Ciao a tutte
dopo il primo nostro comunicato sulla manifestazione del 21 luglio Palermo che abbiamo fatto girare su internet, compreso la pagina facebook in cui è propagandato l'evento, si è sviluppato un dibattito in particolare con una delle organizzatrici della manifestazione del coordinamento antiviolenza 21 Luglio.
La stessa, inzialmente si è alquanto infastidita, ha tenuto a sottolineare che loro a livello palermitano si sono dissociate dalle donne di "Se non ora quando?" coordinamento nazionale già da dopo il 13 febbraio 2011, e che pertanto la nostra critica/presa di distanza dall'appello di convocazione che riprende passaggi e contenuti di "Mai più complici" è fuori luogo, che
questa manifestazione a Palermo è organizzata dal basso, che i partiti e i sindacati non c'entrano... (infatti hanno deciso che non ci saranno simboli o bandiere), che noi con questo comunicato rischiavamo di liquidare la manifestazione.
Abbiamo quindi replicato che nel nostro comunicato noi abbiamo criticato proprio alcuni passaggi dell'appello di "Mai più complici" ripresi e pubblicati sulla bacheca facebook nell'appello di convocazione ufficiale della manifestazione, quindi la dissociazione sembra alquanto strana, che per nulla liquidavamo la manifestazione, tanto è vero che scenderemo in piazza a sostegno delle donne che vi parteciperanno, ma che sulla critica a quei contenuti non possiamo che essere chiare prendendo le distanze da essi.
L'organizzatrice è stata costretta ad ammettere che in effetti loro "si dissociano dal progetto nazionale" delle SNOQ (ma senza spiegare bene come), che la manifestazione del 21 luglio non è collegata all'appello Mai più complici se non nella condivisione di alcuni contenuti.
Alla fine ha però tenuto a dire che con noi ci può essere un confronto sulle posizioni e pratica, "è importante iniziare a confrontarci seriamente", (apprezzando il lavoro che noi cerchiamo di fare quotidianamente), che è vero che la violenza va vista da un punto di vista sociale "...non c'è dubbio alcuno che femminicidi e violenza sulle donne siano il prodotto di una società malata,
e che a queste radici bisogna guardare e che queste radici bisogna estirpare..." clicccando "mi piace" alla nostra risposta conclusiva.
saluti di lotta
donatella per Mfpr palermo
_______________________
Una delegazione di compagne del Movimento femminista proletario rivoluzionario e di lavoratrici e precarie dello Slai Cobas per il sindacato di classe scenderanno in piazza a Palermo Sabato 21 luglio con contenuti autonomi dall'appello di convocazione che riprende passaggi dell'appello di "Mai più complici" .
Saremo al fianco di tutte le donne, lavoratrici, giovani che parteciperanno contro la violenza e le uccisioni sempre più crescenti delle donne nel nostro paese (non ultimo il tragico femminicidio di una donna incinta di 9 mesi massacrata e bruciata dal marito a Trapani), ma riteniamo che l'appello e le donne che lo promuovono e sottoscrivono, dal Comitato di "Se non ora quando?"
alla Camusso della Cgil… non possano rappresentare nel nostro paese né la maggioranza delle donne contro cui si scatena ogni giorno una vera e propria "guerra di bassa intensità", né la battaglia necessaria e urgente che oggi si pone per noi donne alla luce del clima politico, ideologico e sociale per cui la violenza e i femminicidi avvengono.
Le promotrici dell'appello "MAI PIU' COMPLICI" (ripreso oggi) così come già fecero in occasione del 13 febbraio 2011 (richiamato nell'appello), si ricandidano a "interpreti" dell'attacco alle donne chiamandole "a porre fine a quest'orrore" con il "cercare insieme forme e parole nuove – perché - un paese che consente la morte delle donne è un paese che si allontana dall’Europa e dalla civiltà…"
Anche il 13 febbraio 2011, quando lanciarono la manifestazione nazionale contro Berlusconi e tutto quello che rappresentava contro le donne che vide tantissime donne scendere spontaneamente in protesta nelle piazze di tante città, le SNOQ si appellarono ad esse affinché la società si potesse rendere " più civile, più ricca e accogliente".
Ma di quale civiltà parlano??? E di quale Europa ??? E soprattutto di quale società ???
La civiltà in Italia sarebbe quella in cui la condizione di vita della maggioranza delle donne proletarie, lavoratrici, precarie, giovani è sempre più attaccata non solo in termini di possibilità lavorativa, di precarietà, di disoccupazione crescente, ma anche di discriminazioni vecchie e nuove, di pesanti tagli ai servizi sociali, in cui si attaccano diritti conquistati con la lotta e si ricacciano le donne nella famiglia, si nega alle ragazze un futuro?
L'Europa quella sottomessa al potere di padroni e banchieri, quella delle manovre lacrime e sangue, dall'Italia alla Spagna… che si abbattono sulle masse popolari, delle politiche fallimentari come in Grecia, della violenza repressiva scatenata contro chiunque osa ribellarsi al massacro della proprie condizioni di vita?
E la società, infine, quella capitalista e imperialista in cui viviamo basata sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e che fa della doppia oppressione della donna uno dei puntelli/base per la sua esistenza e conservazione?
Le donne promotrici di "MAI PIU' COMPLICI" non possono essere le interpreti della denuncia dell'attacco alle donne, di cui la violenza e i femminicidi sono l'aspetto più marcio, perché esso è portato avanti da un sistema sociale, da governi, da partiti, da sindacati, di cui buona parte di queste donne sono parte, che agiscono solo e soltanto per la civiltà, l'Europa e la società della
classe borghese che sta al potere. Come già denunciammo il 13 febbraio 2011, anche oggi esse tornano a "…rivolgere l'appello a sé stesse, al loro ceto sociale e ceto politico tutto interno a questo sistema, al parlamento, ai partiti cui fanno riferimento, PD in primis, che sostengono pienamente il governo Monti/Fornero e ai sindacati complici come la Cgil… che oggi scendano
in piazza – contro la violenza e i femminicidi - è il minimo che possano fare… ma appunto, è il "minimo", quasi un "dovere" ma per deviare poi, come hanno già fatto, le positive energie delle donne che scendono a protestare in senso riformistico/elettoralistico secondo la logica della mera delega.
NOI NON CI STIAMO!!!
Noi che non abbiamo alcun sistema da difendere, noi che non abbiamo voti da conquistare, ma che parliamo e cerchiamo quotidianamente di lottare a nome delle tante donne proletarie, lavoratrici, precarie, disoccupate, giovani… di cui facciamo fisicamente parte, diciamo oggi con più con forza che siamo chiamate a rispondere direttamente a questa guerra scatenata contro le
donne ma che non è possibile lottare contro la violenza sessuale e i femminicidi senza rovesciare questo sistema sociale che li produce e di cui se ne fa puntello.
Sabato 21 luglio saremo in piazza insieme alle donne che vi parteciperanno ma vi saremo con la concezione/pratica del NOI ODIAMO GLI UOMINI CHE ODIANO LE DONNE esprimendo in questo l’immagine di una società di cui non abbiamo nulla da difendere e conservare e contro cui è necessario lottare ogni giorno a 360 gradi; per dire che ad una violenza che è sistemica la maggioranza delle donne deve rispondere, organizzandosi, con la legittima violenza rivoluzionaria
che deve esprimersi già da oggi sviluppando una linea, non circoscritta solo a richieste parziali come l'adozione di misure più repressive, ma combattiva verso gli stupratori, gli assassini e le Istituzioni.
Lottare contro le radici della violenza sessuale e delle uccisioni contro le donne vuol dire lottare contro l'inciviltà e la barbarie di questo sistema capitalista che deve essere distrutto, e le donne hanno doppie ragioni per farlo.
