oggi ha nel governo Meloni la sua espressione nera più reazionaria e che pone nelle sue basi la doppia oppressione della maggioranza delle donne.

Il governo Meloni viene in generale nelle mobilitazioni, anche quelle del 23/25 novembre, denunciato come governo patriarcale quando è un governo fascista! Perché il patriarcalismo, le concezioni, le pratiche patriarcali oggi sono il frutto del moderno fascismo.
Rinnovare, riprendere valori patriarcali per tenere oppressa e sfruttata più della metà dell'umanità è per questo sistema necessario. Quindi il patriarcalismo c'è! Ma confondere l'uso moderno del patriarcalismo con il sistema che lo produce può diventare fuorviante. Non si vedono i nemici principali da combattere e alla fine si rischia di spargere illusione che si può eliminare il patriarcato senza eliminare l'imperialismo, il capitalismo, e in Italia oggi come tappa, senza rovesciare il governo fascista Meloni.

Questo anche perché pure sulle soluzioni ci sono alcune illusioni.
Per esempio tra le soluzioni principali rispetto al contrastare i femminicidi, si pone la questione dell'educazione sessuale-affettiva nelle scuole. Questo non solo è un'illusione, ma è anche sbagliato porlo senza dire “chi educa chi?” Chi dovrebbe educare? E senza denunciare come questa scuola, Valditara insegna, non può fare educazione sessuale-affettiva. Anzi, siamo noi che dobbiamo dire: non vogliamo che questa scuola, impregnata sempre più di ideologia da “Dio, patria e famiglia”, da concezioni e pratiche militariste in cui le forze armate fanno loro le lezioni, sembrano loro gli insegnanti, faccia educazione sessuale-affettiva. E mentre per questi ormai la scuola è diventata quasi casa loro, invece associazioni che si battono contro i femminicidi, la violenza sessuale, le espressioni genuinamente democratiche, ecc, non possono accedere nelle scuole, viene loro sbarrato la possibilità di entrarvi.
Vogliamo ricordare quello che succedeva negli anni 70/80, in cui le scuole erano occupate ed erano le studentesse, gli studenti che organizzavano corsi, lezioni autogestite su vari temi. Ecco, sono le scuole occupate dalle studentesse che possono fare corsi di educazione sessuale, facendo entrare chi decidono loro e chi effettivamente può dare un contributo alla battaglia delle donne, delle ragazze. Allora se vogliamo fare queste cose, occupiamole di nuovo queste scuole! Perché altrimenti, ancora una volta, si vede l'albero e non la foresta, quando bisogna colpire la foresta.

Per cui serve un movimento femminista, Sì, ma proletario rivoluzionario, che sia espressione di classe della maggioranza delle donne che sono proletarie e che lavori per scatenare la furia delle donne come forza poderosa della rivoluzione. Per questo dobbiamo ancora di più lavorare, a organizzare le forze perché cominci a diventare pratica concreta, lavoro concreto.

“Costrette a spogliarci e a fare squat in Questura” denuncia delle attiviste di Extinction Rebellion

Questa è la polizia che ancor di più questo governo Meloni sponsorizza, non ultimo in occasione della trascorsa giornata internazionale contro la violenza sulle donne, come quella che è a “difesa” delle donne dalla “violenza di genere”. Un apparato dello Stato borghese sempre più e solo al servizio delle repressione delle proteste, delle lotte dei lavoratori e lavoratrici, studenti, migranti, attivisti e militanti sociali e politici che denunciano e lottano contro l'ordine che impongono padroni capitalisti e Stato borghese; una polizia a cui oggi il governo fascio-sessista Meloni, che legittima ancor di più nell’ideologia e pratiche di violenza maschilista e sessista, vuole fare l'immunità penale.

Agli attivisti e doppiamente alle attiviste va la nostra solidarietà, agli sbirri servi dei servi del governo guerrafondaio e fascio-sessista Meloni tutto il nostro disprezzo, contro lo stato di polizia che il governo vuole fare avanzare a tappe forzate tutta la nostra rabbia, il nostro odio, il nostro impegno a perseguire l'unica giustizia possibile, quella proletaria e ad andare avanti nella lotta rivoluzionaria come donne.

