02/01/23

L'augurio di un nuovo anno migliore per noi e peggiore per loro, per tutti i nemici delle donne, lo vogliamo dedicare alle donne dell'Iran

Pubblichiamo dal blog proletari comunisti un lungo report diretto dell'organizzazione iraniana Red Road of Iran (maoista)

L'Iran è tornato ad essere teatro di una grande battaglia. La battaglia del popolo contro i nemici del popolo, la battaglia delle classi sfruttate e oppresse contro sfruttatori e gli oppressori, la battaglia della libertà e della democrazia contro tirannia e dittatura, la battaglia della scienza contro il dominio dell'ignoranza. La si può definre una grande rivolta o una rivoluzione. Rivoluzione democratica e antimperialista. Ma, per qualche ragione, l’aspetto democratico è molto più forte di quello antimperialista.

L’assassinio di Mehsa Amini da parte della polizia

Mercoledì 23 Shahrivar 1401 (14 settembre 2022), Mehsa Amini, una ragazza curda di 22 anni, è arrestata da una pattuglia dell'Irshad, che giustamente donne e masse popolari del paese chiamano "pattuglia assassina", il con l’accusa di "abbigliamento improprio". Dopo poche ore il suo corpo viene trasferito all'ospedale Kasri di Teheran, non dà più segni di vita, e muore dopo un coma durato due giorni.

Zina (il nome curdo Mehsa, che significa vita) era una ragazza Kurda (una delle nazionalità oppresse in Iran). Un popolo che per quarant'anni è stato simbolo di resistenza e lotta contro la Repubblica islamica e il regime dittatoriale di Khomeini e Khamenei e ha lottato contro la loro teocrazia.

Il funerale di Mehsa innesca un grande movimento.

Il funerale di Mehsa si è tenuto a Saqez, dove Mehsa viveva, una delle città del Kurdistan Iraniano. Durante la cerimonia, le donne si sono tolte il velo e nella città di Tudeh ci sono stati raduni, cortei e manifestazioni di massa al grido lo slogan "donna, vita, libertà" per protestare contro questo crimine del regime.

Il movimento si è esteso a tutto l'Iran

In tutte le città dell'Iran masse di uomini e donne hanno dato vita a un grande movimento a sostegno delle manifestazioni di massa della città di Saqqez, e con lo stesso slogan, "donnea, vita, libertà", il movimento si è rapidamente diffuso dal Kurdistan al Baluchistan, dall'Azerbaigian a Bandar Abbas.

È una dura battaglia di tutte le classi popolari dell’Iran, in particolare lavoratori, contadini e classi lavoratrici, contro il regime di sfruttatori e oppressori, criminali, ladri assetati di denaro, corruttori, inganna-popolo e truffatori. Un movimento che ha scosso tutto il sistema capeggiato dal criminale Khamenei.

Una lotta che dura da quarant'anni

La lunga storia di questa grande battaglia di massa risale alla rivoluzione del 1957. Lo stesso tempo in cui la tirannia ha dichiarato guerra alla libertà e l'ha respinta, e ora la governano da 41 anni. L'aspetto principale della lotta attuale è stata la lotta per la libertà e per l'istituzione di un governo democratico e indipendente.

La direzione

Questo movimento è spontaneo. Non c’è un partito a dirigerlo, a causa dei quarant'anni di dittatura e dei pesanti colpi subiti dai partiti popolari, soprattutto di sinistra. Ha individuato da sè la propria direzione è che attualmente si centra sul rifiuto della Repubblica islamica, per il suo rovesciamento, senza parole d’ordine che specifichino quale governo andrebbe stabilito. Sono i figli della classe operaia il corpo principale del movimento.

I figli della classe operaia sono il corpo principale del movimento

Gli uomini, le donne, le ragazze e i ragazzi che cantano nelle strade contro questo sistema e contro la dittatura di Khamenei appartengono alle masse lavoratrici, e in prima fila ci sono la classe operaia, i contadini e gli strati medio-bassi della piccola borghesia. Questi costituiscono il grosso della popolazione principale del paese. La presenza degli strati ricchi della piccola borghesia non è tanto rilevante, mentre gli strati più ricchi di questa ancora non si uniscono alle classi che lottano per rovesciare la Repubblica islamica, come dovrebbero. Certo ci sono state lotte di medici e avvocati, in particolare dei medici, che sono state duramente represse.

La classe operaia

Col diffondersi del movimento, settori di lavoratori industriali si sono uniti alla lotta con scioperi. I lavoratori hanno iniziato gli scioperi su rivendicazioni economiche, ma in realtà sono scioperi legati al movimento democratico in corso e sono di natura politica.

Uno di questi è stato lo sciopero dei lavoratori del settore petrolifero. Nei primi giorni di sciopero il regime ha arrestato 250 lavoratori. In seguito c’è stata una nuove ondata di scioperi sindacali a Isfahan, dove sono entrati in sciopero due stabilimenti industriali, Zob Ahan e Sepahan Cement. Tuttavia, la classe operaia non ha ancora organizzato uno sciopero generale politico e la sua presenza nel movimento non è evidente.

