31/01/24

Voto storico in Francia: il diritto all’aborto entra nella Costituzione

La proposta di legge, presentata dalla sinistra radicale di La France Insoumise, è stata approvata con un’ampia maggioranza, il Parlamento francese ha votato a favore dell’inserimento nella Costituzione del diritto all’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg). L’iter della legge, iniziato il 24 gennaio, oggi all’Assemblea Nazionale ha conseguito un ulteriore passo in avanti per ottenere l’iscrizione nella Costituzione della libertà della donna di ricorrere all’aborto. Sarà, da ultimo, il Consiglio di Versailles a decretarne la definitiva introduzione nella Costituzione, una modalità eccezionale riservata alle leggi costituzionali.

«È un voto storico. L’Assemblea nazionale parla al mondo, la Francia parla al mondo» ha dichiarato Mathilde Panot, capogruppo dei deputati Insoumis, dedicandolo alle donne negli Stati Uniti, Polonia e Ungheria. Prima del voto, Panot ha argomentato che si tratta di un testo per proteggere l’aborto e «premunirsi da una regressione» come accaduto di recente negli Stati Uniti e in qualche Paese europeo (come l’Italia, aggiungiamo noi).

L'Assemblea non ha mancato l'appuntamento con la storia. La storia è piena di diritti fondamentali, conquistati duramente, che tutti pensavano fossero stati definitivamente acquisiti e che, con stupore o indifferenza, sono stati spazzati via. Non c'è motivo di credere che il diritto all’aborto sia minacciato in Francia ma ciò nonostante si è voluto costituzionalizzare una libertà di scelta della donna. Il messaggio inviato dalla politica è "simbolico": la libertà di interrompere la gravidanza vuole essere tutelata e viene considerata essenziale dalla Repubblica francese.

Una proposta di legge più che necessaria in questi tempi turbolenti. Il diritto all'aborto è "messo in discussione" e noi in Italia lo sappiamo benissimo.

Nell’ultimo report di dicembre 2023 la commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa ha segnalato in ben dodici punti le mancanze del nostro paese in materia di giustizia sessuale e riproduttiva in particolare rispetto al difficile accesso all'aborto nonostante la presenza di una legge (194/78) che ad oggi purtroppo risulta fortemente inattuale ed inefficace per l’alta percentuale di obiezione di coscienza da parte dei medici che al sud Italia arriva fino al 79%; per l'imposizione dell'obbligo di 7 giorni di riflessione se si sceglie di abortire; per lo smantellamento dei consultori; per il mancato accesso alla contraccezione; per la totale assenza di educazione sessuale nelle scuole.

Disincentivare la scelta di abortire, in tutti i modi e con tutti i mezzi, questa è l’ossessione dominante che è tangibile di fronte a proposte legislative oscene (cfr. ascoltare il battito cardiaco del feto prima di eseguire un’interruzione della gravidanza) o scelte amministrative ingiuste ed insensate. La Regione Piemonte, ad esempio, ha recentemente deliberato lo stanziamento di un fondo pari ad 1 milione di euro in favore di associazioni Pro-Vita ovvero in favore di associazioni e realtà antiabortiste. Ancora una volta ci troviamo ad assistere a un violento attacco all’autodeterminazione sui corpi e sulle scelte delle donne. Ancora una volta si è scelto di investire soldi pubblici per finanziare associazioni e realtà antiabortiste che sono entrate a pieno diritto nei luoghi della salute pubblica. Disincentivare la scelta di abortire a suon di finanziamenti è un violentissimo attacco alla nostra libertà di scelta. Soldi che potevano essere investiti per rifinanziare i consultori, per politiche di sostegno alla genitorialità, servizi per la prima infanzia e alle politiche di welfare ma che invece vengono investiti per limitare la libertà delle donne.

Né possiamo sottacere il convegno antiaborto promosso dalla Lega alla Camera qualche giorno fa e durante il quale si è proposto di modificare la 194: “ nemmeno in caso di stupro la donna è autorizzata ad uccidere il feto”. FOLLIA! Non si ha idea delle ripercussioni psicologiche che una donna vittima di stupro va ad incontrare, Non solo, se alla luce di tale stupro porta in grembo il frutto dell’atroce violenza subita, che vita può avere tale donna? Che vita potrà avere quel feto quando sarà nato? Non si tiene conto di tutte le pericolosità psicologiche che questi eventi abominevoli rischiano di causare. A che punto si può arrivare pur di limitare la libertà di scelta di una donna...

Ben venga dunque la lezione di libertà che arriva dalla Francia.

Giù le mani dai nostri corpi!

Antonietta Ricci – avvocata, Taranto

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