ANCHE LE ASSUNZIONI A TUTELE CRESCENTI LE PAGANO LE MASSE
      POPOLARI, E IL GOVERNO SCARICA SULLE DONNE IL LAVORO DI
      ASSISTENZA. NON LO PERMETTIAMO! 
 
FACCIAMO DEL 24 APRILE UNA PRIMA TAPPA PER UNO SCIOPERO GENERALE
      DAL BASSO, IN CUI LE DONNE PORTINO TUTTA LA LORO CARICA DI
      RIBELLIONE, CONTRO UN GOVERNO CHE DA UN LATO CI TOGLIE IL LAVORO O
      CI PRECARIZZA A VITA, DALL'ALTRO INTENSIFICA IL LAVORO CASALINGO
      DELLE DONNE
    
    
Un
        taglio di 102 milioni di euro ai fondi destinati agli
      anziani, agli asili nido e alle regioni del Mezzogiorno per finanziare
        il bonus lavoro, l’incentivo fino a 8.060 euro previsto
      dalla Legge di
        Stabilità e
      dal Jobs Act del governo Renzi per
      incentivare le assunzioni col nuovo contratto a tutele crescenti.
Si tratta di una parte dello spostamento di
      risorse dall’assistenza ad anziani e bambini e Regioni del Sud
      agli stimoli per una ripresa dell’occupazione. La legge di
      Stabilità prevede infatti sgravi contributivi per i nuovi assunti,
      una misura da 3,55
        miliardi così
      distribuiti: un miliardo nel 2015, 2016 e 2017, mezzo miliardo nel
      2018. 
“Il taglio, secondo quanto emerso in questi giorni al tavolo di confronto presso la Presidenza del Consiglio, sarebbe di circa 102 milioni di euro. Si tratta di somme inizialmente destinate nell’ambito del Pac, il Piano nazionale di azione e coesione, ai servizi di cura per l’infanzia e agli anziani non autosufficienti nelle regioni ricomprese nell’obiettivo europeo «convergenza», ossia la Campania, la Calabria, la Sicilia e la Puglia.
L’ultima legge di Stabilità che ha introdotto gli sgravi contributivi per i neo assunti, ha previsto che 3,55 miliardi di euro (un miliardo l’anno fino al 2017 e 500 milioni per il 2018) per finanziare la misura, debbano essere recuperati riprogrammando risorse non ancora impegnate nei vari programmi del Pac. [...] Dei 730 milioni complessivi del programma, 392 sono destinati ai servizi di cura per l’infanzia, mentre gli altri 338 milioni sono per i progetti destinati all’assistenza degli anziani. La prima linea di intervento verrebbe tagliata di 39,7 milioni di euro circa, mentre la seconda di 62,7 milioni.
    “Il taglio, secondo quanto emerso in questi giorni al tavolo di confronto presso la Presidenza del Consiglio, sarebbe di circa 102 milioni di euro. Si tratta di somme inizialmente destinate nell’ambito del Pac, il Piano nazionale di azione e coesione, ai servizi di cura per l’infanzia e agli anziani non autosufficienti nelle regioni ricomprese nell’obiettivo europeo «convergenza», ossia la Campania, la Calabria, la Sicilia e la Puglia.
L’ultima legge di Stabilità che ha introdotto gli sgravi contributivi per i neo assunti, ha previsto che 3,55 miliardi di euro (un miliardo l’anno fino al 2017 e 500 milioni per il 2018) per finanziare la misura, debbano essere recuperati riprogrammando risorse non ancora impegnate nei vari programmi del Pac. [...] Dei 730 milioni complessivi del programma, 392 sono destinati ai servizi di cura per l’infanzia, mentre gli altri 338 milioni sono per i progetti destinati all’assistenza degli anziani. La prima linea di intervento verrebbe tagliata di 39,7 milioni di euro circa, mentre la seconda di 62,7 milioni.
MFPR
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