19/12/25

Da Milano, 17 dicembre Flash mob “Sorella noi ti crediamo” presso il tribunale di Milano



Noi, compagne MFPR MI, abbiamo partecipato con il nostro striscione e parole d’ordine, ponendo l’accento sulla necessità di lottare per cambiare il sistema, in contraddizione con l’approccio centrato sull’educazione proposto da NUDM.
- Il nostro striscione è stato molto fotografato da giornalisti e dai solidali presenti.
Non sono state molte le partecipanti, oltre noi, erano presenti le attiviste della "Casa delle donne maltrattate" e l'associazione del centro antiviolenza "Cerchi d’acqua", queste ultime sono state le uniche, insieme alle organizzatrici a fare un breve intervento dove hanno ricordato che la violenza non e' un fatto privato, ma un fatto sociale che riguarda tutte e tutti.
Noi abbiamo dato luogo ad un momento significativo:
- Una giovane ragazza ha portato un cartello con una sola parola: “vergogna”.
Questo gesto ci ha ispirato una nuova energia ed abbiamo iniziato a scandire coralmente quella parola, interrompendo il flusso degli slogan tipici di Nudm.
Il grido di “vergogna” è risuonato forte, sotto la pioggia, in una mattinata grigia milanese, lasciando un segno visibile e potente.
L’azione ha ricordato ai passanti la gravità della situazione attuale: un clima sempre più fascista e divisivo, che si accanisce contro le donne con ogni mezzo possibile.
Il risultato dell' udienza:
cade l'accusa di revenge-porn: risarcimento congruo (25.000 euro!) Il reato è estinto.
La ragazza non ci sta, non vuole soldi, continua la battaglia.
MFPR MI

18/12/25

Aborto libero e sicuro: il Parlamento europeo dice sì


My Voice, My Choice è un movimento di attiviste che ha raccolto 1,2 milioni di firme per chiedere uno strumento per un accesso all’aborto sicuro, legale e gratuito su tutto il territorio europeo.

Oggi, Il Parlamento europeo ha votato a favore del sostegno alla campagna My Voice, My choice, per un accesso all’aborto sicuro, legale e gratuito in tutti gli stati membri.

Questo voto è una vittoria per tutte le donne in Europa. L'UE ha finalmente dimostrato che l'assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva è un diritto umano fondamentale. Stare dalla parte delle donne o no, oggi si è deciso da che parte stare perché un’Europa che scende a compromessi sui corpi delle donne è un’Europa che ha già compromesso la propria anima.

Se l’Europa può proteggere le banche, i confini e i bilanci, noi invece vogliamo che deve proteggere le donne. Se l’Europa finanzia strade, ponti e addirittura armi, noi invece vogliamo che deve finanziare la salute delle donne.

My voice, My choise esiste perché le donne in Polonia muoiono di aborto illegale, perché le donne a Malta vengono trattate come criminali, perché in Italia l’accesso all’aborto esiste solo sulla carta ma nella realtà è bloccato per i tanti obiettori di coscienza e per procedure, associazioni che l'ostacolano, perché in Ungheria e in Slovacchia i diritti delle donne vengono sistematicamente smantellati sotto la bandiera conservatrice della tradizione.

I politici di destra in Europa da anni bloccano, ritardano e negano i diritti delle donne. Il risultato è che i diritti cambiano da confine a confine. Il risultato è che la libertà diventa una concessione, non un diritto, solo perché sei una donna e i corpi delle donne non sono il campo di battaglia di ideologie reazionarie, vecchie e fallimentari.

A chi continua a opporsi all’accesso ad un aborto libero, legale e gratuito diciamo una cosa semplice: la vostra ideologia non vale più dei diritti delle donne. Il vostro disagio non può e non deve mai prevalere sui diritti fondamentali delle donne.

Mettere in pericolo la vita delle donne non è responsabilità, è violenza politica. Una donna su tre nell’Unione Europea abortirà nel corso della propria vita. Criminalizzare l’aborto o renderlo inaccessibile non “difende valori”: mette deliberatamente le donne in pericolo e produce morte.