Donne

Le donne iraniane hanno svolto un ruolo molto importante nelle lotte di questo periodo. La lotta contro l'assassinio di Mehsa Amini è iniziata nella città di Saqez nella provincia del Kurdistan e si è rapidamente estesa a tutte le città dell'Iran. Le donne hanno svolto un ruolo importante alla testa delle campagne di questo periodo e e ce n'erano molte tra i manifestanti. Molte ragazze e donne coraggiose hanno anche partecipato agli scontri, difendendosi e contrattaccando. Alcune di loro sono state uccise (circa 40-50) e molti sono state arrestate. Nelle carceri della Repubblica islamica, le donne vengono torturate e violentate. Alcune ragazze e donne, così come giovani e ragazzi, si sono suicidati dopo il rilascio, per motivi non ancora chiari.

Studenti

Dopo una lunga fase di riflusso del movimento studentesco, per varie cause, la discesa in campo degli studenti nella lotta ha allargato e approfondito il movimento per la libertà e la democrazia. In molte università dell'Iran gli studenti hanno tenuto manifestazioni e cortei e si sono scontrati con la polizia e i Basij.

Per reprimere gli studenti, il governo ha attaccato con le forze di polizia e militari la Sharif University of Technology. Molti studenti sono rimasti gravemente feriti e molti sono stati arrestati dopo gli assalti degli uomini del Ministero dell'Intelligence e all'IRGC.

Ciononostante, il movimento studentesco continua tuttora a lottare fino al grido di slogan progressisti come "Siamo figli di lavoratori, resteremo al loro fianco" e "Lavoratori, studenti, uniti nella lotta".

Imprenditori e commercianti

Dopo la rivoluzione del 1357 (1978), imprenditori e commercianti non hanno organizzato giornate di lotta, salvo di alcuni casi circoscritti in occasione di movimenti di massa, ma negli ultimi tre mesi ci sono state due serrate a livello nazionale, l’ultima il 14 , 15 e 16 dicembre 2022. La serrata ha avuto luogo in più di 70 città dell'Iran.

In risposta, il regime ha chiuso d’autorità molti esercizi squadre fedeli al regime hanno imbrattato con scritte le vetrine. È chiaro che queste lotte non finiranno e probabilmente continueranno in futuro.

Forme di lotta

Finora la lotta è stata in larga misura pacifica e difensiva, ma nel corso degli eventi ciò che era pacifico e difensivo sta diventando violento e d’attacco. La frase che più di ascolta oggi negli scontri è: "Battiamo questi infami!". E le donne e uomini dell'Iran puniscono i sicari del regime e nemici del popolo.

Due forme fondamentali di lotta

Questa lotta ha forme diverse. Dai raduni di piccoli gruppi in strada e con lancio di slogan agli scontri con le forze di polizia, dalla scrittura di slogan sui muri all’incendio delle sedi Basih, agli attacchi contro gli imam il venerdì, i parlamentari, gli edifici e le scuole religiose.

Il cambiamento più recente nelle forme di lotta è data data dallo sciopero dei lavoratori dell'industria, come pure dal lo sciopero nel settore dei trasporti di autisti e proprietari di camion.

Forme di movimento e slogan

Le forme principali di questo movimento sono stati raduni, cortei e slogan. Fin dall'inizio gli slogan erano rivolti contro le pattuglia dell'Irshad, le forze di polizia, i Basij e il governo. I principali sono stato: "Morte al principio di Velayat", "Morte a Khamenei", "Morte alla Repubblica islamica", "Makhund deve essere sciolto", "Morte a Basiji" e "Morte a Sepahi".

(Le varie forze militari che affiancano l'esercito e il cui ruolo principale è reprimere le lotte interne e organizzare le forze di Hezbollah nei paesi musulmani della regione, come Libano, Siria, Iraq e Yemen)

L'intervento delle unità speciali delle forze di polizia e del Guardiani della Rivoluzione Islamica, le "pattuglie assassine", che tengono sotto controllo tutte le principali attività politiche, militari ed economiche, ha provocato il contrattacco delle masse popolari contro questi mercenari e le Guardie Rivoluzionarie Islamiche. I mezzi delle forze repressive sono stati incendiati e i i "Gesht Irshad" sono colpiti con pugni e calci.

Ripercussione globale del movimento

Questo movimento ha avuto eco in tutto il mondo e al fianco del popolo in Iran si sono mobilitate le masse di immigrati iraniani in tutti i paesi del mondo. Molti artisti e sportivi hanno condannato l'uccisione di Mahsa Amini e preso posizione a favore del movimento di massa.

Khamenei e le sue guardie hanno paura!

Khamenei teme la classe operaia e del movimento di massa. Teme che la classe operaia e il popolo iraniano si uniscano e che il movimento si estenda ovunque e diventi globale e, cosa più importante, che duri.

