Continua la lotta delle lavoratrici e lavoratori delle Cooperative sociali, in servizio nelle scuole superiori di Palermo e provincia come assistenti igienico/sanitari agli studenti in situazione di handicap.
Determinati e combattivi, mettendo in campo in questi mesi diverse assemblee e iniziative di protesta al palazzo della provincia regionale di Palermo, alla Rai, alla sede del Giornale di Sicilia. in difesa del posto di lavoro, le lavoratrici e i lavoratori hanno deciso di scioperare e di bloccare il servizio perché vogliono garanzie circa il rinnovo del contratto di lavoro in scadenza a giugno sul quale la Provincia Regionale di Palermo ha continuato a non dare risposte certe e sono contro la cosiddetta procedura di accreditamento, cioè la scelta diretta degli operatori da parte delle famiglie, che la Provincia vorrebbe iniziare a mettere in atto al posto del bando di appalto, secondo un orientamento nazionale che sta via via prendendo piede anche in altri settori pubblici e che non farebbe che creare solo maggiore precarietà e non stabilità lavorativa.
La sola notizia dell’intenzione di scioperare che si è subito diffusa, parliamo di lavoratrici e lavoratori che dopo dieci anni hanno partecipato per la prima volta ad un’assemblea sindacale in orario di lavoro organizzata dallo Slai cobas per il sindacato di classe e per i quali la parola sciopero era come se nell’ambito del loro settore non dovesse esistere sempre ricattati e minacciati di licenziamento dai padroncini delle coop e sempre frenati nelle azioni di lotta dai sindacati di cui precedentemente facevano parte, in larga parte la Cgil, ha fatto seriamente preoccupare istituzioni e cooperative.
Questa volta nessuna scusa è spuntata da parte del Presidente Avanti per rifiutarsi di incontrare i lavoratori che guarda caso sono stati subito convocati al palazzo della provincia.
Un centinaio di lavoratrici e lavoratori hanno presidiato il palazzo della provincia nella giornata in cui si è svolto l’incontro al quale ha partecipato una folta delegazione che è stata imposta dai lavoratori contro le disposizioni del Presidente Avanti che voleva farne salire solo due o tre al massimo.
Si è trattato di una discussione piuttosto articolata in cui le lavoratrici e i lavoratori non si sono affatto fatti intimorire dall’atteggiamento alquanto arrogante del presidente Avanti, al contrario i lavoratori hanno denunciato con forza la condizione lavorativa di precarietà e sfruttamento sancita da un capitolato che prevede contratti di lavoro a tempo indeterminato sulla carta perché impediscono di lavorare ed essere pagati tutto l'anno costringendoli a rimanere inattivi e senza stipendio nei tre mesi estivi e durante le vacanze natalizie e pasquali;
hanno detto che contrasteranno con ogni mezzo l’eventuale avvio della procedura di accreditamento e su questo è stato portato con forza anche l’esempio concreto di ciò che è in atto a Palermo, già da un anno a quasta
parte, nel settore delle coop sociali riguardante i lavoratori assistenti alla comunicazione nelle scuole per i ragazzi con problemi uditivi i quali in una nostra assemblea sindacale hanno denunciato gli effetti assolutamente negativi di tale procedura: scelti direttamente dalle famiglie, non hanno alcuna garanzia di continuità lavorativa, la chiusura del ciclo quinquennale di studi dello studente diventa un incubo perché “se l’anno prossimo nessuna famiglia ci sceglie che facciamo?”
Altro che qualità e migliore offerta del servizio, come si va vantando sui giornali il Presidente della provincia Avanti, ma l’innestarsi invece di veri e propri meccanismi di sudditanza tra la famiglia “datrice di lavoro”e l’operatore sociale “assunto” che pur di non perdere le simpatie della famiglia si accontenta di fare anche servizi che non gli spettano; una lavoratrice ha raccontato che essendo lo studente di cui si occupa all’ultimo anno di scuola, stava pianificando con il proprio marito di fare un figlio “almeno prendo l’indennità di maternità fuori nomina se non dovessi essere scelta l’anno prossimo, ma è normale che si debbano fare figli non per scelta ma per costrizione???”;
infine alquanto arrabbiati le lavoratrici e i lavoratori hanno anche rinfacciato al Presidente Avanti e ai dirigenti presenti, che per tutto il tempo sembrava avessero le spine sulle sedie, la loro grande "solerzia" in tempi elettorali verso le esigenze dei lavoratori, ma oggi che fine hanno fatto le tante promesse di stabilizzazione, internalizzazione e via dicendo????
Dinanzi alla determinazione e protesta delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno chiaramente detto che non molleranno nella lotta, seguiranno passo passo i lavori per il nuovo affidamento del servizio per i prossimi due anni,che presenteranno al consiglio provinciale un documento con le proposte circa i nuovi contratti, l’aumento delle ore, la copertura lavorativa dei 12 mesi, aprendo anche un altro fronte con la Regione Siciliana che stanzia le risorse finanziarie, il Presidente e compagnia sono stati costretti a parlare di “bacino bloccato di lavoratori” che in una forma o nell’altra non perderebbero il lavoro.