Basta sacrificare i diritti delle donne a paure vecchie e superate, un’Europa che controlla i corpi delle donne non è un’Europa di valori: è un’Europa che arretra. Un’Europa che controlla i corpi delle donne non è una democrazia: è un’Europa che sceglie la paura al posto dei diritti, il controllo al posto della libertà.

Per questo il voto di oggi è un colpo al fascismo sovranazionale che avanza in ogni ambito e spalanca la strada all'attacco generale ai diritti e alla libertà delle donne, come di tutte le masse popolari.

17/12/25

Al fianco delle donne che osano denunciare

Al fianco della coraggiosa ragazza che ha denunciato per stupro il figlio di La Russa e il suo amico Gilardoni. Denuncia che è stata archiviata dal Tribunale di Milano perché i due non avrebbero percepito il presunto stato confusionale della ragazza. Avrebbero assunto una condotta superficiale e non ci sarebbe prova di costrizione ancora una volta diciamo: sorella io ti credo
I Tribunali con decisioni e sentenze, il governo, con proposte di legge e prese di posizione di ministri contribuiscono a diffondere un humus di odio contro le donne, spandono a piene mani un humus reazionario contro di esse.
Questo richiede da parte delle donne di lottare a 360° gradi perché solo la rivoluzione può cambiare dalla radice la condizione di doppia, tripla oppressione delle donne in questa società.
E' imprescindibile sostenere le donne che denunciano, dentro e fuori dai tribunali far sentire forte la solidarietà e il sostegno.
Mercoledì 17 alle ore 11 si terrà un presidio promosso da NUDM di Milano davanti al Tribunale di Milano. Una delegazione delle compagne del mfpr parteciperà, le compagne, le studentesse,  le giovani ribelli, le lavoratici sono invitate a partecipare
Movimento femminista proletario rivoluzionario -Milano
Mfpr.mi1@gmail.com

16/12/25

NUOVI IMPORTANTI MATERIALI - Perchè

Come abbiamo già anticipato, la Formazione rivoluzionaria delle donne viene sospesa e riprenderà verso metà gennaio.

Ugualmente in questo periodo pubblicheremo solo post su questioni, avvenimenti importanti per le donne.
Ma questo perchè utilizziamo questi giorni per fare altro, che serva per rilanciare con più forza e contenuti rivoluzionari questo blog.

In particolare:
- stiamo realizzando un calendario che ripercorre e restituisce alcuni degli avvenimenti, lotte più importanti di questi mesi;
- rinnoveremo la testata di questo blog femminismorivoluzionario per essere sempre corrispondente alla realtà nazionale e internazionale in cui agisce il movimento delle donne;
- stiamo preparando 3 nuovi opuscoli - un lavoro non semplice:
Un opuscolo sulla base della ripresa delle lezioni della Kollontaj, necessarie oggi, per affermare una corretta analisi materialistico storico dialettica della condizione delle donne - anche in distinzione/critica a teorie del femminismo piccolo borghese - e l'importanza fondamentale/strategica della lotta rivoluzionaria delle donne per la rivoluzione proletaria, socialista che trasformi la terra e il cielo;
Un opuscolo sulle donne e la Comune di Parigi, la prima grande esperienza rivoluzionaria di costruzione di un potere proletario in cui le donne furono tante e fondamentali nel programma e vita (purtroppo breve) della Comune e diedero il loro sangue combattendo eroicamente. Un opuscolo che cercheremo di realizzare con nuovo materiale di ricerca e con ripresa del giudizio storico di Marx e Lenin;
* Un opuscolo su donne e Palestina: l'eroismo delle donne contro l'immane genocidio del nazisionismo israeliano, il loro ruolo nella resistenza del popolo palestinese; conterrà materiali recenti e storici e interviste a donne palestinesi.

