14/07/23

Su maternità surrogata - Nel dibattito su Il Manifesto questa volta siamo d'accordo con alcune argomentazioni della femminista Lea Melandri

Lea Melandri scrive su Il Manifesto un articolo di cui riportiamo solo alcuni stralci che condividiamo:

"...Dietro le argomentazioni di facile impatto emotivo - dice la Melandri - con cui si vorrebbe iscrivere la criminalizzazione della pratica della gravidanza per altri nella violazione di diritti umani – riduzione delle donne in schiavitù, e dei bambini in merce di acquisto – è evidente che la finalità prima è la difesa della famiglia considerata «naturale», formata da un uomo e da una donna... (ns nota 1)

...Più ascolto dibattiti e più aumenta l’indignazione per commenti che sono un’offesa, per non dire una violenza, contro non solo il diritto dei figli/e di essere riconosciuti/e, ma anche nei confronti delle donne di decidere del loro corpo, fossero anche scelte che non ci piacciono...

...l’«alienazione» che le donne hanno fatto e fanno del loro corpo non si combatte criminalizzandole. (ns nota 2).

Non è certo scoperta di oggi la mercificazione del corpo femminile e neppure, come sembra vedere con scandalo qualcuna, la sua istituzionalizzazione. La donna è stata da sempre una «merce di scambio» tra uomini...

...Al presente la Gpa purtroppo è un’arma che parte del femminismo sta regalando al peggiore dei governi di destra. Impedire il riconoscimento dei figli di coppie omogenitoriali è un atto crudele per la loro crescita e la loro formazione. E a proposito del business a cui darebbe adito la Gpa, vorrei ricordare che le donne per bisogno di sopravvivenza hanno fatto di tutto. Non si tratta di impedirglielo, ma lottare perché non debbano averne bisogno. (ns nota 3)

...Che oggi a invocare i diritti delle donne e dei bambini, a volgere a proprio uso parole nate dalle pratiche del femminismo, come «autodeterminazione», «autonomia», sia lo stesso movimento Pro Vita che abbiamo visto manifestare con violenza davanti alle cliniche dove si praticava l’aborto, dovrebbe quanto meno suscitare qualche sospetto sul fatto che la preoccupazione principale siano la vita della donna e quella del bambino. Quante donne sono state costrette, per imposizione esterna o moralmente interiorizzata, a partorire figli che non desideravano? (ns nota 4). Siamo sicuri che a far crescere e ad educare figli siano solo genitori biologici e non adulti, di un sesso e dell’altro che li hanno desiderati e amati?..."(ns nota 5).


Contro queste, di buon senso, argomentazioni, tale Silvia Niccolai scrive, invece, sempre su Il Manifesto:


"..il femminismo di ogni tempo lotta contro la subalternità delle donne, ma che cosa significa essere “subalterne”? Farsi dettare l’agenda, sia pure per reazione, dalla politica dei partiti, ecco la vera subalternità…

Di questa subalternità dà prova chi… accusa di dare argomenti alla destra le molte donne di ogni età e di ogni paese che, del tutto indipendentemente da chi è, è stato, o sarà al governo, sono da sempre contrarie alla surrogazione di maternità… quale sarebbe lo spazio di un’autonoma presa di parola femminile se dovessimo ogni volta preoccuparci di modulare questa presa di parola a seconda di chi governa?… A vantaggio di chi? Certo non della Costituzione che pure, a colpi di Bella ciao, di tanto in tanto si ama invocare contro il governo “fascista”.

È in nome della Costituzione che la giurisprudenza, in un percorso complesso, tanto impegnativo quanto luminoso, ha riconosciuto che la gpa contrasta coi valori di dignità e libertà della persona umana (i più alti consessi internazionali, penso tra molti esempi a una dichiarazione del Consiglio Onu per i diritti dei bambini del 2018, la definiscono senz’altro un mercato dei bambini). Per questo non è possibile in quei casi trascrivere in modo automatico e integrale gli atti di nascita... 

...In particolare, a me sembra che, con le cose messe in chiaro sulla gpa, ora siamo a un passo dal riconoscere l’evidenza: tutte le famiglie sono generate da una donna, ed è questa la “essenziale funzione familiare della donna” di cui parla la Costituzione, con un vasto guadagno per tutte (non sta forse qui il vero superamento della “famiglia tradizionale”?)...".