Mfpr

Le attiviste di Extinction Rebellion denunciano: “Costrette a spogliarci e a fare squat in Questura”

Dopo oltre 7 ore di fermo in Questura, sono state rilasciate le 23 persone di Extinction Rebellion, Palestina Libera e Ultima Generazione che erano state fermate dopo la manifestazione alla Leonardo spa di Brescia“. 

Lo precisano gli attivisti in una nota precisando che “tutte le persone sono state denunciate per radunata sediziosa (art 655 cp) per la sola partecipazione ad una manifestazione non violenta di dissenso, accensioni ed esplosioni pericolose (art. 703 cp) per aver acceso un fumogeno, per imbrattamento (art. 639 cp) per aver scritto Palestina Libera su un muro, e per concorso morale (art. 112 cp) per essere stati semplicemente presenti”. Alcune persone sono state espulse da Brescia col foglio di via obbligatorio. Ma le attiviste hanno denunciato di aver subito abusi in Questura: “Ci hanno chiesto di spogliarci, di togliere le mutande e di fare degli squat. Per dei controlli, hanno detto. Questo trattamento è stato riservato solo alle donne”. 

13/01/25

Gli impegni necessari in questo anno 1 - Sostegno incondizionato e in ogni forma alle donne palestinesi e alla Resistenza del popolo Palestinese

SIAMO TUTTE PALESTINESI
SIAMO CON LA RESISTENZA PALESTINESE

Il nostro cuore, la nostra mente è sempre rivolta al popolo palestinese che sta resistendo, dando una giusta risposta contro il terrorismo di Israele.

Siamo unite a uno dei cuori pulsanti di questo popolo: le donne, le ragazze che in Palestina continuano a trasformare il loro immenso dolore in forza, che oggi fino in fondo sono il simbolo dell’oppressione più atroce delle donne di questo sistema sociale capitalista e imperialista, ma che trasformano la immane sofferenza, il dolore, in forza, in resistenza e lotta.


Le donne coraggiose, determinate sono parte fondamentale della Resistenza che da tantissimi anni questo popolo porta avanti contro l’oppressione criminale dello Stato nazisionista di Israele.
L'attacco del 7 ottobre è stato un giusto colpo inferto allo stato di Israele.

Rigettiamo e condanniamo l'uso strumentale, schifoso fatto da stampa, TV allineate ad Israele, all'imperialismo, al governo Meloni, delle donne per attaccare la giusta lotta armata del popolo palestinese, di cui le donne palestinesi sono parte attiva, come nelle precedenti resistenze, e per cui hanno mille ragioni per volere una Palestina libera dai neonazisti dello Stato di Israele e dalla sua soldataglia che tante lacrime, prigioni, torture e lutti ha dato alle donne.

Anche ora sulle migliaia e migliaia di palestinesi massacrati, la maggioranza è fatta di donne e bambini, che Israele continua ad uccidere e massacrare o con le bombe o togliendo tutto, acqua, cibo, medicinali, per annientarli per fame; il boia Netanyahu costringe le donne a partorire per strada, per terra negli ospedali che vengono bombardati, i medici vengono uccisi, sta facendo morire decine di neonati anche congelati per il freddo, tante donne hanno abortito.

Israele genocida deve pagare caro il sangue e le lacrime versato da migliaia di donne e bambini, dal popolo palestinese!

La Resistenza del popolo palestinese, il coraggio delle donne da' forza a tutte le donne, dando un messaggio di determinazione, grande coraggio, di fiducia nella resistenza e lotta, nonostante la tragedia.

Incondizionato è e deve essere il nostro sostegno attivo verso le donne palestinesi e tutto il popolo palestinese.

Imprescindibile dare visibilità e continuità al sostegno alla Resistenza del popolo palestinese e, in essa, al contributo indomito ed esemplare delle donne palestinesi che hanno dato un enorme tributo di sangue, sofferenze indicibili, ma anche, appunto di Resistenza.

Contro il governo fascista Meloni complice del genocidio!

Necessario e non rinviabile per noi donne, lavoratrici, proletarie, compagne lottare ad ampio raggio ed organizzarsi per farlo contro il governo Meloni fascista e guerrafondaio per cacciarlo, un governo che dall’inizio è stato ed è pienamente complice di questo genocidio, organizzarsi per lottare contro il "nostro" imperialismo che stringe le mani insanguinate di Netanyahu mandando armi che arricchiscono i padroni assassini italiani sul sangue dei bambini innocenti, delle donne, dei giovani, del popolo palestinese