L’avevamo
detto!
L’avevamo capito!
Abbiamo lanciato l’allarme da tempo ed ora ecco servito l’ulteriore affondo al diritto di abortire.
Mentre la Francia costituzionalizza il diritto all’aborto e il Parlamento europeo approva una risoluzione a favore, l’Italia fa un ulteriore passo indietro.
Attente a queste due... |
Un emendamento di FdI, approvato in commissione Bilancio della Camera, all’art. 44 del ddl per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, autorizza le Regioni ad usare per le associazioni pro-life una parte dei fondi destinati alla Sanità. Sì, i fondi della Sanità pubblica invece che destinati in favore della salute di tutti, il partito della Presidente li utilizza per consentire a quella setta di fanatici pericolosi dei pro-vita di entrare nelle strutture pubbliche ed offendere i diritti della donna e della sua libera autodeterminazione. I luoghi della salute laica, pubblica, antifascista nelle mani di gruppi e movimenti antiabortisti che continuano da anni a cannibalizzare gli spazi femministi.
La motivazione è quella di supportare la maternità ma in realtà sappiamo bene che le associazioni pro-vita italiane sono associazioni ideologiche ed oscurantiste il cui unico scopo è quello di limitare la libertà della donna.
In realtà, però, occorre ricordare che è la stessa legge 194/78 che autorizza la presenza nei consultori delle associazioni di supporto alle donne che vogliono diventare madri, l’art. 2 così recita: “i consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”.
Ma, come ben sappiamo e come ben conosciamo, le associazioni pro-vita italiane che si presentano come sostenitrici delle donne madri in difficoltà, di fatto sono associazioni cattoliche di natura anti-abortista e basta, e nessun supporto offrono alle donne/madri se non quello di comprimere la loro libertà di scelta, se non quello di impedire l’accesso all’aborto.
Favorire l’ingresso ufficiale di gruppi e movimenti antiabortisti nei Consultori, di fatto, sarà un ulteriore ostacolo per le donne all’ottenimento del certificato per accedere all’IVG. I Consultori sono nati come spazi autogestiti trans femministi e successivamente statalizzati attraverso la legge 405 del 1975 ma nel corso di questi anni hanno visto il loro depotenziamento e smantellamento, da presìdi per la vita di comunità e medicina di genere, attualmente sono presenti in un numero sempre più esiguo. Questo emendamento approvato dal partito della Presidente contribuirà a consegnare queste strutture nelle mani di gruppi e movimenti antiabortisti omobilesbotransfobici.
E’ una decisione molto grave perché rappresenta l’ennesima offesa ai danni delle donne e alla loro autodeterminazione.
“Non toccherò la 194” disse la Presidente, in realtà leva diritti rendendoli impraticabili e il gioco è fatto. Approfitta delle trame larghe di una legge, la 194, che già lasciava spazio ai medici obiettori di coscienza, per reprimere, subdolamente, i diritti della donna.
Fuori le destre fasciste e i movimenti antiabortisti dai Consultori, luoghi transfemministi, laici e pubblici! Non siamo più disposte ad accontentarci delle briciole di diritti, a resistere agli attacchi di una destra che spinge per toglierci anche quelle briciole di diritti che ancora ci sono rimasti.
Che cosa possano mai centrare i Consultori con i decreti attuativi del Pnrr? E’ inutile porci la domanda: è l’ennesimo, chiaro, attacco al diritto all’aborto e alle nostre scelte riproduttive.
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