Delle lotte delle lavoratrici purtroppo si parla poco o niente. Da parte dei giornali, delle televisioni viene messo il silenziatore, e invece ce ne sono e parecchie di queste lotte sono importanti.
Le donne, le operaie, le lavoratrici portano nelle lotte sindacali tutto il carico non solo della situazione del lavoro, del salario, ma di tutti gli attacchi, le discriminazioni, le oppressioni che subiscono sia sul lavoro che fuori dal lavoro, in famiglia, nella società.
Quest'estate ci sono state le operaie della fabbrica Evoca di Bergamo che erano veramente in una situazione impossibile, da un lato dovevano lavorare con un caldo che impediva pure di respirare, dall'altro vi era un aumento della produttività, del carico di lavoro, una riduzione delle pause. Queste operaie giustamente a un certo punto hanno mollato le linee e poi hanno fatto degli scioperi. Così le operaie della Stellanti di Melfi, che di fronte al fatto che l'azienda le voleva trasferire a Pomigliano una parte di loro si è ribellata, hanno fatto denuncia, resistenza che in parte ha frenato questa iniziativa dell'azienda; è pesante per tutti vedersi da un giorno all'altro trasferire a centinaia di chilometri di distanza, ma per le donne significa molto di più, significa che devono loro trovare le soluzioni per la famiglia, per esempio a chi lasciare i figli. Le operaie della Beretta anche quest'estate hanno fatto dei presidi, scioperi, hanno manifestato davanti al tribunale di Milano perché loro con lo Slai cobas sc hanno denunciato l'andazzo della grande ditta multinazionale che sfrutta le lavoratrici delle cooperative, per avere manodopera a basso costo. Anche in altri settori, la scuola, la sanità ecc. ci sono state iniziative di lotta.
Non è affatto una situazione pacificata, e le donne in questo sono una punta di lancia. Per forza lo devono essere, altrimenti restano alla coda, restano indietro.
Il 20 ottobre c'è uno sciopero generale nazionale. Ci saranno anche tante lavoratrici, ma il problema non è che ci siano tante lavoratrici, però non organizzate, che non hanno effettivamente voce, che devono vedere tutta la loro forza, le loro esigenze messe in un "elenco della spesa", anche da parte dei sindacati di base, in cui ad un certo punto c'è pure la rivendicazione del diritti di genere, diritti delle donne. Questo non può essere accettato. E l'Assemblea Donne/Lavoratrici serve anche a questo.
Le donne proletarie negli scioperi, nelle manifestazioni anche sindacali, devono essere all'avanguardia per portare insieme la ribellione, l'esigenza che "tutta la vita che deve cambiare", che anche quando riusciamo a strappare dei minimi risultati, e spesso soprattutto oggi sono veramente minimi, sono comunque una piccola cosa rispetto all'insieme degli attacchi, dei peggioramenti, delle offese alle nostre condizioni di lavoro di vita. Sono importanti perchè li strappiamo con la nostra lotta e i padroni non ce li vorrebbero dare, ma noi non possiamo accontentarci di avere, come a Taranto, una mezz'ora in più dopo che le lavoratrici negli asili si fanno il "mazzo", o avere con tanta fatica un posto solo per alcuni mesi di lavoro, o il ripristino del reddito di cittadinanza che comunque era una miseria, ecc.
Per questo noi donne, lavoratrici in questi scioperi, mobilitazioni ci dobbiamo portare una carica in più. E' cieca questa sottovalutazione della forza delle donne che c'è anche nei sindacati di base - alcuni esplicitamente, come nell'Usb, in altri in maniera più sottile dicendo: ma noi abbiamo messo nell'elenco la rivendicazione che vengano difesi i diritti delle donne... Ma questo è mera ripetizione, è noia. E' non voler comprendere che bisogna rovesciare l'intera situazione e che è questa spinta che nelle lotte sindacali le donne possono portare.
Il nostro obiettivo è molto di più, necessariamente di più. E farla finita con questa situazione, questo sistema capitalista.
Nessun commento:
Posta un commento