09/05/14

Disoccupata? Disoccupate le strade dai sogni...?!

NO!


A te
Che hanno gettato il cervello sulla luna, ma dalla luna ancora mi chiama
A te
Che sei imprendibile come una carezza
E come una fitta nel cuore, una dolce lacrima di libertà e di amore, mi ricordi il mio dovere
L’unico che sento di avere e che farò con gioia
La rivoluzione femminista nella rivoluzione proletaria
Per te, che prima di ucciderti ti hanno stuprata per mandarti all’inferno
Per te, che ti hanno venduta come schiava
Per te, bottino di guerra, carne da macello
Per te, sorella, compagna violentata, umiliata, assassinata
Per te, che eri troppo autonoma o critica o ribelle o libera per vivere in questa società
Per te, che hai tentato di spezzare le catene
Per te, che tu sia in Italia, in Germania, in Turchia, in India, in Nigeria, in America Latina…
Io combatterò contro i tuoi assassini
Contro questo sistema capitalista, imperialista, patriarcale, che si serve del manganello, dell’ignoranza e della religione per mantenerti schiava fino alla morte
Per te combatterò contro questo stato per cambiare l’esistente
Questo è l’unico dovere che sento
Lo devo a te, a me, per dare un senso alla mia vita e alla tua morte



"No, non voglio essere una delle vostre donne confezionate col cellophane. Non voglio essere presenza tenera di piccole risate e di sorrisi stupidamente allettanti e dovermi sforzare di essere quel tanto triste e ammiccante e al tempo pazza e imprevedibile e poi sciocca e infantile e poi materna e puttana e poi all'istante ridere pudica in falsetto a una vostra immancabile trivialità...
***
...Buttiamo bombe nella coscienza delle masse. Coloro che sono oppressi lo sanno, ma reprimono questa consapevolezza perché si identificano con i loro oppressori fino a quando li ritengono invincibili” (Ulrike Meinhof, assassinata dallo stato 38 anni fa)

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