10/05/17

Donne contro il G7 di Bari

Preparano il G7 come una guerra di occupazione del territorio e pretendono di impedirci di manifestare realmente...?

QUESTI SONO GLI ILLEGALI INDIVISA O A DOPPIO PETTO! Ma più si rinchiudono, si attrezzano, più fanno repressione preventiva, più fanno "campagna terrorista" e più dimostrano quanto sia legittimo, anche solo per difendere i minimi diritti, dire NO al G7, rompere i loro divieti, impedirgli di lavorare tranquilli contro tutti noi, per peggiorare le nostre vita.
Che al G7 le donne siano, in questo, in prima linea, portando i loro contenuti necessari, per dare una risposta combattiva con la loro "marcia in più" che viene dal doppio sfriuttamento e oppressione che subiscono. 
 
MFPR

(Dal comunicato di Nudm di Bari) - Femministe contro il G7 a Bari

"...Bari tra qualche giorno sarà il set dei ministri economici, cioè dei riferimenti (e responsabili) istituzionali del capitalismo finanziario e dell’austerity, ossia delle crescenti disuguaglianze sociali, dell’attacco al welfare e ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, della vera e propria povertà di tanti pensionati, della condizione di precarietà di giovani donne e giovani uomini. Si tratta di un capitalismo violento, aggressivo, multiforme, che ha bisogno della partecipazione alle guerre della
Nato, della guerra come strumento di espansione che colonizza i corpi e le vite di donne e uomini, pervade e modifica il senso comune, tende a presentarsi come “invisibile”, come condizione naturale e immutabile, tentando persino di consegnare la soggettività (e la differenza) femminile al mercato, sotto forma di “qualità” e “attitudini” femminili da valorizzare e da promuovere, cooptare, omologare...
Il punto di vista femminista non è una ‘questione di donne’ da mettere a lato o da aggiungere alle rivendicazioni cosiddette generali; esso è una questione generale, in quanto riesce a individuare il nesso tra capitalismo e patriarcato per la trasformazione della vita di uomini e donne.
Anche a Bari stiamo parlando di questo, perciò abbiamo attraversato le strade della nostra città l’8 marzo praticando uno sciopero generale sessuato, che metteva in discussione produzione e riproduzione.
E a partire da questo progetto politico vogliamo contestare e contrastare la parata dei ministri del G7, una parata che significativamente si è annunciata con provvedimenti repressivi ed espulsioni ‘preventive’ di giovani donne e giovani uomini che vivono, lavorano e studiano nella nostra città.
Una città che per l’occasione sta per essere militarizzata, violata, vietata all’attraversamento, al camminare, alla fatica, alla gioia, alle risate, alle forme di vita (come riunioni e incontri) e lo stare insieme. Una sorta di zona rossa di genovese memoria, riservata al passaggio dei responsabili e complici della precarietà economica, materiale e simbolica, in cui viviamo.

A partire dal nesso capitalismo finanziario / patriarcato oppressione istituzionale / repressione, dobbiamo e vogliamo ribellarci, noi donne native e migranti...

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