L'Ucraina è diventata solo un mercato osceno, sporco di armi; armi sempre più potenti, più distruttive. Zelensky è il mercante, in costante divisa militare (perchè nessuno si dimentichi...), pressante, ricattatorio, che usa le morti per chiedere più armi di morte; mentre Putin, lo zar russo, risponde con la minaccia di una estensione della guerra di invasione. I "fornitori" di armi sono iperattivi, in primo piano gli Usa, ma poi Gran Bretagna, Francia, e l'Italia solerte che non vuole e non può essere da meno, Mattarella parla ancora ipocritamente di "negoziati di pace" ma poi firma gli aumenti delle armi e nel Mediterraneo il governo Meloni chiede più Nato, attrezzandosi come se la terza guerra mondiale fosse alle porte.
In questa guerra inter imperialista "per procura", come abbiamo gia' detto, i morti, le distruzioni sono nostri, i profitti sono loro.
Mentre decine e decine, anche centinaia di persone ucraine, soprattutto donne e tanti bambini muoiono sotto le bombe, per il freddo; mentre migliaia, oramai centinaia di migliaia, di giovani russi, ucraini vengono mandati al macello per questa sporca guerra, i produttori di armi gonfiano i loro portafogli e i capitalisti si sfregano le mani pensando ai profitti della ricostruzione, e, come giorni fa il nostro presidente della Confindustria Bonomi, vanno sui territori distrutti, calpestando i cadaveri per quantificare sul campo i guadagni futuri della ricostruzione.
LE DONNE E I BAMBINI MUOIONO E SOFFRONO TREMENDAMENTE. MA E' TEMPO CHE LE DONNE IN PRIMIS SI RIBELLINO AD ESSERE CALPESTATE, FERITE, UCCISE, LORO E I LORO FIGLI, PER QUESTA GUERRA CHE E' TRA IMPERIALISTI PER UNA NUOVA SPARTIZIONE DI FONTI ENERGETICHE, MATERIE PRIME, DEL MONDO!
ANCHE IN ITALIA DOBBIAMO RIPRENDERE CON FORZA LA LOTTA CONTRO QUESTA GUERRA, CONTRO IL NOSTRO IMPERIALISMO, IL GOVERNO MELONI CHE LA ALIMENTA.
"Abbiamo visto subito, appena è scoppiata questa guerra con l’invasione da parte della Russia dell’Ucraina, che immediatamente si è posto il problema delle donne, in maniera volutamente strumentale. La questione delle donne che a seguito dei bombardamenti erano costrette a fuggire con i loro figli, è stata subito molto amplificata. Quindi era, ed è tuttora necessario, contrastare anche questa propaganda della guerra che i giornali, la televisione stavano facendo usando il dolore, il dramma delle donne.
Era necessario far sentire invece l’effettiva voce delle donne, dicendo subito che questa era una guerra che non ci apparteneva, che è una guerra in cui non possiamo e non vogliamo essere chiamate a schierarci con l’una o con l’altra delle parti in causa.
Mentre abbiamo subito denunciato che le donne non possono essere usate al servizio della propaganda di guerra, nello stesso tempo abbiamo voluto contrastare una visione, che serve sempre la propaganda di guerra, per cui le donne sono solo vittime degli orrori della guerra e possono solo fuggire. Su questo non ci stiamo e non ci dobbiamo essere! Il discorso “non in nostro nome!” vale a maggior ragione proprio di fronte a una guerra che alla popolazione Ucraina, alle donne ucraine provoca morti, distruzioni, immani sacrifici, mentre produce profitti per chi la fa, da un lato la Russia con l’invasione, dall’altro gli Stati Uniti, la Nato, che hanno acceso la scintilla e i nostri governi europei che dando le armi alimentano questa guerra.
Questa visione strumentale per cui le donne sono solo vittime non doveva passare, non deve passare. Soprattutto perché purtroppo, come abbiamo detto e si è visto dal primo momento, questa non è una guerra che si conclude in pochi mesi, i rappresentanti della Nato, dei governi stessi, dicono che durerà “almeno fino a fine anno”, però, da come stanno andando le cose, continuerà anche oltre.