*****

Su queste affermazioni di Niccolai non abbiamo, non vogliamo spendere molte parole, non ne vale la pena. Per questa signora alle donne non deve importare chi ci governa, ergo: nessuna lotta contro questo governo Meloni e i suoi ministri/ministre che in maniera ancora più spudorata e usando le armi della repressione stanno facendo una campagna oscena sulle donne, perchè facciano soprattutto figli su figli, una campagna che tra non molto arriverà ad un attacco chiaro istituzionale contro il diritto d'aborto. Niccolai chiede "A vantaggio di chi?", ma del governo, della sottospecie di Ministri, come Roccella, Lollobrigida, Salvini, ecc!

E proprio come questi osceni personaggi la Niccolai sostiene che è giusto che i figli di coppie omogenitoriali non siano registrati o registrati a metà, siano una sorta di "desaparecidos".

Stendiamo poi un velo pietoso sull'ultima affermazione: "essenziale funzione familiare della donna", che è appunto quello che vogliono governi, padroni, Chiesa.


Note da scritti del Mfpr sull'argomento

(NOTA 1)

Governo, partiti in parlamento, varie forze denunciano la maternità surrogata in nome di posizioni e concezioni di destra, familiste, del ruolo della donna come riproduttrice al servizio della "sacra famiglia: "donna, uomo, bambino" e del sistema del capitale.

Sono contro l'utero in affitto con la stessa ideologia reazionaria, cattolico-integralista con cui sono contro il diritto d'aborto, la maternità come scelta della donna, la fecondazione artificiale, ecc. e oggi contro il riconoscimento dei  figli di coppie omogenitoriali.
Coprono queste posizioni con una grossa squallida ipocrisia sui bambini, sulla famiglia, sulle stesse donne
Non si può permettere, ancora di più oggi, che chi, il governo Meloni e in parlamento, appoggia e alimenta la guerra - che è la più feroce, orrenda arma degli Stati, governi imperialisti per uccidere i "diritti" dell'umanita'; chi lascia morire in mare decine e decine di bambini - possa passare per difensore dei bambini, dei diritti delle persone   
QUESTO OGGI E' IL PRIMO FRONTE DI LOTTA DELLE DONNE, la principale contraddizione antagonista sulla questione dei diritti delle donne.
Non si può prendere posizione contro la maternità surrogata senza schierarsi e lottare prima di tutto contro questa crociata da moderno medioevo, che è contro le donne, prima di tutto. Oggi, vuol dire contrastare, combattere la proposta di legge, prima di tutto nelle piazze, ma anche in parlamento votando contro. Su questo non ci può essere ambiguita'...

(NOTA 2) 

Non siamo affatto d'accordo che vi debbano essere leggi che reprimano la maternità surrogata. Primo, perchè chi dovrebbe fare le leggi per reprimere sono gli stessi Stati imperialisti che portano avanti la massima oppressione istituzionalizzata verso le donne e i bambini, che massacrano donne e bambini (e mai come in questo periodo è vero, se pensiamo ai migranti, ai bombardamenti, a quanto succede in Palestina, ecc,, a cui anche l'Italia contribuisce); secondo, perchè in questo sistema capitalista come, avviene per la prostituzione, per l'aborto clandestino, sono poi anche le donne che verrebbero colpite dagli interventi repressivi, diventando due volte vittime. Ma anche perchè in nome del dire No allo sfruttamento del corpo delle donne, che invece va avanti liberamente nei paesi del Terzo mondo come nei paesi imperialisti, verrebbe giustificata e legittimata una coercizione sempre e comunque della volontà delle donne; insieme ad una non distinzione tra lotta allo sfruttamento del corpo delle donne (vedi turismo sessuale) e maternità surrogata in sé e per sé.

(NOTA 3) 

