13/04/15

Sull'intervento di Dilar Dirik su “il femminismo e il movimento di liberazione kurdo" - Conferenza “Sfidare la Modernità Capitalista” Amburgo 3-5 Aprile 2015

Ringraziamo UIKI ONLUS e le compagne che, traducendo e pubblicando alcuni materiali della conferenza di Amburgo del 3-5 aprile “Sfidare la modernità capitalista”, ci permette di conoscere gli interventi principali. 
 Soprattutto l'intervento di Dilar Dirik su “il femminismo e il movimento di liberazione kurdo”, lo riteniamo importante per il suo contributo alla chiarezza, lotta di posizioni anche nel movimento femminista italiano. Come scritto in premessa da una compagna di Bologna:  “Questo intervento ha suscitato alcune accese discussioni ad Amburgo fra le compagne presenti, è una critica a 360 gradi del nostro femminismo, da quello istituzionale a quello radicale e separatista... ci offre la possibilità di comprendere a fondo le ragioni e magari di poterne discutere collettivamente

L'MFPR, come forse alcune realtà di compagne già hanno da tempo compreso, condivide fondamentalmente questa critica. Tutto il suo percorso, le sue lotte, il suo lavoro teorico esprime la necessità non di un femminismo “senza aggettivi”, né di una lotta delle donne generica ma appunto di un movimento femminista proletario rivoluzionario.
Fermo restando la critica che noi abbiamo fatto alle posizione del PKK e di Ocalan su “donne-lotta al maschilismo e strategia”, sulle concezioni antimaterialistico-dialettiche, idealiste, libertarie e socialdemocratiche in politica, e non nascondendo le nostre divergenze con le concezioni generali, la strategia, le conclusioni politiche che scaturiscono anche da questo intervento alla conferenza di Amburgo, alcune questioni poste nell'intervento di Dilar Dirik sono da tempo punti del lavoro e lotta, anche diversa e originale, del Mfpr. 
 

DI QUESTO ATTRAVERSO UN ESCURSUS PARLEREMO NEL SEMINARIO DEL 6 GIUGNO A PALERMO, PER IL 20° ANNIVERSARIO DEL MFPR.
A CUI INVITIAMO CHI VOLESSE PARTECIPARE A FARCELO SAPERE.

Tornando all'intervento di Amburgo, diciamo in sintesi, che noi siamo d'accordo che:
- “non c'è un unico femminismo” - Questo vale a maggior ragione anche nel nostro paese. Noi diciamo che c'è un femminismo di sinistra, di centro, di destra; ossia un femminismo proletario, piccolo borghese e borghese-istituzionale, e che occorre ben separarsi e criticare il femminismo piccolo borghese e lottare decisamente contro il “femminismo” borghese-istituzionale;
- occorre “indagare i limiti del femminismo e andare oltre lo stesso... per un'alternativa al sistema dominante”- noi parliamo di femminismo rivoluzionario, perchè o la lotta delle donne è per rovesciare questo sistema capitalista che costruisce doppie catene per le donne, o non è per una vera liberazione; e andiamo oltre, parlando di “rivoluzione nella rivoluzione”, perchè le donne facendo la rivoluzione per un mondo nuovo cambino la terra e il cielo;
- occorre criticare “l'analisi da parte del femminismo del sessismo in termini solo di genere”, perchè questo riduce la lotta solo a cambiamenti, miglioramenti per sé o per pochissime donne, fermo restando questa sistema sociale, perchè non lega la denuncia-lotta di genere alla denuncia-lotta di classe, scadendo in una lotta interclassista per cui le donne sono poste sullo stesso piano, indipendentemente dalla posizione di classe e di potere. L'Mfpr parla - e lo pratica - di intreccio tra lotta di classe e lotta di genere;
- occorre lottare nel movimento delle donne, contro una concezione di emancipazione che ricade nella “trappola del liberalismo, individualismo”, di dibattiti senza la lotta, che porta il movimento femminista a “non entrare in contatto con le vite di milioni di donne oppresse”. L'Mfpr contro questo “femminismo per sé” piccolo borghese afferma con forza il femminismo proletario e la centralità della lotta delle maggioranza delle donne sfruttate e oppresse:
- un certo “femminismo” non è affatto incompatibile con il capitalismo e l'imperialismo; la borghesia, i governi e gli Stati imperialisti, le forze riformiste usano rivendicazioni di parte del femminismo per mantenere e rafforzare il loro dominio, la loro “civiltà che sa di morte”, mentre attacca e opprime sempre di più la maggioranza delle donne; e il “femminismo imperialista” è una giusta espressione per denunciare un “femminismo” che per difendere sé stesso in questo sistema, si fa anche sostenitore della guerra imperialista. Come ha detto Dilar Dirik: “Un “femminismo” imperialista può giustificare guerre in Medio Oriente per “salvare le donne dalla barbarie” mentre le stesse forze alimentano questa cosiddetta barbarie... etichettano le donne che si difendono come terrorista”.
L'MFPR in questo, sia in Italia sia nei paesi oppressi dall'imperialismo compreso il nostro, è per attaccare senza tregua questo “femminismo”, lo ha fatto durante i vari interventi bellici, schierandosi senza sé e senza ma dalla parte delle donne che lottano con le armi e comunque; l'mfpr va oltre, è per la legittimità della violenza rivoluzionaria delle donne anche nella nostra “cittadella imperialista” che produce per le masse popolari e a maggior ragione per le donne un sistema sociale barbaro, marcio, maschilista, assassino, fascista.

12.4.15
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario

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