Questi opuscoli, come sempre, non li facciamo per semplice conoscenza (anche se la conoscenza è il primo passo), ma per farne nostre "armi" nella lotta delle donne, per la formazione teorica rivoluzionaria delle donne, contro le idee dominanti reazionarie, fasciste o riformiste. 

I POST PIU' RECENTI DEL BLOG MFPR - dal 25 novembre ad oggi:

12/12/25

Formazione rivoluzionaria delle Donne - Tendenze nel movimento femminista in Italia, oggi - Nudm - 2° parte

La denuncia di questo Stato borghese, dei governi della borghesia che si alternano al suo servizio, in una marcia di moderno fascismo e moderno medioevo che avanza rapida, resta di fatto circoscritta al piano sovrastrutturale, si ferma alla soglia degli aspetti fenomenici; si guarda principalmente alla contraddizione di genere non scendendo invece sul terreno che in ultima analisi è alla base della condizione di oppressione/subalternità delle donne, che è la causa da cui scaturisce la contraddizione di genere: il piano strutturale legato alla contraddizione di classe su cui si fonda la società esistente basata sulla proprietà privata dei mezzi di produzione, e divisa in classi appunto, e da cui scaturisce, influenza la sovrastruttura (l’insieme dei rapporti ideologici, filosofici, politici, giuridici, artistici, di genere…).

Il femminismo radicale “… ignora la struttura politico-economica e si concentra sugli aspetti sociali e culturali della società capitalista avanzata prendendo la relazione uomo-donna (rapporto sesso/genere) come la contraddizione centrale nella società…”. (Anuradha Ghandy)

La “soluzione” prospettata da NUDM nel “piano”, e cioè quella di chiedere di fatto riforme e per diversi aspetti finalizzare poi a questo nella pratica la mobilitazione delle donne, significa mettere in atto un'operazione di rovesciamento tipica del riformismo borghese e piccolo borghese: le riforme non sarebbero il sottoprodotto della lotta rivoluzionaria, della paura della borghesia della rivoluzione delle masse, ma in questo caso sono le lotte che diventano il sottoprodotto, l'accompagnamento alle riforme”...

...Limitarsi alla "trasformazione culturale e politica" da agire nelle scuole o nelle università, significa illudere e ingannare le maggioranza delle donne; così come lo è quello di considerare la scuola come un mondo a parte separato dalla vera realtà della società attuale… E’ come cercare di ripulire solo la superficie di un terreno che resta marcio in profondità...

...Ancora, NUDM nel piano, ma non solo, denunciando che la violenza «nasce dalla disparità di potere, non è amore, è trasversale e avviene principalmente in famiglia e nelle relazioni di prossimità. (…) e gli uomini che agiscono violenza non sono mostri, belve, pazzi, depressi" – (il che è vero), scrive poi: “...per cui sarebbe essenziale la formulazione per esempio di una "carta deontologica rivolta agli operatori ed operatrici del sistema informativo e mediatico". Tutto qui?. Certamente occorre anche il fronte culturale nella lotta da mettere in campo, ma come uno degli ambiti di quella che deve essere una lotta ampia e a 360 gradi…

Pertanto, nonostante si dica che la violenza è strutturale, sistemica, la si affronta dal frutto e non dalle radici, dalla sovrastruttura e non dalla struttura, potando la mala pianta e non estirpandola, col risultato di farla crescere più vigorosa e spargendo illusioni sulla possibilità di cambiare dall’interno questo marcio sistema capitalistico…

L’uso di termini da parte di NUDM come transfemminismo, ecc, la questione del genere maschio-femmina posto come una costruzione sociale imposta dal sistema etero patriarcale minimizzano in realtà la lotta di classe.

Le differenze tra le molteplici soggettività (donne etero, LGBT*Qeer), le diverse identità diventano tutte da valorizzare in sé stesse, da collegare/ interconnettere tra di loro, ma di fatto si annullano le classi.

