A settembre le lavoratrici del mfpr di Taranto realizzeranno un incontro con alcune braccianti e immigrate a Foggia, per preparare insieme un nuovo sciopero delle donne, per dire BASTA A QUESTE CONDIZIONI DI LAVORO!
Perché le donne sfruttate vanno organizzate, perché anche la morte di Paola serva alla ribellione delle lavoratrici più sfruttate, ricattate e oppresse.
MFPR - Taranto (mfpr.naz@gmail.com)
«Morire a lavoro in un campo di uva e diventare subito un fantasma,
senza che trapeli notizia per settimane. Il cuore di Paola, 49 anni,
bracciante di San Giorgio Jonico si è fermato la mattina del 13
luglio, sotto un tendone per l’acinellatura dell’uva, nelle campagne
di Andria, in contrada Zagaria».
«lunedì 13 Paola è uscita da casa sulle sue gambe, come tutte le notti, per andare a lavoro ed è tornata in una cassa da morta. È stata sepolta il giorno dopo, sembra senza autopsia e con il nullaosta “telefonico” dato dal magistrato di turno. Il pm non si è recato sul posto perché, riferisce la polizia di Andria, il parere del medico legale è che si sia trattato di una morte naturale, forse un malore per il caldo eccessivo».
Ancora un’altra morte nei campi, che precede quella di Mohammed, il bracciante sudanese vittima della fatica e dei caporali a Nardò.
... le donne, diradano gli acini per fare più belli i grappoli di uva da tavola, scartando i chicchi piccoli che impediscono agli altri di crescere. Le braccianti stanno in equilibrio su cassette di legno per raggiungere gli alti filari di uva. Forse Paola, accusando un malore, è caduta da una di quelle cassette. Oppure forse, come hanno raccontato alcune compagne di lavoro, Paola era uscita fuori dal tendone poco prima di accasciarsi al suolo. Solitamente, l’acinellatura è tra i lavori pagati meno in agricoltura: 27-30 euro a giornata, nonostante i contratti provinciali stabiliscano un salario di 52. Paola non si sarebbe aspettata di morire così, dopo 15 anni di lavoro nei campi, dall’alba fino a quando fa buio. Sembra che Paola non avesse diritto ad una pensione, perché non ne aveva maturato i diritti e senza la disoccupazione, perché le aziende per cui aveva lavorato in precedenza non le avevano versato tutte le giornate di lavoro all’Inps. Lei aveva rinunciato a chiedere il rispetto dei suoi diritti. Temeva di non riuscire più a trovare lavoro se avesse minacciato un’azione legale contro i padroni delle aziende. Sicuramente Paola si sentiva forte. Si alzava alle 2 di notte a San Giorgio Jonico, in provincia di Taranto, arrivava sui campi di Andria alle 5, rientrando nel primo pomeriggio a casa, dopo circa 5 ore di viaggio tra l’andata e ritorno»
«lunedì 13 Paola è uscita da casa sulle sue gambe, come tutte le notti, per andare a lavoro ed è tornata in una cassa da morta. È stata sepolta il giorno dopo, sembra senza autopsia e con il nullaosta “telefonico” dato dal magistrato di turno. Il pm non si è recato sul posto perché, riferisce la polizia di Andria, il parere del medico legale è che si sia trattato di una morte naturale, forse un malore per il caldo eccessivo».
Ancora un’altra morte nei campi, che precede quella di Mohammed, il bracciante sudanese vittima della fatica e dei caporali a Nardò.
... le donne, diradano gli acini per fare più belli i grappoli di uva da tavola, scartando i chicchi piccoli che impediscono agli altri di crescere. Le braccianti stanno in equilibrio su cassette di legno per raggiungere gli alti filari di uva. Forse Paola, accusando un malore, è caduta da una di quelle cassette. Oppure forse, come hanno raccontato alcune compagne di lavoro, Paola era uscita fuori dal tendone poco prima di accasciarsi al suolo. Solitamente, l’acinellatura è tra i lavori pagati meno in agricoltura: 27-30 euro a giornata, nonostante i contratti provinciali stabiliscano un salario di 52. Paola non si sarebbe aspettata di morire così, dopo 15 anni di lavoro nei campi, dall’alba fino a quando fa buio. Sembra che Paola non avesse diritto ad una pensione, perché non ne aveva maturato i diritti e senza la disoccupazione, perché le aziende per cui aveva lavorato in precedenza non le avevano versato tutte le giornate di lavoro all’Inps. Lei aveva rinunciato a chiedere il rispetto dei suoi diritti. Temeva di non riuscire più a trovare lavoro se avesse minacciato un’azione legale contro i padroni delle aziende. Sicuramente Paola si sentiva forte. Si alzava alle 2 di notte a San Giorgio Jonico, in provincia di Taranto, arrivava sui campi di Andria alle 5, rientrando nel primo pomeriggio a casa, dopo circa 5 ore di viaggio tra l’andata e ritorno»
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