Un contributo dal lavoro di documentazione, ricerca sulle donne nella Resistenza antifascista a cura delle compagne del mfpr
Serve, quindi, inquadrare brevemente, per comprendere l’enorme contributo che le donne diedero alla lotta contro il fascismo, come il regime fascista abbia intrecciato la difesa degli interessi della borghesia con l’impianto ideologico dell’inferiorità delle donne, la centralità della famiglia e il ruolo, in essa delle donne, di mere riproduttrici della razza italica (si veda anche il dossier Donne fascismo Resistenza a cura del mfpr). Le donne della Resistenza portano un forte vento di ribellione contro l’odiosa oppressione subita durante il fascismo e istanze di un mondo migliore, contro le discriminazioni, vita misera dal punto di vista economico e sociale, negazione di accesso alla cultura, orizzonti angusti in cui sprecare le proprie vite.
Naturalmente, il fascismo organizzò anche il consenso femminile. Inizialmente “attrae” il femminismo democratico con l’accoglimento delle istanze del diritto di voto alle donne e del divorzio: con le leggi speciali successive viene definitivamente smentito; sarà soprattutto con l’ Unione delle massaie rurali, prima, e della Sezione Operaie e Lavoratrici a Domicilio poi, che il regime “irreggimenta” le grandi masse femminili, ma, soprattutto, sarà l’opera del femminismo cattolico con la mistica della “missione materna” a dare al fascismo un pieno sostegno assumendo un ruolo attivo di diffusione degli “ideali fascisti” . “L’ organizzazione”, l’indottrinamento dei giovani, invece, avviene attraverso la scuola.
Queste brevi note basterebbero già da sole a far comprendere la necessità, oggi, di riprendere gli insegnamenti che ci vengono dalla Resistenza: gli attacchi ai diritti al lavoro e sul lavoro non hanno precedenti; gli attacchi al diritto d’aborto non si sono mai fermati; la centralità della famiglia viene tutti i giorni evocata e il suo ruolo di ammortizzatore sociale è un fatto materiale, “normale”, ancora una volta, soprattutto in tempi di crisi.
Queste brevi note basterebbero già da sole a far comprendere la necessità, oggi, di riprendere gli insegnamenti che ci vengono dalla Resistenza: gli attacchi ai diritti al lavoro e sul lavoro non hanno precedenti; gli attacchi al diritto d’aborto non si sono mai fermati; la centralità della famiglia viene tutti i giorni evocata e il suo ruolo di ammortizzatore sociale è un fatto materiale, “normale”, ancora una volta, soprattutto in tempi di crisi.
Il fascismo viene inevitabilmente riconosciuto come responsabile del disastro verso cui sempre più rapidamente stava precipitando un intero paese.
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