Dana Lauriola è una compagna dell’Askatasuna e una militante NO TAV che andrà in carcere perché le sono stati negati gli arresti domiciliari.
La motivazione del tribunale di Torino è che Dana non può scontare la pena a casa, perché la sua casa è in Valle Susa e lei non si è dissociata dalla lotta contro l’alta velocità.
Una sentenza fascista che conduce in carcere Dana per le stesse ragioni che vi portarono all’inizio dell’anno Nicoletta Dosio.
Dana, Nicoletta e altri dieci militanti NoTAV sono stati condannati a complessivi 18 anni di pena per la giornata di lotta del 3 marzo 2012. A 8 anni di distanza si
concretizza così un altro pezzo di criminalizzazione del movimento No
Tav. Dana in particolare, secondo i giudici che così si sono espressi,
dovrà scontare 2 anni di carcere. Sono state rifiutate tutte le misure
alternative proposte dalla difesa.
Qui di seguito la lettera di Dana
Ho la fortuna di potervi salutare tutt* ancora da qui in attesa di essere tradotta in carcere.
Questa vicenda rivela la vergognosa condotta del tribunale, della Questura e della procura di Torino che hanno lavorato intensamente, in vista della ripresa dei lavori, per eliminare dalla loro strada chi può dare forza al movimento No Tav.
Uno dei motivi per cui vado in carcere, scritto nero su bianco, che non mi sono dissociata dalla lotta No Tav, l’altro che ho continuato a vivere in Valle di Susa.
Sono tranquilla per tutte le scelte che ho fatto in questi anni, ho amato la valle e la lotta No Tav per oltre 15 anni e continuerò a farlo anche se fisicamente lontana.
Intanto vi abbraccio, vi farò avere mie notizie. Vi chiedo di continuare la lotta, con tutta la forza e il coraggio che avete.
A presto compagn*
Ho la fortuna di potervi salutare tutt* ancora da qui in attesa di essere tradotta in carcere.
Questa vicenda rivela la vergognosa condotta del tribunale, della Questura e della procura di Torino che hanno lavorato intensamente, in vista della ripresa dei lavori, per eliminare dalla loro strada chi può dare forza al movimento No Tav.
Uno dei motivi per cui vado in carcere, scritto nero su bianco, che non mi sono dissociata dalla lotta No Tav, l’altro che ho continuato a vivere in Valle di Susa.
Sono tranquilla per tutte le scelte che ho fatto in questi anni, ho amato la valle e la lotta No Tav per oltre 15 anni e continuerò a farlo anche se fisicamente lontana.
Intanto vi abbraccio, vi farò avere mie notizie. Vi chiedo di continuare la lotta, con tutta la forza e il coraggio che avete.
A presto compagn*
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