LE OPERAIE DELLA MONTELLO PARTECIPERANNO ALL'ASSEMBLEA TELEMATICA DEL 17 SETTEMBRE
Il 14 ottobre 2021 si aprirà un processo ai padroni - Presidente e Consigliere delegato - della fabbrica Montello di Bergamo, dove
nel 2018/19 le operaie immigrate hanno portato avanti numerose e forti
lotte, strappando un risultato sul pagamento delle pause e ritiro dei
licenziamenti delle operaie iscritte allo Slai cobas e dove questa
estate sono tornate a scioperare contro la nuova cig che preannuncia
licenziamenti, discriminazioni e peggioramento delle condizioni di
lavoro.
Le compagne, lavoratrici del Movimento femminista proletario
rivoluzionario ieri come oggi hanno sempre sostenuto le operaie in
lotta.
Durante la battaglia del 2018, attaccarono apertamente il tentativo dei
padroni della Montello di dividere, ricattare le operaie per far
accettare un accordo truffa, chiedendo loro anche se appartenevano o
meno al Mfpr e segnalando questa presunta appartenenza anche alle forze
dell'ordine - come se stare nel Mfpr fosse un "reato"!
contro questo grave abuso, ricatto, che fu respinto.
OGGI GRAZIE A QUELLA DENUNCIA SONO I PADRONI DELLA MONTELLO SUL BANCO DEGLI IMPUTATI!
Vogliamo che siano condannati! Deve essere un processo esemplare
contro l'atteggiamento dei padroni verso le donne, contro chi vuole
schiacciare la ribellione delle operaie, e soprattutto quella
rappresentata dal Mfpr che fa paura a lor signori.
Pubblichiamo la denuncia alla procura fatta a suo tempo
Alla PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI BERGAMO
Denuncia/Querela
La sottoscritta Associazione “Movimento femminista proletario
rivoluzionario”, in persona della sua rappresentante nazionale
Calderazzi Margherita (n. a Taranto il 29.11.50), con sede in Taranto
alla via Livio Andronico, 47, denuncia Roberto Sancinelli presidente
della Montello Spa e Angelo Giavazzi consigliere delegato della Montello
Spa.
I FATTI
La Montello Spa, Via Fabio Filzi, 5, 24060 Montello BG, nelle persona
del Consigliere Delegato Angelo Giavazzi, in data 14 novembre 2018, nel
corso della vertenza per l'assunzione di 17 lavoratrici, già operanti
nella Coop Eko-Var appaltatrice della Montello, e non passate, a seguito
del cambio appalto, nella nuova ditta appaltatrice Selection
(nonostante accordo sindacale), in risposta ad una lettera dello Slai
cobas per il sindacato di classe di Bergamo, scrive, tra l'altro –
(riportiamo lo stralcio che vogliamo sottoporre all'attenzione di
codesta Procura - mentre alleghiamo l'intera lettera inviata via e
mail):
“(Al)l’incontro di sabato 3 (novembre c.a. - ndr)... erano presenti,
oltre a 5 lavoratrici, il sig. Lauricella, presidente del Consiglio di
Amministrazione della cooperativa Selection, il sig. Cataldo,
consigliere della cooperativa Selection, oltre che, per la Montello, il
sig. Sancinelli, il sig. Giavazzi, consigliere delegato alla sicurezza
aziendale e ai rapporti con la cooperativa e la signora Muggiolu,
responsabile operativa.
In tale sede le lavoratrici presenti, hanno chiesto chiarimenti in
merito alla possibilità di rientrare a svolgere la propria attività
lavorativa, per il tramite della cooperativa Selection, nel sito
Montello.
