Da osservatorio repressione
L’autocrate turco Erdogan sta intensificando gli attacchi contro le esperienze di autogoverno e confederalismo democratico in nord-Iraq e Siria del nord-est. Da lunedì 18 aprile è iniziata una nuova operazione militare, supportata anche dai Peshmerga curdo-iracheni del cacicco locale, Barzani (KRG, conservatore) e da pezzi dell’esercito governativo iracheno (clicca qui per la prima corrispondenza di Radio Onda d’Urto).
Bersaglio di raid aerei e tentativi – finora fallimentari – di incursione via terra sono in particolare le postazioni del Pkk sui monti dell’Iraq settentrionale e il distretto di Shengal, il territorio dell’autonomia democratica ezida, ma anche la regione di Hasake in Rojava con colpi di cannone che hanno raggiunto anche il centro di Kobane. Qui le Women’s Defense Units (YPJ) hanno annunciato la morte di tre compagne – Dilar, Ronahî and Kobanê – uccise da un drone turco
Sale nel frattempo pure il bilancio di militari turchi uccisi: secondo il Pkk sono almeno cento, di cui sei alti ufficiali. Secondo Ankara, invece, sarebbero due in tutto.
Da Shengal, dove alla resistenza delle Ybs (le forze di autodifesa ezide) si unisce la mobilitazione della società civile, sentiamo la corrispondenza di Nayera, compagna che si è recata nel nord-Iraq per condurre una ricerca sulla comunità ezida e sul suo autogoverno. Ascolta o scarica
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