25/07/19

Codice rosso, l'altra faccia della medaglia della politica nera di questo governo fascista, razzista e sessista

Niente fatto da questo governo fascio-razzista-sessista, con a "capo" un Ministro, Salvini che vomita squallide offese sessiste contro le donne che si ribellano e lottano, può essere utile contro la violenza sessuale, i femminicidi delle donne.

Il Codice Rosso (in calce riportiamo una breve scheda) - "per il contrasto alla violenza contro le donne", approvato mercoledì scorso in Senato - non deve far ingannare. Esso non è altra cosa della politica da moderno medioevo, alla Pillon, alla Fontana, ecc.; è l'altra faccia della stessa medaglia.

Meno diritti alle donne, cercando di strappare anche quelli conquistati da anni con le lotte (divorzio, aborto, ecc.), più famiglia (come base di conservazione, oppressione, portatrice di ideologie reazionarie), più repressione, più pene vanno di pari passo. 

Non possono essere proprio i responsabili del potenziamento dell'oppressione e peggioramento delle condizioni di vita delle donne, a difendere le donne dalle violenze sessuali. Coloro che sdoganano e danno piena legittimità ai fascisti; chi, Salvini, alimenta, con frasi sessiste su fb, la pancia razzista del suo "popolo" che incita a stuprare Carola (un ministro dei Caraibi si è dimesso per offese sessiste, qui niente di niente); coloro che spargono dai loro social, dai convegni, dalle Tv, una concezione aberrante sulle donne, sono i primi e più pericolosi violentatori. 

GLI ASSASSINI DOVREBBERO PROTEGGERCI DAGLI ASSASSINI?  
"Il moderno fascismo è l'edificazione a sistema di tutto ciò che è reazionario, maschilista... Le violenze sessuali oggi sono interne ad un clima politico, ad un humus sessista-razzista, sono quasi sempre spinte dalla reazione degli uomini alle donne che vogliono ribellarsi, rompere legami familiari oppressivi..." (Da "Uccisioni delle donne, oggi").

Noi sappiamo bene che la violenza sulle donne non fa che proseguire la discriminazione, il 
doppio sfruttamento e oppressione, l'ingiustizia che subiscono le donne nella società capitalista, e mai come in questo periodo la condizione delle donne sta facendo passi indietro su lavoro, salario, sfruttamento del lavoro domestico, di assistenza, ecc.
Ma su questo non ci sono leggi... 

E c'è un altro aspetto. 
Il Codice rosso serve anche alla campagna di autopropaganda di Salvini e della Lega; è una legge da spendere nella competizione all'interno della compagine governativa e verso l'"opposizione", nella perenne campagna elettorale in corso. Si tratta quindi, ancora una volta, di bassa strumentalizzazione di vite, del dolore delle donne. 
Nello stesso tempo, anche con il "Codice rosso" i fondi delle polizie andranno in gestione al ministro dell’Interno, mentre il governo non mette in campo un euro e non accoglie nessuna delle richieste dei centri anti-violenza. 
Fondi in più a Salvini = potere in più a Salvini.

Le obiezioni a questa legge sono venute da più parti. Alcuni hanno scritto: "Non si chiarisce il fatto che se ci sono violenze non c’è affido condiviso che tenga, altrimenti mi si spieghi qual è il senso di questa legge se poi la proposta Pillon obbliga le donne denuncianti ad avere a che fare con gli ex mariti per non incorrere in accuse e sanzioni sul mancato adempimento delle regole di affido".
"E’ pura ipocrisia dirsi dalla parte delle donne e poi dare in pasto le donne ai fan dei social in cui le donne vengono minacciate o insultate. E’ ipocrita dirsi dalla parte delle donne e poi condannare quelle che dicono di No a un ministro, al bullismo politico, al mobbing istituzionale".
"Questa legge è solo frutto di una visione paternalista che solletica l’ego dell’eroe che arriva dopo, sempre e solo dopo, che la donna è già stata vittima di violenza. E prima? Durante?".
"Manca in questa legge qualunque attenzione alla prevenzione del fenomeno". 

Le donne, il grande movimento di lotta delle donne, espressosi in particolare quest'anno, non si lascerà certo ingannare!
Dietro ogni provvedimento, dietro l'apparenza vedrà la sostanza, vedrà il mostro violento di Salvini e del suo governo che è pervicacemente contro le donne. 

UNA SCHEDA DEL "CODICE ROSSO"
Questa legge impone tempi più rapidi e pene più severe, codice rosso in Pronto soccorso e intervento del Magistrato entro tre giorni dalla denuncia, una corsia preferenziale per denunce e indagini sul colpevole, l'aumento delle pene per i colpevoli di reati sessuali, compreso lo stalking.
Maltrattamenti e minacce in famiglia: previsti 7 anni di carcere.
Botte in famiglia: la pena passa a 7 anni di carcere e aumenta se la violenza è stata fatto su un minore, una donna in gravidanza, un disabile o se l’aggressione è armata.
Stalking: pena massima 6 anni e sei mesi.
Violenza sessuale: se commessi da un convivente o coniuge la pena è l’ergastolo, se non esiste rapporto affettivo la pena prevista è di  12 anni di carcere.
Violenza sessuale di gruppo: pena prevista 14 anni
Revenge porn: è stato introdotto un nuovo articolo nel codice penale il 613 ter, inserito dopo il reato di Stalking. Per revenge porn si intende la “diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti”. Questo reato è punito con la reclusione da 1 a 6 anni e il pagamento di una multa che va da 5 mila a 15 mila euro. Aumenta la pena se il colpevole è coniuge o convivente della vittima o se la vittima  è una persona di inferiorità fisica o psichica o una donna in stato di gravidanza.
Sfregio al volto: anche il reato di sfregio del volto è stato introdotto nel codice penale. Chiunque provochi danni e lesioni dalle quali ne derivino deformazioni o ferite permanenti del viso, viene punito con 8-14 anni di carcere. Se lo sfregio provoca la morte della vittima è previsto l’ergastolo.
Stop alle nozze forzate e alle spose bambine: è stato inoltre introdotto l’emendamento che punisce chi, per motivazione religiosa o non, obbliga con violenza reale o psicologica di unirsi in matrimonio, anche civile, contro la propria volontà. Per questa violenza è prevista la pena da 1 a 5 anni e sale a 6 anni se la vittima è minorenne.
Il fattore tempo e l’inasprimento delle pene sono aspetti ritenuti determinanti per arginare questa piaga sociale che in Italia provoca ogni 72 ore,  la morte di una donna.
Il ddl prevede anche corsi di formazione specifici per gli agenti di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria affinché siano in grado di affrontare il problema, come il sostegno agli orfani.

Nessun commento: