" L'obiezione di coscienza e' un 'diritto costituzionalmente fondato'', questa la posizione del Comitato nazionale di bioetica (Cnb), che dietro l'ipocrita precisazione sul fatto che il parere sia stato dato "da un punto di vista generale…" cela invece un altro passo concreto e specifico verso l'attacco al diritto delle donne di scegliere liberamente in tema di aborto in un paese come il nostro dove il numero dei medici obiettori è tra i più alti e in alcune Regioni è già quasi praticamente impossibile abortire nelle strutture ospedaliere pubbliche.
Un attacco, quello al diritto di aborto, che nel nostro paese non si è mai del tutto fermato, sia con interventi frontali dei vari governi sostenuti attivamente dalla Chiesa a cui le donne hanno risposto con grandi manifestazioni sia come sta avvenendo in questi ultimi periodi a macchia di leopardo vedi i vari provvedimenti varati da diverse Regioni e Comuni dal Nord a Sud ( dai movimenti per la vita nei consultori ai cimiteri per i feti …) che nulla hanno a che fare con la 194 a cui si è aggiunta tutta la canpagna ideologica e mass mediatica di attacco alla contraccezione e per l'ampliamento di obiezione di coscienza anche ai farmacisti-vedi la pillola del giorno dopo che in maniera strumentale si è cercato di far passare come pillola abortiva.
Un attacco funzionale ad un ritorno al moderno medioevo in cui si vogliono ricacciare le donne, dai governi alla Chiesa alle Istituzioni, ad esponenti politici a cui si aggiunge oggi il Comitato nazionale di bioetica, tutti al servizio di questo sistema sociale che avanza rapido nella marcia verso il moderno fascismo: il diritto di aborto sancendo il diritto all'autodeterminazione delle donne in materia di sessualità e maternità rappresenta emblematicamente la conquista delle donne di poter decidere sulla e della propria vita .
Per questo la lotta per la difesa dell'aborto che le donne sono chiamate a fare con tutta la loro forza, è una lotta che necessariamente si carica di valore generale, di bisogno/necessità di rivoluzione, di scelta tra un sistema da moderno fascismo che fa dell'oppressione della donna uno dei suoi puntelli/base e una nuova società che spazzi via tutto questo.
movimento femminista proletario rivoluzionario
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(ANSA) - ROMA, 27 LUG - L'obiezione di coscienza e' un ''diritto costituzionalmente fondato'', ma va comunque garantita ai cittadini l'erogazione dei servizi oggetto di obiezione.
Questa la posizione del Comitato nazionale di bioetica (Cnb) che, su questa materia, ha approvato un parere che sara' pubblicato sul sito del Cnb nei prossimi giorni.
L'obiezione di coscienza, si rileva nel parere, e' dunque un ''diritto costituzionalmente fondato, con riferimento ai diritti inviolabili dell'uomo, e costituisce un'istituzione democratica perche' preserva il carattere problematico delle questioni inerenti la tutela dei diritti fondamentali senza vincolare in modo assoluto al potere delle maggioranze''. In altri termini, si tratta di uno strumento che permette al destinatario delle norme, qualora queste fossero contrarie ad un determinato sentire morale, di poter astenersi dall'obbligo imposto dal Legislatore.
Un diritto, precisa il Cnb, che va pero' esercitato in modo ''sostenibile''. Cio' significa che vanno ''garantiti i diritti dei cittadini'' rispetto all'erogazione dei servizi, con ''attenzione - afferma il Cnb - a non discriminare ne' gli obiettori ne' i non obiettori''. E' quindi ''necessaria - sottolinea il Comitato - un'organizzazione delle mansioni e del reclutamento che possa equilibrare obiettori e non obiettori''. Il tema dell'obiezione di coscienza, precisa il vicepresidente del Cnb Lorenzo D'Avack, ''e' stato esaminato da un punto di vista generale, nella sua valenza giuridica e bioetica, senza limitare dunque le considerazioni a normative nazionali particolari che prevedono appunto l'obiezione di coscienza, come la legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza o la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. Si tratta cioe' - conclude - di un parere in senso generale''.
L'obiezione di coscienza, si rileva nel parere, e' dunque un ''diritto costituzionalmente fondato, con riferimento ai diritti inviolabili dell'uomo, e costituisce un'istituzione democratica perche' preserva il carattere problematico delle questioni inerenti la tutela dei diritti fondamentali senza vincolare in modo assoluto al potere delle maggioranze''. In altri termini, si tratta di uno strumento che permette al destinatario delle norme, qualora queste fossero contrarie ad un determinato sentire morale, di poter astenersi dall'obbligo imposto dal Legislatore.
Un diritto, precisa il Cnb, che va pero' esercitato in modo ''sostenibile''. Cio' significa che vanno ''garantiti i diritti dei cittadini'' rispetto all'erogazione dei servizi, con ''attenzione - afferma il Cnb - a non discriminare ne' gli obiettori ne' i non obiettori''. E' quindi ''necessaria - sottolinea il Comitato - un'organizzazione delle mansioni e del reclutamento che possa equilibrare obiettori e non obiettori''. Il tema dell'obiezione di coscienza, precisa il vicepresidente del Cnb Lorenzo D'Avack, ''e' stato esaminato da un punto di vista generale, nella sua valenza giuridica e bioetica, senza limitare dunque le considerazioni a normative nazionali particolari che prevedono appunto l'obiezione di coscienza, come la legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza o la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. Si tratta cioe' - conclude - di un parere in senso generale''.
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