Noi vogliamo, anche con questa assemblea, riprendere con forza qual’è il nostro interesse come donne, e soprattutto che cosa è giusto fare, perché noi non vogliamo essere succubi, vogliamo essere parte attiva contro la guerra.
La prima questione che abbiamo detto è che questa è una guerra loro. E’ una guerra inter imperialista, che può dare avvio ad una guerra mondiale: in cui da un lato c’è la Russia, che è a tutti gli effetti un paese imperialista, purtroppo nei decenni passati, da più di 60 anni, è totalmente cambiata la situazione, la Russia da paese socialista, con la restaurazione capitalista è stato trasformato in potenza imperialista, e Putin rappresenta una sorta di nuovo zarismo imperialista; quindi l’invasione da parte della Russia è un invasione da parte di un paese che vuole difendere il proprio potere/controllo a livello internazionale.
Dall’altra parte chi in un certo senso ha dato la scintilla a questa guerra e chi la sta alimentando, sono gli altri paesi imperialisti, in primis gli Stati Uniti con la Nato che ha usato anche la richiesta dell’Ucraina di entrare nella Nato per avvicinarsi in maniera di sfida ai confini della Russia. In questo è chiaro che la guerra non può finire, perché non c’è solo l’Ucraina, ci sono gli altri paesi confinanti che la Nato e gli Usa vogliono che entrino nel loro raggio d’azione.
La guerra è continuamente alimentata dalla GB e dai paesi imperialisti europei con l’invio delle armi, in cui, ma non è una meraviglia per noi, il governo Italiano, il governo Draghi è in prima fila.
E’ importante vedere le ricadute sulla nostra vita quotidiana di questo aumento delle spese militari. Io sto a Taranto, e Taranto si può dire che è una delle Basi da cui partono armi e soldati, ma è il centro anche per le esercitazioni degli eserciti, non solo italiano ma anche francese e di altre nazioni, per andare in Ucraina.
Quindi la prima questione e che noi come buona parte del popolo ucraino, ma anche le masse proletarie russe, non abbiamo nessun interesse né è a stare da una parte né a stare dall’altra. Anzi, abbiamo interesse a fermare questa guerra inter imperialista; ma senza che fermare l’invasione russa debba voler dire “andare dalla padella alla brace”, cioè passare dall’imperialismo russo nelle braccia degli Stati Uniti, con tutto quello che sappiamo e sanno anche gli altri popoli della barbarie, atrocità dell’imperialismo Usa.
In questo senso noi abbiamo anche denunciato che lo stesso governo ucraino non può essere il governo che rappresenta gli interessi, i bisogni della popolazione ucraina, delle donne ucraine.
In particolare delle donne. Non ci dimentichiamo che il governo Zelensky aveva già imbarbarito la vita delle donne, prima di questo conflitto bellico. Da fonti ucraine emerge che le violenze sessuali, le violenze domestiche erano aumentate in questi ultimi anni per il facile accesso alle armi e per i traumi creati dai conflitti che già c’erano, in particolare in alcune regioni, come nel Donbass. Zelensky non aveva voluto firmare la convenzione di Istanbul, ecc.
Tanto per capire che politica porta avanti Zelensky rispetto alle donne. Donne che chiaramente, noi lo sappiamo bene, già prima erano costrette ad andare via dall’Ucraina per un’altra “guerra”, la guerra alle condizioni di vita che hanno portato tante di loro a venire a lavorare nei nostri paesi.
Quindi quando si dice, anche in alcune manifestazioni, “Noi siamo con la resistenza Ucraina”, noi dobbiamo dire, “Un momento, quale resistenza?”.
