Oramai è chiaro a tutte Brunetta non è un comico, Sacconi non è un burlone e suor Gelmini non fa beneficenza...
La pensione a 65 anni per le donne del pubblico impiego potrebbe diventare realtà più velocemente di quanto si possa credere.
Questa eventualità sarebbe l'ennesimo grave attacco alle condizioni di vita e di lavoro delle donne con conseguenze gravissime per tutti i lavoratori di tutti i settori (pubblico e privato).
Le lavoratrici e i lavoratori precari vedrebbero ulteriormente limitata la possibilità di una stabilizzazione in un contesto, come quello della scuola, dove l'unica politica in atto è fatta di tagli e privatizzazione, dove le donne sono la maggioranza, sia precarie che a tempo indeterminato.
D'altra parte, proprio nel settore privato è più violenta la discriminazione che le lavoratrici vivono tutti i giorni: licenziamenti, turni notturni, negazione della maternità e del lavoro di cura.
Mediamente le donne lavorano di più per paghe più basse.
Se nel pubblico impiego le garanzie conquistate con tanti sacrifici si sono mantenute (almeno a parole), per lor signori è giunto il momento di eliminarle definitivamente per consentirgli di arraffare il più possibile: loro fanno una vita di sprechi insulsi e a noi ci tocca pagare la crisi che hanno generato.
In altri settori il processo di privatizzazione è ad un livello più avanzato, sanità, trasporti, edilizia popolare: è davanti gli occhi di tutti il generale degrado dei servizi essenziali e l'imbarbarimento delle condizioni di lavoro di chi ci lavora (per fare un paio di esempi il caso Alitalia).
Brunetta “salvatore” delle donne vuole renderci tutti uguali: uomini e donne, del pubblico e del privato.
Sappiamo per certo che ci vogliono tutte schiave.
Il mito del più forte, il senso d'impotenza nel tentativo di raggiungere livelli decenti di sopravvivenza, sfocia frequentemente in violenza cieca contro le donne: cresce il numero dei casi di violenza famigliare molto più di quelli perpetrati da “extracomunitari o stranieri”.
Tutta la demagogia e la strumentalizzazione razzista si schianta davanti a casi come quello di una nostra collega precaria che dopo essere stata violentata mentre andava a scuola, rischiava di perdere il posto se non riprendeva a fare lo stesso tragitto tra casa e lavoro.
Non abbiamo bisogno di ronde che ci difendano ma di un posto di lavoro sicuro e di servizi pubblici funzionanti.
Giovedi 19 marzo 2009 dalle 16 alle 20.00
Assemblea ITIS “E.Fermi” di Roma Via Trionfale 8737 (Monte Mario) con la partecipazione di delegazioni di lavoratrici dell'Alitalia, del Comune di Roma e della Sanità.
Le nostre nonne hanno conquistato la democrazia e la pace, le nostre madri la maternità, i servizi sociali, il divorzio, la 194 ci stanno togliendo tutto, a noi tocca difendere la nostra dignità.
28 Marzo
Manifestazione Nazionale A Roma Contro la politica dei tagli per la Giustizia Sociale
23 Aprile
VERO Sciopero Generale dell’intera giornata Indetto dal Patto di Base CUB SCUOLA ROMA via dell’Aeroporto 129, 00175 Roma tel\fax 06 76 96 85 14 email: cubscuola.roma@tiscali.it
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