La repressione di Stato è stata durissima. A Zahedan, capoluogo del Belucistan (altra nazionalità oppressa) in quello che è stato definito "Venerdì di sangue di Zahedan", sono morte più di cento persone. I beluci sono sunniti e da sempre sono oppressi dalla dittatura religiosa al potere in Iran. Inoltre, ci sono l’assalto alla Sharif University of Technology, l’attacco con mezzi militari pesanti contro Mahabad (città del Kurdistan) e perfino un attentati organizzato dallo stesso governo nel "Shah Chirag,"un luogo di culto a Shiraz, in cui sono stati uccisi 15 pellegrini e che è stato attribuito all'ISIS e per dire he è meglio che le di proteste cessino perché se continuano, l'ISIS attaccherà ancora. Ma il popolo ha capito che era una menzogna e ha continuato a lottare. L'ultima forma di repressione è stata l'esecuzione di giovani arrestati durante gli scontri. Finora ne sono stato giustiziati due e molto probabilmente altri giovani saranno giustiziati.

Unità popolare, movimento globale di tutte le classi sociali e continuazione del movimento

Sanno molto bene che se il popolo è unito e il movimento in corso continua, non possono né controllarlo né impedirne il collasso interno. La continuazione del movimento significa in ultima analisi l'allentamento della stretta della dittatura e la dimostrazione dell'impotenza delle pattuglie assassine, la disintegrazione delle squadracce filo-governative e la conseguente disintegrazione del regime dall'interno. Queste sono le facce della stessa medaglia. Per questo cercano di mostrarsi uniti, potenti e invincibili. Affinché il popolo ne sia terrorizzato, pensi che è impossibile rovesciarli e si arrenda alla tirannia. Per questo accelerano la repressione, sparano e uccidono.

Attacchi e ritirate del regime

Senza dubbio, la fazione e la banda di Khamenei e il cosiddetto "nucleo duro del potere" (la cricca che circonda Khamenei e le altre cariche di potere) sono ostinati e non cederanno. Certo sono stati sorpresi, impreparati e in genere incapaci di reagire tempestivamente al movimento e temono le conseguenze delle loro reazioni, in generale il loro metodo finora è stato aspettare che il movimento di massa disperdesse la sua energia e lentamente si esaurisse nello scontro. Poi, una volta stancato il popolo, pianificare e organizzare le loro forze militari e paramilitari per lanciare un contrattacco a tutto campo e la massima repressione.

Combattere l'inferno della tirannia

I capi mummificati di questo sistema marcio e i suoi pochi sostenitori hanno fatto dell’Iran un grande inferno, un inferno di ignoranza, assassinio della libertà e tirannia, con la promessa di portare il popolo nel loro "paradiso". L'attuale lotta del popolo iraniano è contro questo inferno e per la libertà, e continuerà finché non l’otterrà.

Senza dubbio lo sviluppo e l'evoluzione di questa grande rivolta influenzeranno le masse dei paesi della regione e del mondo e porteranno nuovi cambiamenti.

La posizione delle forze di sinistra

In Iran non ci sono partiti e organizzazioni di sinistra, comunisti rivoluzionari (marxisti-leninisti o maoisti). Ci sono gruppi e organizzazioni che chiamiamo "pseudo-sinistra". Questi sono divisi in due correnti. C’è la corrente dei revisionisti, di orientamento kruscioviano e trotskista. Ci sono altri piccoli gruppi che si definiscono "marxismo occidentale", "nuova sinistra", "eurocomunismo", "marxiani", ecc. e c'è anche il movimento avakianista. Tutte queste correnti sono divise in piccoli gruppi e tutti i loro dirigenti e quadri sono all'estero. Nessuna di queste organizzazioni, la maggior parte delle quali si autodefinisce partito, ha influenza tra la classe operaia o le masse popolari e non sono che poche persone.

A fronte della guerra tra Russia e Ucraina, questi si sono divisi in due campi. I partiti e le organizzazioni revisioniste kruscioviane schierate con la Russia, i partiti e le organizzazioni trotskisti, "marxisti" e "marxisti occidentali" e di "nuova sinistra" con l'Ucraina. Nel movimento attuale non hanno alcun ruolo e la maggior parte del popolo neppure li conosce. La maggior parte della loro attività si svolge su Internet. Certo, ci sono partiti curdi e beluci, ma hanno per lo più influenza tra i curdi e i beluci e non nel resto dell'Iran. Noi stessi siamo un movimento molto piccolo e la nostra attività è molto limitata, siamo cresciuti rispetto al passato e si può dire che speriamo di crescere di più nel processo di questo movimento, rivolta o rivoluzione.

Viva il movimento democratico e liberatorio delle donne!

Viva il movimento liberatorio delle masse!

Morte alla Repubblica islamica!

Per una Repubblica democratica popolare sotto la guida della classe operaia!


Red Road of Iran (maoista)

  dicembre 2022

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