“… Dare valore ai tratti della personalità piuttosto che alle condizioni materiali” - scrive Anuradha Ghandy a proposito del femminismo radicale; ma anche in merito alla tendenza del femminismo post-modernista - “si celebra la differenza e l’identità e si critica il marxismo perché si concentra su una totalità – la classe… la conseguenza è l’ostacolo oggettivo all’organizzazione della lotta collettiva che intrecci la questione di classe, che produce le diverse disuguaglianze di genere, discriminazioni e oppressioni alla questione di genere, razza, casta ecc… Questa è una forma di relativismo culturale” (AG sul femminismo del post modernismo)

Tornando al Piano di NUDM: “Questo Piano – viene scritto - non chiede aiuto, è uno strumento di lotta e di rivendicazione, un documento di proposta e di azione. Questo Piano domanda piuttosto a ciascun@ di posizionarsi, ognun@ a partire da sé, di prendere parte a un processo di trasformazione radicale della società, della cultura, dell’economia, delle relazioni, dell’educazione, per costruire una società libera dalla violenza maschile e di genere…”.

Ma la logica che guida nei fatti tali affermazioni è quella che cerca di tenere tutte/i insieme secondo una unità idealisticamente “orizzontale”, che vorrebbe non essere gerarchica, identitaria, verticistica (in termini di organizzazione).

Da un documento del Mfpr“… si cerca di tenere unite le anime più radicali del femminismo ad un’élite di femministe di professione, che va dai CAV all’intera avvocatura femminista, alle giornaliste, alle femministe della piccola e media borghesia, a quelle dei sindacati confederali, che si guardano bene dal mettere in discussione i propri privilegi…”.

Se l’oppressione di genere assume aspetti trasversali che investe le donne di classi diverse (non solo la maggioranza delle donne proletarie, ma anche le donne borghesi o piccolo borghesi subiscono discriminazioni di genere e violenza in questa società impregnata di sessismo e maschilismo, manifestazioni dell’ideologia di classe borghese dominante), le donne, come abbiamo detto, non sono però tutte uguali né i loro interessi sono uguali. E questo investe anche ciò che riguarda la questione di come combattere la violenza sessuale, la violenza di genere.

Sempre Anuradha Ghandy scrive sul femminismo radicale: “… hanno soluzioni riformiste e non possono portare avanti la liberazione delle donne”. Non si può chiedere allo stesso sistema che genera la contraddizione di genere di “risolverla”.

Inoltre, questo sistema viene definito in modo limitativo solo nella sua accezione politico-economica “neo liberista” ma non lo si attacca mai come tale, non se ne chiede un rovesciamento, ma un miglioramento, una umanizzazione, attraverso un welfare universale e pubblico che, se pur venisse accordato, sarebbe solo un palliativo, funzionale alla ristrutturazione capitalistica nel suo complesso.

La richiesta di misure di welfare universali… sono poste in termini idealisti, non di classe. Facciamo l'esempio del reddito di autodeterminazione”. Esso viene presentato come misura che libererebbe spazi di vita, libererebbe dallo sfruttamento del capitale con tutte le sue implicazioni in termini di oppressione sessuale; questo oltre che illusorio, guarda di fatto alle donne della piccola e media borghesia, non certo alle donne proletarie che un reddito (tra l’altro misero) non le libererebbe certo dalle decine di catene, e per cui il reddito, sia pur necessario, porterebbe al paradosso di giustificare la loro chiusura in casa negandole anche quel lavoro che per le donne proletarie significa anche emancipazione...

La lotta per la conquista di uno o più obiettivi, da un lato deve servire a smascherare via via tutta l’ipocrisia delle istituzioni, governo, padroni, a fronte di rinnovate e più pesanti attacchi alla condizione di vita della maggioranza delle donne; dall'altro a mostrare che ogni eventuale conquista temporanea strappata con la lotta è sempre un colpo alle istituzioni e dà fiducia alle donne nella lotta. Ma questa lotta deve far comprendere via via alle donne attraverso la propria esperienza che strappare un miglioramento, un diritto non può essere l’obiettivo finale, che è necessaria e inevitabile una lotta più ampia rispetto a quella esclusivamente rivendicativa, una lotta politica che metta al centro il rovesciamento dell’attuale società.

