23/09/10

Un film già visto

"Alla fine, non ricorderemo le parole dei nostri nemici,ma il silenzio dei nostri amici." (Martin Luther King)

Sono passati quaranta giorni dalla deportazione di Faith in Nigeria. Su di lei è calato il silenzio.

Sindaci buonisti non spengono le luci delle città, associazioni di volontariato e ong non raccolgono firme, manifestazioni davanti all'ambasciata o ai consolati nigeriani non se ne vedono, associazioni attente ai diritti umani non si danno da fare,però (c'è sempre un però) si fanno i convegni per i diritti violati in questo o quel paese, è tutto un proliferare di commissioni dentro i partiti,nelle istituzioni,nazionali e locali,a tutela dei migranti e delle donne, ma di Faith non si parla.

Tutto rimane a livello di petizione di principio o di casi che riguardano altri paesi.

Quelle/i che,poi, si riempiono la bocca con la legalità,fanno finta di non sapere che questa è stata violata perchè la polizia deportando Faith si è sostituita alla magistratura prendendo una decisione che non le spettava (nessuna indagine amministrativa interna?nessun blocco di carriera? nessuna commissione d'inchiesta che si fanno a ogni piè sospinto per gettare fumo negli occhi dell'opinione pubblica? a questa viene invece sbattuta in faccia l'immunità e l'impunità delle/gli appartenenti a certi organi dello stato).
E sempre a proposito del rispetto della legge, in italia è vietata l'estradizione di un condannato a morte verso un paese dove la pena di morte può essere eseguita!

Faith è una donna che si è ribellata, che ha ucciso al suo paese chi ha tentato di stuprarla nonostante fosse ricco e potente, che è scappata e, attraverso mille peripezie,è arrivata in italia dove ha trovato clandestinità e sfruttamento. Ma Faith è una che non si piega facilmente: si è ribellata anche qui quando un altro uomo ha tentato di usarle violenza. Ma i solerti vicini di casa non hanno aiutato lei,hanno chiamato la polizia. E i solerti agenti non hanno arrestato il violentatore, hanno sbattuto lei in un CIE. E la solerte polizia non ha rispettato la richiesta di asilo (non è valsa per Ocalan,poteva valere per Faith?) e l'ha deportata in nigeria in un battibaleno! Ma la corte di cassazione ha sancito che l'espulsione di Ocalan era illegale,naturalmente a giochi fatti.Forse farà lo stesso anche con Faith.
Chissà se per i due sarà di conforto!

Il suo paese l'ha condannata a morte, ma è il nostro, che è "civile" e" democratico", che l'ha rimandata là dove la sentenza può essere eseguita.
Però noi siamo "migliori" e "diverse/i" e ,soprattutto non abbiamo responsabilità!

Le donne che giustificano la loro presenza nelle istituzioni per il buono che potrebbero fare , i centri antiviolenza e le case delle donne che prendono i soldi pubblici dicendo che così possono essere più utili per i compiti che si sono date,brillano per il loro silenzio.
Forse che essere condannate a morte per aver ucciso chi ha tentato di stuprarti,scappare ed essere riconsegnata a chi può portare a termine la sua vendetta, non è una violenza doppia ,tripla,senza confini?

Faith deve essere salvata dalla condanna a morte,ma anche dalla galera a vita!

Nessun distinguo,nessun ma, perchè è in questa presa di distanza,di volta in volta motivata in questo o in quell'altro modo,che passano gli alibi per cui si mettono nei Cie le/gli "irregolari", per cui chi stupra ,di volta in volta, è un "bravo ragazzo incensurato"che ha commesso un errore o che ha bevuto un bicchiere di troppo, per cui la donna invece "se l'è cercata"....."gli atteggiamenti".... l'abbigliamento....poteva selezionare le amicizie....." La violenza, privata e istituzionale,prospera sui se,sui ma e sui distinguo. La sua natura è sempre la stessa. Non siamo più disposte a subire passivamente violenza e a pietire un'improbabile giustizia.
Siamo e saremo sempre con le Faith anche e ,soprattutto, se si ribellano.

Faith deve tornare libera, Faith deve tornare in italia!

Se dico che basterebbe la telefonata di un dirigente di una multinazionale, nella fattispecie dell'ENI,ai propri "funzionari" in nigeria,alias i governanti locali ,e Faith sarebbe subito liberata,urto le caste orecchie di chi non vuol sentire quanto contino le multinazionali,perchè è un discorso che porta lontano e magari si scopre che la sovranità di quei paesi e anche della nostra democrazia è presunta?
Si capisce allora perchè i giornali, tutti, che identificano la loro libertà con la mole delle intercettazioni telefoniche e che paventano che se queste vengono meno o diminuiscono,viene meno il loro ruolo di informazione, si occupino soltanto delle loro lotte intestine e non approfittino di questi "ultimi giorni di libertà" per denunciare la vicenda di Faith.

Noi femministe ,invece ,continueremo a lottare per Faith e per noi , il nostro impegno non passa certo attraverso lo spazio che viene dedicato dai media alle nostre iniziative nemmeno da quei giornali che qualcuna ancora si ostina a definire "amici". Se qualcuna/o pensa di strumentalizzarci ai propri fini ha fatto male i suoi calcoli.
Il movimento femminista è autonomo,ha le gambe per camminare,la testa per pensare e il cuore per partecipare a questa lotta e a quelle che verranno.

Elisabetta

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