LA CEI, CONTRO LA LEGGE SULLE UNIONI CIVILI, FA TORNARE LA QUESTIONE DELL'UTERI IN AFFITTO, MA CON MOTIVAZIONI STRUMENTALI E FALSATE - RIPUBBLICHIAMO SULL'ARGOMENTO LA POSIZIONE DEL MFPR
"Bagnasco contro la legge sulle unioni civili: "Il colpo finale sarà l'utero in affitto". Il presidente della Cei apre l'assemblea dei vescovi e dice che si "sfrutta il corpo femminile profittando di condizioni di povertà". ecc. ecc.
MA FACCIAMO CHIAREZZA CONTRO IPOCRISIE E STRUMENTALIZZAZIONI...
"Bagnasco contro la legge sulle unioni civili: "Il colpo finale sarà l'utero in affitto". Il presidente della Cei apre l'assemblea dei vescovi e dice che si "sfrutta il corpo femminile profittando di condizioni di povertà". ecc. ecc.
MA FACCIAMO CHIAREZZA CONTRO IPOCRISIE E STRUMENTALIZZAZIONI...
1) Denunciamo e lottiamo contro la campagna di destra, fascista, integralista portata avanti dalla Lega di Salvini, dal Ncd, dai partiti di centro destra, dalla Chiesa, in generale dall'area del 'Family day'.
Questi partiti, forze, esponenti denunciano la maternità surrogata in nome di posizioni e concezioni di destra, familiste, del ruolo della donna come riproduttrice al servizio della "sacra famiglia: donna, uomo, bambino" e del sistema del capitale.
Sono contro l'utero in affitto con la stessa ideologia reazionaria, cattolico-integralista con cui sono contro il diritto d'aborto, la maternità come scelta della donna, la fecondazione artificiale, ecc.
Come sempre - vedi unioni civili e adozione del figlio del partner - coprono queste posizioni con la squallida ipocrisia sui bambini, sulla famiglia, che è diventata il luogo più pericoloso per le donne e i bambini.
Gli esponenti di queste forze, i preti, che ora alzano alte grida contro “l'utero in affitto”, contro l'uso del corpo delle donne povere, sono i primi che sfruttano spesso i corpi delle donne, fino alle bambine, col turismo sessuale.
QUESTO OGGI E' IL PRIMO FRONTE DI LOTTA DEL MOVIMENTO DELLE DONNE, la principale contraddizione antagonista sulla questione dei diritti delle donne.
Non si può prendere posizione contro la maternità surrogata senza schierarsi e lottare contro questa crociata da moderno medioevo, che è contro le donne, prima di tutto.
Il M5S lo collochiamo in questo fronte, per le posizioni ambigue, ma come risultato a sostegno di quelle della destra, già prese sulla questione adozioni nelle coppie omosessuali.
2) Il governo Renzi, il PD è parte ed effettivo regista di questo fronte. Renzi e le sue ministre hanno "giurato" ai loro compagni di merende che non vogliono parlare della "maternità surrogata", ma questo non c'entra nulla col rispetto del corpo delle donne e dei diritti delle donne. Visto che nel silenzio il 15 gennaio scorso, è passata una maxi multa alle donne che abortiscono fuori dalle strutture pubbliche, che va da 5 a 10mila euro, e che evidentemente colpirà tantissime donne, spesso le più povere, che sono costrette ad abortire negli studi privati, perchè l'obiezione di coscienza arriva, soprattutto al sud, anche al 90%. Visto come stanno peggiorando, col jobs act, i licenziamenti, la disoccupazione, le permanenti discriminazioni, il peggioramento dei servizi sociali, le condizioni di vita e di lavoro della maggioranza delle donne.
3) E' evidente che la maternità surrogata nella grande maggioranza dei casi è sfruttamento violento del corpo delle donne. E' espressione di una inaccettabile disparità, che è soprattutto di classe. In generale si tratta di un rapporto mercificato: c'è chi compra perchè ha i soldi, c'è chi vende perchè ha bisogno di soldi. Non lo chiede chiunque a una donna di fare un bambino, lo fa chi lo può chiedere perchè ha soldi.
Quindi non è affatto un rapporto di volontà alla pari. Non ci può essere in un sistema sociale basato sulla divisione in classi. Non ci può essere in un sistema in cui le donne sono condizionate e oppresse nel loro ruolo riproduttivo. E, in ogni caso, anche in una relazione non costrittiva, il “proprietario” del futuro bambino e la donna stanno inevitabilmente su due piani diversi: chi ha deciso, chi pone le condizioni, è chi vuole utilizzare l'utero di un'altra donna.
Nessuno può negare che la stragrande maggioranza delle maternità surrogate avvengono sfruttando la povertà delle donne, e soprattutto delle donne dei paesi del terzo mondo da parte di coppie o persone singoli dei paesi imperialisti – mettendo in luce, anche su questo. il rapporto di dominio, di oppressione, di rapina da parte dei paesi imperialisti verso le popolazioni dei paesi dipendenti. Nessuno può nascondere che su questo vi è una vera e propria industria, in cui le donne sono la forza-lavoro produttiva di una merce particolare: i bambini. Come scrive Bia Sarasini su Il Manifesto: “...i paesi asiatici, come l'India o il Nepal, sono una terra di predazione, fino al confinamento delle gestanti in cliniche che assomigliano a reclusori, per garantirsi la perfezione delle creature che devono nascere (se poi non piace, il bambino viene rifiutato). Sfruttamento, riduzione in schiavitù, vendita del corpo o pezzi di corpo”.