Le posizioni del femminismo piccolo borghese portano poi conseguenze negative nella pratica di lotta che si mette in campo.

La posizione paraistituzionale, riformista porta uno stile da manifestazione rituale, pacifica e in generale più festosa che ribelle. Su questo ha inciso anche l’impostazione ideologica/politica del Piano femminista che orienta più verso il per che verso il contro.

Chiaramente, dire no in assoluto agli incontri con le istituzioni sarebbe tatticamente una posizione errata, stupidamente estremista (la dinamica e i diversi momenti delle lotte delle lavoratrici usano tutte le armi, e tra queste gli incontri sono necessari - ma anche questi gestiti, imposti, vissuti come ”guerra” ), ma questa scelta dipende anche dalla fase contingente. Oggi con il fascio-populismo al potere sempre la lotta deve essere nell’ottica della guerra di classe.

Un'altra posizione sbagliata è quella che si sintetizza sulla “questione delle bandiere”… mentre Nudm nelle manifestazioni impone la sua organizzazione, la sua identità politica e ideologica, i suoi simboli, le sue forme, le sue “bandiere”; alle altre realtà di lotta delle donne è vietato farlo. Ma questa è la ‘dittatura’ del pensiero unico, della cancellazione delle lotte e dell'autorganizzazione che tante realtà sui territori o nei luoghi di lotta esprimono ogni giorno...

Un esempio di questo femminismo è stato anche nella grande manifestazione di Verona del 30 marzo 2019 (in occasione dei primi “Stati generali della natalità”)… Il lungo corteo era unificato dall'”Amore”… non dal necessario “odio” verso tutti gli oppressori, Stati, governi reazionari borghesi, fascisti, padroni, uomini che odiano le donne, che stanno attaccando tutti gli aspetti strutturali e sovrastrutturali della vita delle donne... Questo clima ha in un certo senso condizionato il tipo di manifestazione.

I “valori buoni” sono una trappola per le donne; se prima non siamo cattive non possiamo essere buone; dobbiamo rompere, perchè anche i cosiddetti “valori buoni” stanno rovinando la vita e c’è tutto il diritto-dovere d’impedirlo, anche con la lotta violenta contro la violenza reazionaria...

L’insieme di queste posizioni teorico e pratiche indebolisce l’efficacia di un movimento che nonostante i grandi numeri non può avere oggettivamente una presa sociale verso la maggioranza delle donne, proletarie, più sfruttate e oppresse, attaccate nella mancanza di lavoro, costrette ad un lavoro di cura sempre più penoso, colpite sempre più spesso dalle violenze sessuali, e femminicidi in famiglia… e che per tutto questo provano odio, rabbia, necessità di fatti.

Vi è un movimento di “maggioranza” (NUDM) che si impone come “unico movimento” delle donne ma è lontano dalle istanze delle donne proletarie che sono la maggioranza, che spesso lottano ma in questo movimento restano invisibili, perché esso è espressione e voce principalmente della piccola borghesia, tesa a normalizzare il movimento che invece dovrebbe rompere le “normalizzazioni”. In questo modo Nudm “vince” nelle piazza, nelle mobilitazioni le battaglie ma non la guerra generale che serve perché “tutta la vita deve cambiare”…

Le donne proletarie subendo non una ma tutte le oppressioni, sono la forza più determinata e coerente contro questo sistema capitalista in pratica ma lo devono essere anche nella necessaria battaglia teorica.

Occorre che le donne proletarie elevino la loro mobilitazione, siano forti, ribelli, influenti, riconosciute, non solo nelle e per le loro realtà di lotta, ma anche nel movimento generale delle donne, superando arretramenti, subordinazione ideologica. Le “proletarie” devono essere più che femministe, devono far proprie tutte le istanze femministe, assumere un punto di vista delle donne su tutte le questioni e ambiti, perché hanno tutte le ragioni di classe e di genere per cui lottare su tutti i terreni.

