27/07/18

Elin ha vinto una battaglia, ma per vincere la guerra occorre il coraggio di tutte e tutti, ci vuole una nuova resistenza.

Svezia, la protesta della studentessa per salvare un afghano: «Fatelo scendere dall’aereo o non mi siedo»

La 21enne Elin Ersson si è ripresa mentre impediva a un volo diretto da Göteborg alla Turchia di decollare con un richiedente asilo da rimpatriare: «Lì lo ammazzeranno». Gli altri passeggeri applaudono, alcuni l’attaccano. E alla fine vince lei.


Una studentessa svedese di 21 anni lunedì è salita su un aereo a Göteborg per impedire che un richiedente asilo afghano fosse espulso e rimpatriato nel suo Paese. E ci è riuscita. La ragazza, Elin Ersson, è entrata nel velivolo diretto in Turchia – per il quale aveva acquistato un biglietto – e ha iniziato a filmare la sua protesta, che consisteva nel rifiutarsi di prendere posto a sedere finché l’uomo non fosse stato fatto scendere dall’aereo e riportato sul suolo svedese. Il suo live-stream su Facebook è stato visto oltre 2 milioni di volte in poche ore, ricevendo commenti di ogni genere, dalla rabbia alla profonda ammirazione.
La ragazza, che studia all’università di Göteborg, si riprende con il cellulare mentre impedisce all’aereo di partire: «Non voglio che quest’uomo perda la vita solo perché tu non vuoi perdere l’aereo», la si vede rispondere ad alcuni passeggeri che l’attaccano, mentre altri (tra cui un ragazzo turco) l’applaudono. «Non mi siederò finché questa persona non sarà portata fuori dall’aereo». La scena dura un quarto d’ora. Elin piange e sfida gli steward: «Quello che sto facendo è perfettamente legale. Finché una persona resta in piedi il pilota non può decollare. Voglio solo fermare questa deportazione e poi mi atterrò alle regole. Non sto commettendo nessun reato».

Un passeggero inglese le si avvicina furioso, cerca di prenderle il telefono, lei gli dice: «Cos’è più importante, una vita o il tuo tempo? Non voglio che quell’uomo prenda questo aereo perché non è al sicuro in Afghanistan, probabilmente lì lo ammazzeranno. Sto cercando di cambiare le regole nel mio Paese, non mi piacciono. Non è giusto mandare le persone all’inferno». Nel 2017 gli afghani rimpatriati dalla Svezia sono stati 417. Erin ha vinto la battaglia per il suo: l’uomo è stato portato giù, poi è scesa anche lei. Poi la ragazza ha raccontato all’agenzia Dw: «So che potrebbero averlo fatto partire un altro giorno». La guerra non è vinta.

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