Vedremo, la lotta continua…
Lavoratrici e lavoratori Cooperatove sociali organizzati nello Slai Cobas per il sindacato di classe
Determinati e combattivi, mettendo in campo in questi mesi diverse assemblee e iniziative di protesta al palazzo della provincia regionale di Palermo, alla Rai, alla sede del Giornale di Sicilia. in difesa del posto di lavoro, le lavoratrici e i lavoratori hanno deciso di scioperare e di bloccare il servizio perché vogliono garanzie circa il rinnovo del contratto di lavoro in scadenza a giugno sul quale la Provincia Regionale di Palermo ha continuato a non dare risposte certe e sono contro la cosiddetta procedura di accreditamento, cioè la scelta diretta degli operatori da parte delle famiglie, che la Provincia vorrebbe iniziare a mettere in atto al posto del bando di appalto, secondo un orientamento nazionale che sta via via prendendo piede anche in altri settori pubblici e che non farebbe che creare solo maggiore precarietà e non stabilità lavorativa.
La sola notizia dell’intenzione di scioperare che si è subito diffusa, parliamo di lavoratrici e lavoratori che dopo dieci anni hanno partecipato per la prima volta ad un’assemblea sindacale in orario di lavoro organizzata dallo Slai cobas per il sindacato di classe e per i quali la parola sciopero era come se nell’ambito del loro settore non dovesse esistere sempre ricattati e minacciati di licenziamento dai padroncini delle coop e sempre frenati nelle azioni di lotta dai sindacati di cui precedentemente facevano parte, in larga parte la Cgil, ha fatto seriamente preoccupare istituzioni e cooperative.
Questa volta nessuna scusa è spuntata da parte del Presidente Avanti per rifiutarsi di incontrare i lavoratori che guarda caso sono stati subito convocati al palazzo della provincia.
Un centinaio di lavoratrici e lavoratori hanno presidiato il palazzo della provincia nella giornata in cui si è svolto l’incontro al quale ha partecipato una folta delegazione che è stata imposta dai lavoratori contro le disposizioni del Presidente Avanti che voleva farne salire solo due o tre al massimo.
Si è trattato di una discussione piuttosto articolata in cui le lavoratrici e i lavoratori non si sono affatto fatti intimorire dall’atteggiamento alquanto arrogante del presidente Avanti, al contrario i lavoratori hanno denunciato con forza la condizione lavorativa di precarietà e sfruttamento sancita da un capitolato che prevede contratti di lavoro a tempo indeterminato sulla carta perché impediscono di lavorare ed essere pagati tutto l'anno costringendoli a rimanere inattivi e senza stipendio nei tre mesi estivi e durante le vacanze natalizie e pasquali;
hanno detto che contrasteranno con ogni mezzo l’eventuale avvio della procedura di accreditamento e su questo è stato portato con forza anche l’esempio concreto di ciò che è in atto a Palermo, già da un anno a quasta
parte, nel settore delle coop sociali riguardante i lavoratori assistenti alla comunicazione nelle scuole per i ragazzi con problemi uditivi i quali in una nostra assemblea sindacale hanno denunciato gli effetti assolutamente negativi di tale procedura: scelti direttamente dalle famiglie, non hanno alcuna garanzia di continuità lavorativa, la chiusura del ciclo quinquennale di studi dello studente diventa un incubo perché “se l’anno prossimo nessuna famiglia ci sceglie che facciamo?”
Altro che qualità e migliore offerta del servizio, come si va vantando sui giornali il Presidente della provincia Avanti, ma l’innestarsi invece di veri e propri meccanismi di sudditanza tra la famiglia “datrice di lavoro”e l’operatore sociale “assunto” che pur di non perdere le simpatie della famiglia si accontenta di fare anche servizi che non gli spettano; una lavoratrice ha raccontato che essendo lo studente di cui si occupa all’ultimo anno di scuola, stava pianificando con il proprio marito di fare un figlio “almeno prendo l’indennità di maternità fuori nomina se non dovessi essere scelta l’anno prossimo, ma è normale che si debbano fare figli non per scelta ma per costrizione???”;
infine alquanto arrabbiati le lavoratrici e i lavoratori hanno anche rinfacciato al Presidente Avanti e ai dirigenti presenti, che per tutto il tempo sembrava avessero le spine sulle sedie, la loro grande "solerzia" in tempi elettorali verso le esigenze dei lavoratori, ma oggi che fine hanno fatto le tante promesse di stabilizzazione, internalizzazione e via dicendo????
Dinanzi alla determinazione e protesta delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno chiaramente detto che non molleranno nella lotta, seguiranno passo passo i lavori per il nuovo affidamento del servizio per i prossimi due anni,che presenteranno al consiglio provinciale un documento con le proposte circa i nuovi contratti, l’aumento delle ore, la copertura lavorativa dei 12 mesi, aprendo anche un altro fronte con la Regione Siciliana che stanzia le risorse finanziarie, il Presidente e compagnia sono stati costretti a parlare di “bacino bloccato di lavoratori” che in una forma o nell’altra non perderebbero il lavoro.
Vedremo, la lotta continua…
Lavoratrici e lavoratori Cooperatove sociali organizzati nello Slai Cobas per il sindacato di classe
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