Gli avvenimenti che ci stanno e che continueranno ad esserci anche in questo periodo estivo da parte dei padroni e del governo non permettono di abbassare la guardia.
A Melfi l'azienda ha deciso il trasferimento di centinaia di operaie che devono andare da Melfi a lavorare a Pomigliano. Che cosa comporta per una donna, anche con figli, trasferirsi da un giorno all'altro si può ben immaginare.
Così come è ripresa la lotta delle operaie della Beretta per le condizioni di lavoro, le discriminazione salariali, il non riconoscimento dei più elementari diritti di uguaglianza di livello fra le lavoratrici dell'appalto e quelle dirette della fabbrica anche se fanno lo stesso, lavoro, e quelle dell'appalto ne fanno anche di più. Per non parlare di tante altre cose.
Ci sono le proteste, le fermate per il caldo insopportabile, con i padroni che obbligano a continuare il lavoro anche a rischio elevato per la salute; ma le operaie, appoggiate dallo Slai cobas sc scioperano! Come alla fabbrica Evoca di Bergamo.
A Mirafiori varie operaie hanno fatto ricorso all'infermeria nella giornata di ieri, anche chi va in mensa non trova il giusto recupero psicofisico ma anzi assomma ulteriore stress da clima (denuncia una delegata Fiom)".
Stessa situazione in una fabbrica nelle Marche, dove ogni giorno una lavoratrice sviene per il caldo e i ritmi, con linee che vanno a 2000 pezzi all'ora, e alimentarle o stare a scatolare distrugge, ma il lavoro devi andare avanti...
Ci sono le lavoratrici delle pulizie/ausiliariato degli asili di Taranto, che rispondono ad una repressione contro le loro lotte, contro la denuncia legittima delle condizioni di sicurezza e salute, sviluppando anche in queste settimane iniziative di mobilitazione contro l'aumento dei carichi di lavoro, per l'aumento dell'orario di lavoro e del salario, ecc. ecc.
E chiaramente per le donne, a sfruttamento, discriminazioni, attacco ai diritti sui posti di lavoro, si unisce tutta l'oppressione fuori, che viene tragicamente sintetizzata dai femminicidi che non si fermano mai (anche oggi ad Enna una donna è stata uccisa dall'ex marito, e dallo Stato che non l'ha protetta nonostante sapeva); ma anche sempre più il moderno medioevo che questo governo fascista vuole imporre alla donne con la campagna sulla natalità.
Per tutto questo, mentre dove siamo presenti ci stiamo mobilitando, preannunciamo che riconvocheremo a settembre l’Assemblea donne/lavoratrici. Perché di azione c'è bisogno e tanta.
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