Questo, pone necessariamente l'obbligo di dire NO all'utero in affitto.
Coloro che parlano di “libera volontà”, che fanno mille distinguo, vogliono nascondere la realtà concreta, il fatto, materialistico, che finchè ci sono le classi, finchè c'è l'imperialismo e le popolazioni schiacciate da esso, finchè le donne, in qualsiasi latitudine del mondo, sono doppiamente sfruttate e oppresse, parlare di libertà è fare dello “spirito ad un funerale”, è voler dipingere di rosa, ma solo per sé, le tendine di un mega carcere in cui, più questo sistema sociale va avanti e più anche nei paesi cosiddetti “civili” le donne sono ricacciate a 50 anni indietro.
Questi partiti, forze, esponenti denunciano la maternità surrogata in nome di posizioni e concezioni di destra, familiste, del ruolo della donna come riproduttrice al servizio della "sacra famiglia: donna, uomo, bambino" e del sistema del capitale.
Sono contro l'utero in affitto con la stessa ideologia reazionaria, cattolico-integralista con cui sono contro il diritto d'aborto, la maternità come scelta della donna, la fecondazione artificiale, ecc.
Come sempre - vedi unioni civili e adozione del figlio del partner - coprono queste posizioni con la squallida ipocrisia sui bambini, sulla famiglia, che è diventata il luogo più pericoloso per le donne e i bambini.
Gli esponenti di queste forze, i preti, che ora alzano alte grida contro “l'utero in affitto”, contro l'uso del corpo delle donne povere, sono i primi che sfruttano spesso i corpi delle donne, fino alle bambine, col turismo sessuale.
QUESTO OGGI E' IL PRIMO FRONTE DI LOTTA DEL MOVIMENTO DELLE DONNE, la principale contraddizione antagonista sulla questione dei diritti delle donne.
Non si può prendere posizione contro la maternità surrogata senza schierarsi e lottare contro questa crociata da moderno medioevo, che è contro le donne, prima di tutto.
Il M5S lo collochiamo in questo fronte, per le posizioni ambigue, ma come risultato a sostegno di quelle della destra, già prese sulla questione adozioni nelle coppie omosessuali.
2) Il governo Renzi, il PD è parte ed effettivo regista di questo fronte. Renzi e le sue ministre hanno "giurato" ai loro compagni di merende che non vogliono parlare della "maternità surrogata", ma questo non c'entra nulla col rispetto del corpo delle donne e dei diritti delle donne. Visto che nel silenzio il 15 gennaio scorso, è passata una maxi multa alle donne che abortiscono fuori dalle strutture pubbliche, che va da 5 a 10mila euro, e che evidentemente colpirà tantissime donne, spesso le più povere, che sono costrette ad abortire negli studi privati, perchè l'obiezione di coscienza arriva, soprattutto al sud, anche al 90%. Visto come stanno peggiorando, col jobs act, i licenziamenti, la disoccupazione, le permanenti discriminazioni, il peggioramento dei servizi sociali, le condizioni di vita e di lavoro della maggioranza delle donne.
3) E' evidente che la maternità surrogata nella grande maggioranza dei casi è sfruttamento violento del corpo delle donne. E' espressione di una inaccettabile disparità, che è soprattutto di classe. In generale si tratta di un rapporto mercificato: c'è chi compra perchè ha i soldi, c'è chi vende perchè ha bisogno di soldi. Non lo chiede chiunque a una donna di fare un bambino, lo fa chi lo può chiedere perchè ha soldi.
Quindi non è affatto un rapporto di volontà alla pari. Non ci può essere in un sistema sociale basato sulla divisione in classi. Non ci può essere in un sistema in cui le donne sono condizionate e oppresse nel loro ruolo riproduttivo. E, in ogni caso, anche in una relazione non costrittiva, il “proprietario” del futuro bambino e la donna stanno inevitabilmente su due piani diversi: chi ha deciso, chi pone le condizioni, è chi vuole utilizzare l'utero di un'altra donna.
Nessuno può negare che la stragrande maggioranza delle maternità surrogate avvengono sfruttando la povertà delle donne, e soprattutto delle donne dei paesi del terzo mondo da parte di coppie o persone singoli dei paesi imperialisti – mettendo in luce, anche su questo. il rapporto di dominio, di oppressione, di rapina da parte dei paesi imperialisti verso le popolazioni dei paesi dipendenti. Nessuno può nascondere che su questo vi è una vera e propria industria, in cui le donne sono la forza-lavoro produttiva di una merce particolare: i bambini. Come scrive Bia Sarasini su Il Manifesto: “...i paesi asiatici, come l'India o il Nepal, sono una terra di predazione, fino al confinamento delle gestanti in cliniche che assomigliano a reclusori, per garantirsi la perfezione delle creature che devono nascere (se poi non piace, il bambino viene rifiutato). Sfruttamento, riduzione in schiavitù, vendita del corpo o pezzi di corpo”.
Questo, pone necessariamente l'obbligo di dire NO all'utero in affitto.
Coloro che parlano di “libera volontà”, che fanno mille distinguo, vogliono nascondere la realtà concreta, il fatto, materialistico, che finchè ci sono le classi, finchè c'è l'imperialismo e le popolazioni schiacciate da esso, finchè le donne, in qualsiasi latitudine del mondo, sono doppiamente sfruttate e oppresse, parlare di libertà è fare dello “spirito ad un funerale”, è voler dipingere di rosa, ma solo per sé, le tendine di un mega carcere in cui, più questo sistema sociale va avanti e più anche nei paesi cosiddetti “civili” le donne sono ricacciate a 50 anni indietro.
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