12/04/24

Protette? Ma solo se sfregiate!

Ci sono sei proposte di legge a Montecitorio che puntano a garantire alle donne vittime di violenza il diritto all’inserimento lavorativo attraverso le quote riservate alle categorie “protette”, perché la risposta alla sopraffazione passa soprattutto attraverso l’indipendenza economica.

Ma la proposta dell’onorevole Maddalena Morgante (FdI) è incredibile: prevede forme di sostegno economico a donne vittime di violenza con deformazione o sfregio permanente del viso. Sì, se sfregiate meritiamo tutela, viceversa, no!

Questa scelta è non solo discriminatoria verso tutte le altre forme di violenza che lasciano segni temporanei non visibili, violenza significa qualsiasi atto di sopraffazione di genere che possa provocare un danno psicologico e sofferenze, ma tiene anche molto poco di conto la peculiarietà del fenomeno della violenza maschile contro le donne.

Il testo però contiene aspetti ancora peggiori, prevede infatti che anche gli uomini vengano inseriti in questo disegno di tutele.

Il problema è che la Convenzione di Istanbul prevede che i due piani non debbano essere sovrapposti proprio per il carattere particolarissimo e ben identificabile della violenza maschile contro le donne che ha una chiara matrice culturale. La convenzione disciplina che i piani debbano essere separati perché gli atteggiamenti di violenza non sono simmetrici e quindi non accomunabili. Il rischio infatti è quello di non comprendere la sistematicità del fenomeno della violenza di genere. Se dunque da un lato la forbice delle donne a cui garantire aiuti economici si andrebbe a restringere, dall'altro si perderebbe proprio il focus della problematicità della violenza maschile contro le donne.

Ma non solo.

Garantire sovvenzioni unicamente a donne con segni indelebili e visibili è infatti un modo per andare al risparmio, cosa che questo governo ama molto fare quando si parla di lotta alla violenza di genere. Ridurre l'erogazione di sussidi a una sola categoria di vittime di violenza, fa risparmiare. Peccato che a rimetterci siano ancora di nuovo sempre le donne e non le casse dello Stato.

Vogliamo ricordare alla Presidente che un trauma non esiste solo se si vede. Un’altra volta un passo indietro, soprattutto da parte di una donna nei confronti di altre donne. Lo sfregio che questo governo sta operando nei confronti delle donne è sempre più evidente.



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