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BASTA FEMMINICIDI! SCENDIAMO IN PIAZZA IL 21 LUGLIO –
(appello di convocazione)
L’Italia rincorre primati: sono settantatrè, dall’inizio di questo 2012, le donne morte per mano di uomo, e sono dieci le "altre" donne uccise nello stesso periodo, donne straniere, clandestine, vittime della tratta, ignorate da tutti, dimenticate anche dalle statistiche ...e dalle manifestazioni contro tanta violenza.
E’ ora di dire BASTA e chiamare le cose con il loro nome, di registrare, riconoscere e misurarsi con l’orrore di bambine, ragazze, donne uccise nell’indifferenza.
Queste violenze sono crimini, omicidi, anzi FEMMINICIDI.
E’ tempo che i media cambino il segno dei racconti e restituiscano tutti interi i volti, le parole e le storie di queste donne e delle “altre” e soprattutto la responsabilità di chi le uccide perché incapace di accettare la loro libertà.
E ancora una volta, come abbiamo già fatto un anno fa, il 13 febbraio, chiediamo agli uomini di camminare e mobilitarsi con noi, per cercare insieme forme e parole nuove capaci di porre fine a quest’orrore. Un paese che consente la morte delle donne è un paese che si allontana dall’Europa e dalla civiltà.
Vogliamo che l’Italia si distingua per come sceglie di combattere la violenza contro le donne e non per l’inerzia con la quale, tacendo, sceglie di assecondarla. [dall'appello di MAI PIU' COMPLICI]
Proviamo a scuotere le coscienze accaldate e distratte dalle vacanze.
Dobbiamo urlare, non c'è altra soluzione. Scendiamo in piazza e urliamo BASTA sabato 21 luglio.
A Palermo e speriamo in altre piazze d'Italia.
Lo abbiamo fatto il 13 febbraio, proviamoci di nuovo, prima che sia troppo tardi
dopo il primo nostro comunicato sulla manifestazione del 21 luglio Palermo che abbiamo fatto girare su internet, compreso la pagina facebook in cui è propagandato l'evento, si è sviluppato un dibattito in particolare con una delle organizzatrici della manifestazione del coordinamento antiviolenza 21 Luglio.
La stessa, inzialmente si è alquanto infastidita, ha tenuto a sottolineare che loro a livello palermitano si sono dissociate dalle donne di "Se non ora quando?" coordinamento nazionale già da dopo il 13 febbraio 2011, e che pertanto la nostra critica/presa di distanza dall'appello di convocazione che riprende passaggi e contenuti di "Mai più complici" è fuori luogo, che
questa manifestazione a Palermo è organizzata dal basso, che i partiti e i sindacati non c'entrano... (infatti hanno deciso che non ci saranno simboli o bandiere), che noi con questo comunicato rischiavamo di liquidare la manifestazione.
Abbiamo quindi replicato che nel nostro comunicato noi abbiamo criticato proprio alcuni passaggi dell'appello di "Mai più complici" ripresi e pubblicati sulla bacheca facebook nell'appello di convocazione ufficiale della manifestazione, quindi la dissociazione sembra alquanto strana, che per nulla liquidavamo la manifestazione, tanto è vero che scenderemo in piazza a sostegno delle donne che vi parteciperanno, ma che sulla critica a quei contenuti non possiamo che essere chiare prendendo le distanze da essi.
L'organizzatrice è stata costretta ad ammettere che in effetti loro "si dissociano dal progetto nazionale" delle SNOQ (ma senza spiegare bene come), che la manifestazione del 21 luglio non è collegata all'appello Mai più complici se non nella condivisione di alcuni contenuti.
