La commissione Giustizia del Senato ha rinviato la discussione a nuova data, con tutta probabilità a settembre, affidando ancora al senatore leghista il compito di riscrivere il testo unico sull'affido condiviso.
MA... ARRIVEDERCI
A SETTEMBRE...
Mfpr
Quel filo nero che lega il sistema Bibbiano e il DDL Pillon
Giovanni Drogo | 22 Luglio 2019
Bibbiano è sulle bocche di tutti, tutti ne parlano ma
nessuno sa esattamente di cosa sta parlando. Lo dimostra la
figuraccia dell’eurodeputata leghista Isabella Tovaglieri che non
è stata nemmeno in grado di dire di quale reato è accusato il
sindaco Andrea Carletti (autosospesosi dal PD). Lo dimostra la
strumentalizzazione del M5S con Luigi Di Maio che parla del PD
come del «partito di Bibbiano» che «toglie i bimbi alle famiglie
con l’elettroshock per venderseli». In attesa che la magistratura
(e la “task force” voluta dal ministro Bonafede) faccia chiarezza
sulla vicenda però i nostri politici potrebbero parlarci del DDL
Pillon.
Sorpresa: anche il DDL Pillon “strappa” i bambini
alle famiglie (per mandarli in centri di rieducazione)
Che c’entra il progetto di riforma dell’affido
condiviso con i presunti abusi commessi a Bibbiano? All’apparenza
si tratta di due argomenti completamenti diversi. Da una parte ci
sono quelli che l’opinione pubblica ormai chiama “orchi”,
“pedofili” o anche peggio che avevano messo su un “business” per
vendere i bambini togliendoli alle loro famiglie d’origine.
Dall’altra una proposta di legge che mira invece a tutelare la
“bigenitorialità”, vale a dire a consentire ai figli delle coppie
separate di continuare ad avere rapporti con entrambi i genitori.
Anzi, secondo il Senatore Pillon «dopo lo scandalo della Val
d’Enza credo che la politica debba dare risposte vere e concrete»,
risposte che il Governo e la maggioranza daranno proprio anche con
l’approvazione del DDL 735, la cui discussione è ripresa qualche
giorno fa (senza che Di Maio dicesse nulla in merito).
Ma chissà come mai si parla molto dei presunti pedofili
di Bibbiano e poco o nulla (lo ha fatto Presa Diretta tempo fa)
delle posizioni a favore della pedofilia di
Richard Gardner, lo studioso ha teorizzato la PAS (Parental
Alienation Syndrome) nota anche come sindrome da alienazione
parentale. Si tratta di una presunta
malattia psichiatrica della quale possono
soffrire i figli delle coppie separate. Malattia
che però, dicono OMS e Ministero della Sanità, non esiste. Gardner
è uno che nel libro True and False Accusations of Child Sex Abuse
scrive che bisogna dire ai bambini che in fondo gli abusi sessuali
sono una cosa normale perché in altre società è considerata la
norma. Nessuno però chiede di parlare di Gardner, forse
l’argomento è troppo ostico, forse è molto più eccitante parlare
di processi che non sono ancora iniziati. Perché è sempre così, un
conto è ascoltare la versione romanzata (magari con un podcast
pieno di ingenuità) dei fatti, un altro è vedere cosa hanno
stabilito i processi.
Come il DDL Pillon creerà tante piccole Bibbiano
Eppure proprio di “alienazioni” ed “estraniazioni” si parla nella proposta di legge Pillon, che evita accuratamente di menzionare in maniera esplicita la controversa (e dopo trent’anni mai dimostrata) teoria di di Gardner. È evidente in ogni caso che la PAS è alla base delle proposte di riforma dell’affido dei minori in caso di separazione. Ma all’atto pratico cosa significa? Per scoprirlo è sufficiente leggere l’articolo 18 della proposta di legge dove viene stabilito che il giudice può «disporre l’inversione della residenza abituale del figlio minore presso l’altro genitore». Questo anche quando «pur in assenza di evidenti condotte di uno dei genitori, il figlio minore manifesti comunque rifiuto, alienazione o estraniazione con riguardo a uno di essi» (art. 17).
Eppure proprio di “alienazioni” ed “estraniazioni” si parla nella proposta di legge Pillon, che evita accuratamente di menzionare in maniera esplicita la controversa (e dopo trent’anni mai dimostrata) teoria di di Gardner. È evidente in ogni caso che la PAS è alla base delle proposte di riforma dell’affido dei minori in caso di separazione. Ma all’atto pratico cosa significa? Per scoprirlo è sufficiente leggere l’articolo 18 della proposta di legge dove viene stabilito che il giudice può «disporre l’inversione della residenza abituale del figlio minore presso l’altro genitore». Questo anche quando «pur in assenza di evidenti condotte di uno dei genitori, il figlio minore manifesti comunque rifiuto, alienazione o estraniazione con riguardo a uno di essi» (art. 17).
Ora perfino Gardner sosteneva che l’alienazione
parentale avesse bisogno di due elementi chiave. Il primo è la
condotta da parte del genitore “alienante” (vale a dire uno dei
due ex coniugi ) che convince il figlio della “pericolosità”
dell’altro spingendolo anche a denunciare presunti abusi; il
secondo è la partecipazione attiva del minore all’alienazione del
genitore “alienato”. Nel DDL Pillon invece se il
figlio manifesta rifiuto, alienazione o estraniazione nei
confronti del padre o della madre anche senza che uno dei due
coniugi faccia il “lavaggio del cervello” questo è sufficiente
per affidare il minore al genitore “rifiutato”. Ma cosa
succederebbe se davvero uno dei due genitori ha commesso abusi o
atti di violenza sul figlio e proprio in ragione di questo c’è
“rifiuto” o “estraniazione”? Il bambino verrebbe tolto al
genitore con cui vuole stare e affidato proprio al genitore
abusante perché si dà per scontato che ci sia una PAS. Ma va
tutto bene, perché non lo propone il partito di Bibbiano.
Ma non finisce qui perché il giudice può anche disporre
di togliere il minore ad entrambi gli ex coniugi per collocarlo
provvisoriamente «presso apposita struttura specializzata, previa
redazione da parte dei servizi sociali o degli operatori della
struttura di uno specifico programma per il pieno recupero della
bigenitorialità del minore». Insomma il bambino o la bambina
verrebbe messo in una casa famiglia e seguito dai servizi sociali
e da operatori (proprio quelle figure che nel caso di Bibbiano
sono additati come i colpevoli “degli orrori” ma nel caso del DDL
Pillon evidentemente no) per un’opera di rieducazione alla
bigenitorialità (ovvero ad amare anche il genitore che magari ha
commesso violenze e abusi).
Come questa possa avvenire non è chiaro, e se si
usassero proprio gli stessi metodi adottati a Bibbiano (il
famoso “elettroshock” che tale non è e che è di gran moda in
certi modelli di terapia)? Siamo di fronte ad un classico
esempio di doppio standard, solo che tutti parlano di Bibbiano,
e pochi parlano del DDL Pillon. La ragione è
semplice: a Bibbiano è già stato scoperto il complotto delle lobby
LGBT contro la famiglia naturale. Il DDL 735 invece vuole proprio
difendere la famiglia naturale, a quanto pare ad ogni costo.
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