E' evidente che la maternità surrogata nella grande maggioranza dei casi è sfruttamento violento del corpo delle donne. E' espressione di una inaccettabile disparità, che è soprattutto di classe. In generale si tratta di un rapporto mercificato: c'è chi compra perchè ha i soldi, c'è chi vende perchè ha bisogno di soldi. Non lo chiede chiunque a una donna di fare un bambino, lo fa chi lo può chiedere perchè ha soldi.
Quindi non è affatto un rapporto di volontà alla pari. Non ci può essere in un sistema sociale basato sulla divisione in classi. Non ci può essere in un sistema in cui le donne sono condizionate e oppresse nel loro ruolo riproduttivo. E, in ogni caso, anche in una relazione non costrittiva, il “proprietario” del futuro bambino e la donna stanno inevitabilmente su due piani diversi: chi ha deciso, chi pone le condizioni, è chi vuole utilizzare l'utero di un'altra donna. La stragrande maggioranza delle maternità surrogate avvengono sfruttando la povertà delle donne, e soprattutto delle donne dei paesi del terzo mondo da parte di coppie o persone singole dei paesi imperialisti – mettendo in luce, anche su questo. il rapporto di dominio, di oppressione, di rapina da parte dei paesi imperialisti verso le popolazioni dei paesi dipendenti. Su questo vi è una vera e propria industria, in cui le donne sono la forza-lavoro produttiva di una merce particolare: i bambini. 
Finchè ci sono le classi, finchè c'è l'imperialismo e le popolazioni schiacciate da esso, finchè le donne, in qualsiasi latitudine del mondo, sono doppiamente sfruttate e oppresse, parlare di libertà è fare dello “spirito ad un funerale”, è voler dipingere di rosa, ma solo per sé, le tendine di un mega carcere in cui, più questo sistema sociale va avanti e più anche nei paesi cosiddetti “civili” le donne sono ricacciate a 50 anni indietro.
Ma occorre sgombrare il campo dalle ipocrisie borghesi. Viene tanto e in tanti modi sfruttato, violentato il corpo delle donne, che i neofiti “difensori delle donne” non possono certo emergersi a difensori delle donne se il loro corpo serve per dare un figlio ad altri. E oggi, proprio da questo governo e dai suoi Ministri la questione del corpo delle donne come "macchina di riproduzione" per forza lavoro per il capitale e per braccia per la guerra, viene considerato un anello centrale per sostenere il loro barbaro sistema borghese.
Senza rovesciare questo sistema, senza costruire una nuova società, socialista verso il comunismo, in cui centrale è il ruolo diretto delle donne nella rivoluzione e nella rivoluzione nella rivoluzione, non ci può essere liberazione delle donne; non ci può essere liberazione dal bisogno.

(NOTA 4)


Quante donne, nel rapporto di subordinazione che sono costrette a vivere con il proprio uomo, fanno figli perchè glielo impone il marito, la famiglie (d'origine o quella del marito), figli da loro non desiderati o frutto a volte anche di violenza sessuale, e quindi niente affatto di "libera scelta"; questo non è abbastanza simile alla Gpa (Gravidanza per altri)?
Le "prostitute" non vendono il loro corpo ad altri? Anche per loro allora ci dovrebbe essere una legge che vieta e punisce a "livello universale"? Nessuna donna cosciente, nessuna femminista può pensare questo.
Si dice: Invece che Gpa, adozioni. Ma anche questa è ipocrisia! Anche tante adozioni - soprattutto nei paesi dipendenti dall'imperialismo - si tratta di bambini partoriti da una donna che è stata, però, impossibilitata a tenerli, per vari motivi (in primis la povertà) e presi, divenuti figli di coppie al 90% occidentali. Anche qui dov'è la grande differenza?  

(NOTA 5)

Non siamo d'accordo con alcune argomentazioni sul No alla maternità surrogata, che vengono dal fronte del femminismo borghese e piccolo borghese. Queste argomentazioni esprimono una concezione moralista e/o idealista della maternità, che, lo si voglia o no, fanno da altra faccia della “mistica della maternità” conservatrice/cattolica.

Una di queste argomentazioni, per esempio, riguarda il rapporto madre-figlio nei 9 mesi di gestazione che verrebbe “violentemente interrotto alla nascita e dall'affidamento del bambino ad altri”. Ma questo rapporto avviene realmente quando il bambino non è più dipendente dal corpo della donna; diversamente si finisce col dar ragione a tutta la canea borghese, clericale sui diritti dell'embrione, come già una “persona”.
D'altronde, il rapporto, i bambini lo possono costruire con chi li cresce, al di là se li hanno partoriti o meno. Ed è sbagliato scrivere - come fa l'appello di 'Se non ora quando': “Se vengono programmaticamente scissi dalla storia che li ha portati alla luce e che comunque è la loro, i bambini diventano merce”. Facendo di fatto una sorta di idolatria della maternità, del legame, pre nascita, bambino/madre. Questo è sbagliato, e non ha alcuna base materialistica.
Il femminismo borghese, composto da “buone signore”, si “indigna”, ma non fa alcuna lotta contro il sistema capitalista, il suo Stato, i suoi governi, che per principio rendono le persone delle merci, o degli ingranaggi al servizio della suo profitto.

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