Da parte Montello sono stati chiesti chiarimenti circa
l’appartenenza dichiarata dalle lavoratrici, tramite volantinaggio, al
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario e da chi sostenute in
tale appartenenza. Tale dichiarata appartenenza, segnalata anche alle
forze dell’ordine, ha generato legittime preoccupazioni da parte
della Montello e dei suoi responsabili alla sicurezza, in considerazione
dell’attività di servizio pubblico svolto e del fatto che i siti di
trattamento dei rifiuti, come quello di Montello, sono considerati
sensibili in termini di sicurezza pubblica...”.
La lettera terminava, firmata
Cordiali saluti.
MONTELLO S.p.A.
Il Consigliere Delegato
Angelo Giavazzi
La “richiesta di chiarimenti circa l'appartenenza delle lavoratrici al
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario” è in aperta violazione
dello Statuto dei lavoratori Art. 8, che recita:
“È fatto divieto al datore di lavoro, ai fini dell'assunzione, come nel
corso dello svolgimento del rapporto di lavoro, di effettuare indagini,
anche a mezzo di terzi, sulle opinioni politiche, religiose o sindacali
del lavoratore, nonché su fatti non rilevanti ai fini della valutazione
dell'attitudine professionale del lavoratore”;
Inoltre – a parere della scrivente – risulta anche in violazione della
Costituzione, in particolare all'art. 3 che nella prima parte recita:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla
legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione,
di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
E all'art. 21 che recita nel primo capoverso:
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni
altro mezzo di diffusione”.
E' evidente – a parere della scrivente – l'effetto ricattatorio della
richiesta della Montello verso le 5 lavoratrici e di conseguenza
indirettamente anche verso le altre 12 in attesa di assunzione.
All'azione discriminatoria illegale si unisce una evidente azione di
minaccia/intimidazione con l'annuncio della “segnalazione alle forze
dell'ordine”.
Si specifica, inoltre, a mero titolo di precisazione, che l'aggiunta
fatta dalla Montello: “...in considerazione dell’attività di servizio
pubblico svolto e del fatto che i siti di trattamento dei rifiuti, come
quello di Montello, sono considerati sensibili in termini di sicurezza
pubblica...”, è totalmente fuori luogo, dato che il volantinaggio
svoltosi in data 20 settembre c.a. - ben prima dell'avvio della vertenza
per il rientro - a cui probabilmente si riferisce, è stato fatto, non
dalle lavoratrici, ma da esponenti, esterni alla fabbrica, aderenti al
Movimento Femminista Proletario rivoluzionario, ed è stato effettuato
fuori dal perimetro della Montello, lontano dagli ingressi della
fabbrica, per cui mai e poi mai poteva creare problemi di “sicurezza
pubblica”.
Pertanto, questa sottolineatura ha evidentemente solo lo scopo di
accentuare verso le lavoratrici l'azione di minaccia e ricattatoria,
creando artatamente un clima di paura.
Si fa presente, infine, che le affermazioni fatte dai responsabili della
Montello nell'incontro con la 5 lavoratrici hanno inteso gettare
discredito nei confronti della Associazione Movimento femminista
proletario rivoluzionario, di fatto rappresentata come pericolosa per le
lavoratrici, o per chi eventualmente ne facesse parte, lì dove questa
associazione è volta proprio a difesa delle lavoratrici, dei diritti
delle donne, facendo un assurdo binomio tra eventuale appartenenza
all'Associazione e difesa o meno del posto di lavoro.
Questo, oltre che violare un diritto costituzionale di libera
associazione per le persone, le lavoratrici, è un offesa per il
Movimento femminista proletario rivoluzionario.
Per tutto quanto sopra riportato, si chiede a codesta Procura di agire nei confronti dei responsabili –
Roberto Sancinelli presidente della Montello Spa e Angelo Giavazzi
consigliere delegato della Montello Spa - di questa azione
discriminatoria della Montello, a difesa della libertà delle
lavoratrici.
La scrivente resta a disposizione per fornire ogni notizia e documentazione, in proprio possesso che possa essere utile.
La scrivente chiede di conoscere gli esiti della presente denuncia.
20 dicembre 2018.
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
Calderazzi Margherita
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