11/12/25

Perchè la parola d'ordine di Nudm "Sabotiamo guerre e patriarcato" non va bene - 2

Lo striscione d’apertura della manifestazione nazionale di Nudm del 22 novembre “Sabotiamo guerra e patriarcato” è una parola d'ordine sbagliata, frutto di una concezione che si traduce in un tipo di direzione della lotta, dei movimenti, ecc.

Ognuna di quelle parole che stavano nello striscione iniziale è sbagliata ed è controproducente. In un certo senso lo spiegano bene anche alcune interviste o editoriali comparsi su giornali, il Manifesto, Domani, eccetera, subito dopo il 22 novembre.

Per esempio, su Domani si dice “anche la guerra è una manifestazione del potere machista che schiaccia le vite”, e questo lo diceva una rappresentante di un centro antiviolenza e di Nudm.

Quindi, praticamente, si dice che quello che succede, le guerre - al di là del fatto che mettere insieme tutte le guerre si fa un polpettone, si finisce per comprendere anche le guerre di popolo; poi non si distingue ciò che avviene in Palestina, dove non c'è una “guerra” ma un genocidio, dalla guerra in Ucraina (di questa necessaria distinzione ne abbiamo già parlato) - sono determinate dal potere maschilista.

Quindi per il genocidio in Palestina, la guerra in Ucraina, ecc, non c'entra l'imperialismo, non c'entra lo stato nazisionista di Israele, l'imperialismo americano, la complicità dei nostri governi (in cui per es. da noi al potere c'è una donna e non un maschio, così come a livello UE c'è una donna), ma le “guerre” dipendono dal potere maschile e quindi dal patriarcato. Ma dire questo è grave, perché nasconde l'azione dell'imperialismo, degli stati, dei governi borghesi, sempre più reazionari, moderno fascisti; e oggettivamente diventa quasi una giustificazione per i Trump, per i Netanyahu, ecc.

C’è inoltre una sorta di scambio di posti nella storia; nel senso che ciò che viene prima, l'imperialismo, il sistema capitalista, viene invece messo come effetto non come causa. Certo ogni tanto Nudm parla di “capitalismo” ma per essa viene prima il "patriarcato" e dopo il capitalismo; invece è esattamente l'inverso.

Come abbiamo detto più volte, è chiaro che il sistema capitalista in un certo senso raccoglie tutto il reazionario, il peggio, che il fascismo è la sintesi di tutto ciò che è reazionario e quindi usa anche il patriarcalismo - e giustamente noi parliamo di “moderno patriarcalismo” - per rafforzare la propria azione, salvaguardare i suoi scopi, interessi, ma è appunto il sistema capitalista il motore, la causa e il patriarcalismo è un effetto.

Invece si fa uno spostamento di posti, che diventa un'attenuante e a volte proprio una cancellazione dell’imperialismo, del capitalismo che originano queste guerre.

Di fatto la lotta contro l’oppressione, violenze sessuali contro le donne diventa fondamentalmente un problema di cultura, un problema di educazione, per “sabotare” o (come era detto nella manifestazione del 2024) “disarmare” il patriarcato.

Ma questa è una concezione anti materialismo storico, che non analizza il movimento della storia dell’umanità; una concezione che ha influenza in tutti i campi, e che bisogna criticare.

Altra questione. Si fa un continuum tra violenza patriarcale e genocidio. Ma così non è.

Anche questo è profondamente sbagliato e anti-realtà. Non si può mettere sullo stesso piano la violenza sessuale nei paesi imperialisti con il genocidio di un intero popolo. Per noi ogni donna uccisa è un attacco a tutte le donne, però in Palestina c'è un genocidio! Allora mettere sullo stesso piano è non cogliere la immane tragedia della situazione in Palestina.