Noi saremmo contente se le donne che sono fuggite per salvare la loro vita e quella dei figli, tornassero in massa in Ucraina, ma non per sostenere la resistenza che viene fatta dall’esercito ucraino, un esercito pienamente nazista, ma per un’altra resistenza. Cioè una resistenza che possa essere effettivamente in mano ai lavoratori, agli operai, che sono tanti in Ucraina, che possa essere in mano alle donne, in cui le donne non siano costrette solo a subire o solo a fuggire, ma siano, come in parte è stato nel momento alto della nostra Resistenza antifascista e antinazista in Italia, protagoniste di questa resistenza.
Perché le donne quando lottano, quando sono effettivamente in prima fila, anche contro la guerra, hanno una marcia in più, sono una forza poderosa, perché portano tutto il peso dell’oppressione, il peso della condizione quotidiana che è attaccata a 360 gradi.
Quindi è questa resistenza che vorremmo. E allora noi siamo con le donne ucraine, sosteniamo le donne ucraine, ma ancora di più le vorremmo sostenere se si comincia una resistenza effettiva che non sia per passare da un imperialismo a un altro imperialismo. Solo questo può fermare secondo noi l’invasione della Russia. La resistenza in corso, l’invio di armi che viene fatto dai nostri governi, serve solo per alimentare questa guerra, per prolungarla, perché sono armi usate dal governo Zelensky, usate da un esercito che chiaramente difende gli interessi sia del governo ucraino che dell’imperialismo Usa e occidentale, che sono interessi di una nuova ripartizione del mondo, per impossessarsi delle fonti energetiche, per una nuova spartizione delle materie prime. Tutte cose che per loro significano profitti, per i lavoratori, per gli operai, per le donne ancor di più significano solo nuovi sacrifici, morte, sofferenze.
E allora noi diciamo: “Quale resistenza?”, “Per quale scopo?”. Se non è per una nuova società, per un’effettiva indipendenza dall’imperialismo, non è quella che serve, non è nell’interesse delle popolazioni, dei proletari Ucraini, di una pace vera.
Le armi... o le armi vanno nelle mani degli operai, dei lavoratori, delle donne, allora servono per fermare la guerra. Altrimenti servono solo per alimentare la guerra e avvicinarci a una huerra mondiale.
Un’ultima cosa. Chiaramente quando ci sono le guerre imperialiste, gli eserciti dei paesi imperialisti, dei governi al loro servizio, per la logica che portano avanti, che è una logica fascista, una logica di supremazia, portano con sé inevitabilmente l’orrenda realtà degli stupri, l’orrenda realtà di torture anche sessuali. Questo l’abbiamo visto in passato, in altre guerre. Le donne in questo senso subiscono in maniera veramente odiosa anche questi aspetti della guerra.
Ma noi lo abbiamo detto anche in altre occasioni, il problema è che dobbiamo asciugare le lacrime e usare la nostra rabbia, il nostro odio, per essere in prima fila nella lotta contro la loro guerra.
Al di là che purtroppo dobbiamo sempre fare tara delle notizie che vengono dai giornali, dalle televisioni, su cui bisogna considerare quanto meno un 50 % di fake news, e quindi pur escludendo e ridimensionando queste notizie, non possiamo sorprenderci che anche in questa guerra si stiano verificando stupri e altre forme di violenze da parte dell’esercito russo, come da parte dell’esercito ucraino.
Quello che però noi diciamo è che non sono certo il governo americano, lo stesso governo italiano, che possono ergersi a nostra difesa! Chi di noi ha un pò più di anni sa bene gli stupri etnici nei Balcani fatti sotto gli occhi e la presenza dell’esercito italiano, quello che anni fa successe in Somalia, in cui i nostri soldati italiani, poi processati ma di fatto assolti, torturarono sessualmente delle donne somale, quello che è succede sempre nelle guerre degli USA, tra cui, una per tutte, ricordiamo le torture sessuali dei prigionieri da parte delle carceriere donne di Abu Ghraib.
Quindi non ci venite proprio voi a denunciare questo! Anche la lotta contro questi stupri, violenze contro le donne o la prendiamo in mano noi, o li denunciamo noi, o non c’è possibilità di lottare contro questa barbarie; anche su questo dobbiamo fare la nostra resistenza".