Alla fine ha però tenuto a dire che con noi ci può essere un confronto sulle posizioni e pratica, "è importante iniziare a confrontarci seriamente", (apprezzando il lavoro che noi cerchiamo di fare quotidianamente), che è vero che la violenza va vista da un punto di vista sociale "...non c'è dubbio alcuno che femminicidi e violenza sulle donne siano il prodotto di una società malata,
e che a queste radici bisogna guardare e che queste radici bisogna estirpare..." clicccando "mi piace" alla nostra risposta conclusiva.
saluti di lotta
donatella per Mfpr palermo
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Una delegazione di compagne del Movimento femminista proletario rivoluzionario e di lavoratrici e precarie dello Slai Cobas per il sindacato di classe scenderanno in piazza a Palermo Sabato 21 luglio con contenuti autonomi dall'appello di convocazione che riprende passaggi dell'appello di "Mai più complici" .
Saremo al fianco di tutte le donne, lavoratrici, giovani che parteciperanno contro la violenza e le uccisioni sempre più crescenti delle donne nel nostro paese (non ultimo il tragico femminicidio di una donna incinta di 9 mesi massacrata e bruciata dal marito a Trapani), ma riteniamo che l'appello e le donne che lo promuovono e sottoscrivono, dal Comitato di "Se non ora quando?"
alla Camusso della Cgil… non possano rappresentare nel nostro paese né la maggioranza delle donne contro cui si scatena ogni giorno una vera e propria "guerra di bassa intensità", né la battaglia necessaria e urgente che oggi si pone per noi donne alla luce del clima politico, ideologico e sociale per cui la violenza e i femminicidi avvengono.
Le promotrici dell'appello "MAI PIU' COMPLICI" (ripreso oggi) così come già fecero in occasione del 13 febbraio 2011 (richiamato nell'appello), si ricandidano a "interpreti" dell'attacco alle donne chiamandole "a porre fine a quest'orrore" con il "cercare insieme forme e parole nuove – perché - un paese che consente la morte delle donne è un paese che si allontana dall’Europa e dalla civiltà…"
Anche il 13 febbraio 2011, quando lanciarono la manifestazione nazionale contro Berlusconi e tutto quello che rappresentava contro le donne che vide tantissime donne scendere spontaneamente in protesta nelle piazze di tante città, le SNOQ si appellarono ad esse affinché la società si potesse rendere " più civile, più ricca e accogliente".
Ma di quale civiltà parlano??? E di quale Europa ??? E soprattutto di quale società ???
La civiltà in Italia sarebbe quella in cui la condizione di vita della maggioranza delle donne proletarie, lavoratrici, precarie, giovani è sempre più attaccata non solo in termini di possibilità lavorativa, di precarietà, di disoccupazione crescente, ma anche di discriminazioni vecchie e nuove, di pesanti tagli ai servizi sociali, in cui si attaccano diritti conquistati con la lotta e si ricacciano le donne nella famiglia, si nega alle ragazze un futuro?
L'Europa quella sottomessa al potere di padroni e banchieri, quella delle manovre lacrime e sangue, dall'Italia alla Spagna… che si abbattono sulle masse popolari, delle politiche fallimentari come in Grecia, della violenza repressiva scatenata contro chiunque osa ribellarsi al massacro della proprie condizioni di vita?
E la società, infine, quella capitalista e imperialista in cui viviamo basata sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e che fa della doppia oppressione della donna uno dei puntelli/base per la sua esistenza e conservazione?
Le donne promotrici di "MAI PIU' COMPLICI" non possono essere le interpreti della denuncia dell'attacco alle donne, di cui la violenza e i femminicidi sono l'aspetto più marcio, perché esso è portato avanti da un sistema sociale, da governi, da partiti, da sindacati, di cui buona parte di queste donne sono parte, che agiscono solo e soltanto per la civiltà, l'Europa e la società della
classe borghese che sta al potere. Come già denunciammo il 13 febbraio 2011, anche oggi esse tornano a "…rivolgere l'appello a sé stesse, al loro ceto sociale e ceto politico tutto interno a questo sistema, al parlamento, ai partiti cui fanno riferimento, PD in primis, che sostengono pienamente il governo Monti/Fornero e ai sindacati complici come la Cgil… che oggi scendano
in piazza – contro la violenza e i femminicidi - è il minimo che possano fare… ma appunto, è il "minimo", quasi un "dovere" ma per deviare poi, come hanno già fatto, le positive energie delle donne che scendono a protestare in senso riformistico/elettoralistico secondo la logica della mera delega.