Rispetto al comunicato di Nudm che indiceva la manifestazione del 22, e anche rispetto ad alcuni interventi all'assemblea nazionale, avevamo detto che sulla denuncia eravamo in generale d'accordo. Ma quella denuncia poi non ha avuto il suo peso nella manifestazione, che è stata più arretrata nelle parole d’ordine.

10/12/25

Tornando sui provvedimenti di legge verso le donne


Nell’azione del governo sull’educazione sessuale nelle scuole, sul ddl sul “consenso libero e attuale” contro gli stupri, sul “reato di femminicidio”, a
lla fine lo scopo è sempre e solo la repressione.

Guardiamo l'educazione sessuo-affettiva. Questo provvedimento, apparentemente di risposta alle richieste del movimento femminista, delle varie voci di democratici, avrà in realtà come conseguenza quella di impedire, reprimere che all'interno delle scuole ci siano delle voci differenti. Non si tratta solo di aver imposto il consenso formale dei genitori che vuole cancellare la possibilità che gli studenti, le studentesse in particolare, o anche gli insegnanti liberamente possano decidere di fare l'educazione nelle scuole; ma di porre per “legge” il divieto a studenti, a insegnanti democratici, di farla decidendo loro come e chi deve entrare nelle scuole, e chi non si attiene alle regole verrà represso – come è accaduto in tante scuole contro insegnanti, studenti che parlavano della Palestina.

Non solo. Valditara, deputati in parlamento della maggioranza del governo hanno caricato questo provvedimento di un umore viscerale contro le donne, contro i diritti democratici e contro tutto ciò che non è allineato alla concezione - come ha detto nella presentazione in parlamento il deputato leghista Sasso - di “Dio, Patria e Famiglia”.

E questo è l'aspetto più da contrastare perché è quello più pericoloso, più invadente.

In questo senso anche noi dobbiamo attrezzarci, strumentarci di più nel denunciare questa politica del governo rispetto alle donne, rispetto agli effetti drammatici di femminicidi, stupri, che ci sono e aumentano.

Proprio sulle donne si vede bene l'aspetto ideologico con cui vengono caricati questi provvedimenti.

E’ chiaro che anche per esempio sugli immigrati c'è una linea più repressiva, ma non tanto, rispetto alla posizione e all'azione dei governi precedenti, ma su questo siamo in una peggiore continuità. Sulla questione delle donne, invece, diventa chiaro il salto in termini proprio di humus viscerale, cioè di fascismo; si vede chiaro soprattutto qui che sono “fascisti dentro”.

E questi aspetti sono quelli che più influenzano, a volte negativamente, anche i movimenti, le possibili lotte, che necessariamente anch’esse devono fare un salto.

Nello stesso tempo, però, questo ci permette di arricchire la nostra azione e la nostra propaganda. Ci permette non solo di denunciare il governo della Meloni come fascista, ma di articolare come questo fascismo va avanti, che cosa è fascismo nel concreto della realtà, mostrandone tutti gli aspetti, che per le donne hanno un peso soprattutto ideologico.

Tornando alla questione dell’educazione sessuo-affettiva nelle scuole col consenso dei genitori, il deputato leghista ha affermato che comunque l'educazione prioritaria è nella famiglia; quindi, viene prima la famiglia della scuola, e quindi non è possibile che la famiglia sia tenuta fuori dalla decisione di far partecipare o meno i figli a queste lezioni. Quella famiglia che oggi è la tomba per tante donne, dove avvengono la maggiorparte dei femminicidi; questa famiglia dovrebbe educare?

Questo miserabile reazionario deputato chiude dicendo: attenzione, guardate che “questo è il massimo della democrazia in ambito scolastico”. Per cui tutto ciò che non si attiene alle loro regole deve essere represso, perché questo è il “massimo della democrazia”.

Ecco, che anche sulle donne, anche provvedimenti apparentemente positivi, con questo governo hanno come effetto una politica e un’azione da “decreti sicurezza”.

Ma questi luridi personaggi ci danno, però, ulteriori strumenti per articolare in maniera più approfondita il nostro lavoro, le nostre parole d'ordini.