15/01/18

Le donne in lotta non hanno da difendersi da un processo, ma hanno da ribellarsi contro una "giustizia" che continua la violenza sulle donne


Il 22 gennaio, vi sarà l'avvio del processo a L'Aquila contro 3 compagne, accusate di "diffamazione" dall'avvocato dello stupratore Tuccia.

L'Mfpr non riconosce questo processo a donne che hanno espresso concretamente la solidarietà attiva verso "Rosa" stuprata orribilmente e quasi assassinata dall'ex militare Tuccia. 

L'Mfpr utilizzerà il processo per ribadire la legittimità della lotta delle donne, rivendicando tutta la mobilitazione fatta.

Noi vogliamo che nessuno dimentichi l'orribile crimine perpetrato contro "Rosa"; esso ha colpito e colpisce tutte le donne
Noi vogliamo che nessuno faccia finta di non sapere dell'aumento di stupri e femminicidi, di questa strage di bassa intensità contro le donne, che il più delle volte non trovano giustizia ma, anzi, si ritrovano loro messe sotto accusa
Noi vogliamo ricordare che "Rosa" ha continuato ad essere violentata per tutto il processo. Invece di trovare
nelle aule di giustizia un clima sereno, dalla parte delle donne , è entrata nel girone infernale di un "processo per stupro"! Rosa, ma anche le donne nei presidi fuori e dentro il Tribunale, ha dovuto sentire e subire offese indegne, da parte di un avvocato che è andato ben oltre anche lo stesso diritto di difesa, facendo vivere a "Rosa" un'altra pesante violenza durante il processo
Noi rivendichiamo la piena legittimità della mobilitazione di solidarietà di tante donne, e intendiamo dare voce alla denuncia di questa seconda violenza che si perpetua oggi nel Tribunale. Non si può parlare della violenza sessuale verso le donne il 25 novembre da parte anche di rappresentanti Istituzionali, e poi trovarsi anche imputate per aver difeso i nostri diritti!
Oggi sono le donne che hanno reclamato un elementare 
diritto democratico (che si impedisse all'avvocato di Tuccia di intervenire nella Casa Internazionale delle Donna, infangando anche questo luogo) ad essere messe sotto processo; sono le tante, troppe donne offese, violentate, discriminate, oppresse, ma ribelli e sempre in lotta, ad essere "accusate" di diffamazione, perchè un "ometto" si è sentito "colpito nella sua dignità, professionalità"; quando ogni giorno le donne subiscono non una ma mille offese, fino agli attacchi alla loro vita. 
Volete cercare di zittirci, cancellare la solidarietà e la lotta delle donne... Non ci riuscirete!

Pensiamo che ben altro dovrebbe essere "condannato": quelle parole indegne che "continuano ad uccidere" la stessa vita delle donne; che uccidono, così, anche la giustizia.

Questo processo sarà una "pietra che ricadrà sui piedi" di chi l'ha sollevata.
Questo, come tanti altri processi, farà comprendere più chiaramente a tante donne cosa è questo Stato borghese, farà comprendere la necessità di rendere più forte la lotta delle donne, per affermare una reale giustizia per le donne, perchè tutta la vita e tutta la società devono cambiare!  
Non abbiamo nulla da cui difenderci!
Noi non dimentichiamo e continueremo a denunciare le atrocità commesse sul corpo di Rosa.
Noi continueremo a mettere sotto "processo" le complicità e coperture verso chi stupra e uccide le donne! 
Noi continueremo la lotta dando voce a tutte le donne!

MFPR

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