16/04/24

Con il soldi del Pnrr, antiabortisti nei Consultori

L’avevamo detto!

L’avevamo capito!

Abbiamo lanciato l’allarme da tempo ed ora ecco servito l’ulteriore affondo al diritto di abortire.

Mentre la Francia costituzionalizza il diritto all’aborto e il Parlamento europeo approva una risoluzione a favore, l’Italia fa un ulteriore passo indietro.

Attente a queste due...

Un emendamento di FdI, approvato in commissione Bilancio della Camera, all’art. 44 del ddl per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, autorizza le Regioni ad usare per le associazioni pro-life una parte dei fondi destinati alla Sanità. Sì, i fondi della Sanità pubblica invece che destinati in favore della salute di tutti, il partito della Presidente li utilizza per consentire a quella setta di fanatici pericolosi dei pro-vita di entrare nelle strutture pubbliche ed offendere i diritti della donna e della sua libera autodeterminazione. I luoghi della salute laica, pubblica, antifascista nelle mani di gruppi e movimenti antiabortisti che continuano da anni a cannibalizzare gli spazi femministi.

La motivazione è quella di supportare la maternità ma in realtà sappiamo bene che le associazioni pro-vita italiane sono associazioni ideologiche ed oscurantiste il cui unico scopo è quello di limitare la libertà della donna.

In realtà, però, occorre ricordare che è la stessa legge 194/78 che autorizza la presenza nei consultori delle associazioni di supporto alle donne che vogliono diventare madri, l’art. 2 così recita: “i consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”.

Ma, come ben sappiamo e come ben conosciamo, le associazioni pro-vita italiane che si presentano come sostenitrici delle donne madri in difficoltà, di fatto sono associazioni cattoliche di natura anti-abortista e basta, e nessun supporto offrono alle donne/madri se non quello di comprimere la loro libertà di scelta, se non quello di impedire l’accesso all’aborto.

Favorire l’ingresso ufficiale di gruppi e movimenti antiabortisti nei Consultori, di fatto, sarà un ulteriore ostacolo per le donne all’ottenimento del certificato per accedere all’IVG. I Consultori sono nati come spazi autogestiti trans femministi e successivamente statalizzati attraverso la legge 405 del 1975 ma nel corso di questi anni hanno visto il loro depotenziamento e smantellamento, da presìdi per la vita di comunità e medicina di genere, attualmente sono presenti in un numero sempre più esiguo. Questo emendamento approvato dal partito della Presidente contribuirà a consegnare queste strutture nelle mani di gruppi e movimenti antiabortisti omobilesbotransfobici.

E’ una decisione molto grave perché rappresenta l’ennesima offesa ai danni delle donne e alla loro autodeterminazione.

“Non toccherò la 194” disse la Presidente, in realtà leva diritti rendendoli impraticabili e il gioco è fatto. Approfitta delle trame larghe di una legge, la 194, che già lasciava spazio ai medici obiettori di coscienza, per reprimere, subdolamente, i diritti della donna.

Fuori le destre fasciste e i movimenti antiabortisti dai Consultori, luoghi transfemministi, laici e pubblici! Non siamo più disposte ad accontentarci delle briciole di diritti, a resistere agli attacchi di una destra che spinge per toglierci anche quelle briciole di diritti che ancora ci sono rimasti.

Che cosa possano mai centrare i Consultori con i decreti attuativi del Pnrr? E’ inutile porci la domanda: è l’ennesimo, chiaro, attacco al diritto all’aborto e alle nostre scelte riproduttive.

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