La corte d'assise d'appello di Perugia ha confermato la condanna di primo grado, l'ergastolo, nei confronti di Roberto Spaccino.
Riporto la dichiarazione della mamma di Barbara, Simonetta Pangallo: "quando la pena è quella dell'ergastolo è una sonfitta per tutte/i. Ma il fatto è gravissimo, orribile e la sentenza è giusta".
Barbara è una di noi. Barbara è con noi – e lo sarà sempre – nel ricordo e nella lotta contro la violenza sulle donne, contro il femminicidio.
Adelaide Coletti (Rete delle Donne Umbria)
Riporto la dichiarazione della mamma di Barbara, Simonetta Pangallo: "quando la pena è quella dell'ergastolo è una sonfitta per tutte/i. Ma il fatto è gravissimo, orribile e la sentenza è giusta".
Barbara è una di noi. Barbara è con noi – e lo sarà sempre – nel ricordo e nella lotta contro la violenza sulle donne, contro il femminicidio.
Adelaide Coletti (Rete delle Donne Umbria)
Ergastolo per il femminicidio di Barbara Cicioni
“la sentenza è giusta” ma “quando la pena è quella dell’ergastolo è una sconfitta per tutte/i.”
E ha ragione Simonetta Pangallo, la mamma di Barbara condannata a vita anche lei a versare lacrime per una tragedia annunciata:
“Barbara Cicioni ha sopportato, per anni, in silenzio. Nessuno l'ha aiutata, nemmeno la sua famiglia. Probabilmente lei stessa chiedeva a tutti di tacere, di non intromettersi per non incattivire ancora di più il marito violento: ma lei era vittima di quell'uomo, con lui ci viveva ogni giorno e quello era il padre dei suoi figli. Umano pensare che proprio per amore di quei figli tacesse!” (umbriajournal 29/01/2009 by Morena Zingales e Luana Pioppi)
E ha ragione Adelaide quando dice: “Barbara è con noi … nella lotta contro la violenza sulle donne, contro il femminicidio”
Quando la lotta tace, quando viene mutilata dalle sue radici – che non sono solo di genere, ma vanno fino in fondo all’origine dell’oppressione delle donne, della famiglia e della proprietà privata, tutte/i noi continueremo a subire sconfitte, a cozzare contro IL nemico che non vogliamo vedere, che è questa società basata sul sistema capitalistico-patriarcale e non serve abboccare a campagne “culturali” o securitarie ordite dallo Stato per sconfiggerlo.
E’ il momento di rovesciarlo questo nemico, non di chiedergli la grazia!
Sarà lui a chiederci la grazia quando lo processeremo e noi avremo il dovere di non concedergliela, altrimenti saremo per sempre sconfitte/i
Luigia
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