NOI NON CI STIAMO!!!
Noi che non abbiamo alcun sistema da difendere, noi che non abbiamo voti da conquistare, ma che parliamo e cerchiamo quotidianamente di lottare a nome delle tante donne proletarie, lavoratrici, precarie, disoccupate, giovani… di cui facciamo fisicamente parte, diciamo oggi con più con forza che siamo chiamate a rispondere direttamente a questa guerra scatenata contro le
donne ma che non è possibile lottare contro la violenza sessuale e i femminicidi senza rovesciare questo sistema sociale che li produce e di cui se ne fa puntello.
Sabato 21 luglio saremo in piazza insieme alle donne che vi parteciperanno ma vi saremo con la concezione/pratica del NOI ODIAMO GLI UOMINI CHE ODIANO LE DONNE esprimendo in questo l’immagine di una società di cui non abbiamo nulla da difendere e conservare e contro cui è necessario lottare ogni giorno a 360 gradi; per dire che ad una violenza che è sistemica la maggioranza delle donne deve rispondere, organizzandosi, con la legittima violenza rivoluzionaria
che deve esprimersi già da oggi sviluppando una linea, non circoscritta solo a richieste parziali come l'adozione di misure più repressive, ma combattiva verso gli stupratori, gli assassini e le Istituzioni.
Lottare contro le radici della violenza sessuale e delle uccisioni contro le donne vuol dire lottare contro l'inciviltà e la barbarie di questo sistema capitalista che deve essere distrutto, e le donne hanno doppie ragioni per farlo.
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BASTA FEMMINICIDI! SCENDIAMO IN PIAZZA IL 21 LUGLIO –
(appello di convocazione)
L’Italia rincorre primati: sono settantatrè, dall’inizio di questo 2012, le donne morte per mano di uomo, e sono dieci le "altre" donne uccise nello stesso periodo, donne straniere, clandestine, vittime della tratta, ignorate da tutti, dimenticate anche dalle statistiche ...e dalle manifestazioni contro tanta violenza.
E’ ora di dire BASTA e chiamare le cose con il loro nome, di registrare, riconoscere e misurarsi con l’orrore di bambine, ragazze, donne uccise nell’indifferenza.
Queste violenze sono crimini, omicidi, anzi FEMMINICIDI.
E’ tempo che i media cambino il segno dei racconti e restituiscano tutti interi i volti, le parole e le storie di queste donne e delle “altre” e soprattutto la responsabilità di chi le uccide perché incapace di accettare la loro libertà.
E ancora una volta, come abbiamo già fatto un anno fa, il 13 febbraio, chiediamo agli uomini di camminare e mobilitarsi con noi, per cercare insieme forme e parole nuove capaci di porre fine a quest’orrore. Un paese che consente la morte delle donne è un paese che si allontana dall’Europa e dalla civiltà.
Vogliamo che l’Italia si distingua per come sceglie di combattere la violenza contro le donne e non per l’inerzia con la quale, tacendo, sceglie di assecondarla. [dall'appello di MAI PIU' COMPLICI]
Proviamo a scuotere le coscienze accaldate e distratte dalle vacanze.
Dobbiamo urlare, non c'è altra soluzione. Scendiamo in piazza e urliamo BASTA sabato 21 luglio.
A Palermo e speriamo in altre piazze d'Italia.
Lo abbiamo fatto il 13 febbraio, proviamoci di nuovo, prima che sia troppo tardi
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