Il governo guerrafondaio di Draghi non perde tempo a cominciare a mettere realmente in campo la cosiddetta “economia di guerra” che propaganda ogni giorno e con ogni mezzo, mentre infatti aumenta le spese militari al servizio della sporca guerra interimperialista taglia sulle spese della scuola pubblica: mezzo punto percentuale che in valore assoluto rappresenta il 25% della spesa in meno sulla scuola, è quanto si evince dal DEF presentato il 6 aprile scorso.
Draghi che ha indossato l’elmetto della guerra senza alcun indugio ha giustificato più che ipocritamente questo taglio delle risorse per la scuola con il calo demografico nel nostro paese.
Ma chiediamo all’attuale capo del governo Draghi: quali reali provvedimenti avrebbe messo in campo questo governo che ci chiama a scegliere vergognosamente tra “ la pace o il condizionatore” per incentivare le famiglie a fare figli? Quando ogni giorno in particolare per gli operai, i lavoratori, i proletari aumentano licenziamenti, disoccupazione o precarietà lavorativa a vita, quando la maggioranza delle donne che dovrebbero mettere al mondo i figli sono le prime a perdere il lavoro, ad essere sempre più precarizzate e sfruttate e basso costo e il tasso di disoccupazione femminile è tra i più alti in Europa? Quando l’aumento del carovita e caro bollette sta raggiungendo livelli sempre più pesanti sul piano proletario e popolare?
La verità è che ad una situazione di “normale” taglio che la borghesia dominante al servizio del profitto dei padroni capitalisti è sempre spinta a fare alle spese per i servizi pubblici considerate soprattutto dai padroni superflue adesso si è aggiunta la questione della guerra e degli interessi di classe che la borghesia ha su questa guerra interimperialista; si devono pertanto aumentare le spese militari e devono calare le spese per esempio in questo caso sulla scuola pubblica.
Draghi ogni giorno, servo del sistema capitalista e imperialista, fa sporca propaganda guerrafondaia a livello di massa dicendo che ci dobbiamo abituare all’economia di guerra, che concetti come “pace e benessere” non sono affatto scontati, pertanto il taglio alle risorse per la scuola rientra in questa logica.
E tutto questo accade nel quasi silenzio asservito dei sindacati confederali troppo “impegnati” da parafunzionari organici a questo Stato borghese in questi giorni a contare i voti delle elezioni RSU nelle scuole e a fare proclami di vittorie sui numeri degli eletti mentre si preparano a continuare a sostenere attivamente il massacro della scuola pubblica
Come si vede la lotta contro la guerra imperialista si collega alla lotta che investe a 360 gradi ogni ambito sociale e come lavoratori, lavoratrici della scuola ma non solo, come proletari, proletarie, siamo chiamati a comprendere che niente è slegato o a sé stante in questo sistema del Capitale e ad organizzarci, rafforzando il sostegno alle lotte che già gli studenti in primis hanno messo in campo in questi mesi contro il governo, e per contrastare e combattere con la lotta conseguente i piani e le azioni del governo Draghi in questa fase di adeguare ogni giorno in ogni ambito, vedi in questo caso la scuola, alle esigenze di classe della borghesia al potere.
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