15/04/25

All’operaia Luisa Ciampi, operaia dell'Electrolux - per non dimenticare - Ci uniamo con grande affetto e solidarietà

Da Bottega del Barbieri

Il ricordo di compagne e compagni dell’Electrolux.

12 novembre 2001 l’esplosione,
15 aprile 2002 la morte. 
15 aprile 2025 la memoria.
 
ALL’OPERAIA LUISA CIAMPI, PER NON DIMENTICARE.
A 23 anni dalla morte il nostro imperituro ricordo.
Alle 6 di mattina, mentre in tutto lo stabilimento Electrolux di Susegana le linee di produzione venivano avviate, alla linea 3, nella buca di saldatura, le operaie accendevano il cannello di saldatura.
Un boato e un’esplosione di fuoco improvvisa trasformarono tutto.
Durante la notte tra l’11 e il 12 novembre 2001, dalle cabine di carica era fuoriuscito il gas inodore, il quale, depositandosi aveva riempito le buche di saldatura (profonde 50 centimetri), dove gli operai saldatori scendevano i pochi gradini, per trovarsi il frigorifero a misura utile per saldare le tuberie dei motori.
Non c’erano sensori. La fuga di gas trovata fu sottostimata, nessun allarme.
A innestare l’esplosione fu l’accensione dei cannelli di saldatura.
Un inferno. Rimasero ustionati diversi operai, alcuni in modo grave, e diverse donne. Non tutti si salvarono.
Tanti i feriti portano per la vita i segni esterni del fuoco e altri interni nell’animo.
Cicatrici, queste ultime, altrettanto inguaribili che coinvolsero tanti lì presenti in quel fatale giorno.
Tutto cambiò. La fabbrica fu chiusa per giorni.
Dopo 6 mesi di atroci sofferenze nel reparto grandi ustionati dell’ospedale di Padova, il 15 aprile 2002, a 41 anni, morì Luisa Ciampi.
Lasciò figlio, fratelli, genitori, la vita.
Oggi, in quel tragico punto la fabbrica si è trasformata, ha altri impianti, altri operai, altre storie.
Nella memoria di chi c’era, resta la certezza che tutto era evitabile e che tutto non abbia mai più a ripetersi.

CIAO LUISA, NOI OPERAI.
Compagn@ Electrolux

13/04/25

Con le donne palestinesi - dal presidio a Taranto del 12 aprile


Quale legame tra la resistenza palestinese e la guerra popolare in India - Intervento del Mfpr

Sempre sulla oscena sentenza per La Russa - Riceviamo e pubblichiamo

Nonostante le inchieste abbiano dimostrato che la ricostruzione dei fatti proposta dalla vittima fosse vera e sebbene una perizia ospedaliera abbia confermato i segni compatibili con un rapporto non consensuale, l’accusa di stupro contro Leonardo La Russa e Tommaso Gilardoni è stata archiviata, a dimostrazione di quanto poco contino il corpo e la parola di una donna in tribunale.
Le indagini hanno persino confermato la presenza di Ghb nei capelli della vittima, sostanza nota come “droga dello stupro”, ma questa evidenza è stata minimizzata fino ad essere liquidata come produzione fisiologica. La ragazza era, secondo tutte le testimonianze, in stato di alterazione psicofisica evidente, ma il fatto che non si sia opposta esplicitamente è stato usato come alibi, ignorando che il consenso non può esistere in assenza di lucidità.
È inaccettabile che la giustizia possa archiviare un caso del genere quando il principio fondamentale dovrebbe essere che senza un “sì” esplicito, è semplicemente un “no”. Oltretutto vi è stata la diffusione non consensuale di un video intimo: un caso di revenge porn che ha aggravato ulteriormente la violenza subita e l’umiliazione pubblica (unica accusa a restare in piedi). 
La scelta di archiviare nonostante la gravità dei fatti – la violenza, lo stato di incoscienza, il video condiviso – è un atto di sistemica protezione del potere.
In una società realmente civile l’accertamento del consenso dovrebbe essere la base di ogni giudizio: qui è stato ignorato, come se bastasse l’inerzia di un corpo per assolvere chi lo usa. Archiviare questo caso non è solo un insulto alla vittima, è un messaggio pericoloso per tutte le donne: la tua verità conta o meno in base a chi è il tuo aggressore.

12/04/25

Settimana india - Le donne Adivasi sfruttate e oppresse dal capitalismo/patriarcalismo - Ma creano un nuovo capitolo nella Storia rivoluzionaria


Il capitalismo, ovunque si sia affermato, ha eliminato alcuni valori patriarcali feudali, ma il capitalismo ha dato vita a una nuova forma di valori patriarcali che svalutano il lavoro delle donne.


"...Il fascismo brahmanico Hindutva ha esteso i suoi tentacoli in ogni sfera della vita, e d'altra parte, l'imperialismo ha intensificato le sue misure di sfruttamento nei confronti dei popoli e delle nazioni oppresse. Ora siamo sotto il giogo di due mostruosi terrorismi... Le donne affrontano moltitudini di sfruttamento economico ed extraeconomico che rimane impunito e la dominazione maschile fa da barriera alla vista generale della società. Che si tratti delle regioni dilaniate dalla guerra dell'Asia occidentale, della Palestina o dell'Ucraina o, che si tratti delle fabbriche di abbigliamento di Dhaka, della valle del Manipur o delle cinture forestali del centro dell'India, le donne di tutto il mondo stanno affrontando l’incendio delle crisi imperialiste. 

In India, la condizione della donna non è sublime come propagandato dal fascista del BJP Narendra Modi. Il fascismo brahmanico Hindutva con il sostegno dell'imperialismo dà slancio e forza ad una delle forme più disumane di sistema di gerarchia sociale che trasforma le donne in un oggetto di 'piacere' e sfruttamento. 

Il capitale finanziario per la sua valorizzazione richiede un mercato unificato, fonte di forza lavoro a basso costo e abbondante risorse naturali. L'oppressione delle donne nell'era del capitalismo moribondo è interconnessa con l’autocrazia del capitale finanziario. Incapaci di vedere queste corde che legano: è come dare pugni nel buio. Non c'è dubbio che il Capitalismo del libero-scambio, del periodo manifatturiero, ha portato un numero significativo di donne dalle oscure segrete delle faccende di casa alle fabbriche. A causa di questa espansione senza precedenti della produzione sociale, i movimenti delle donne della classe operaia entrarono in scena e diedero vita alla soggettività dei movimenti dei diritti delle donne. Il capitalismo, ovunque si sia affermato, ha eliminato alcuni valori patriarcali feudali, ma il capitalismo ha dato vita a una nuova forma di valori patriarcali che svalutano il lavoro delle donne... La società capitalista trasforma ogni oggetto in merce e le donne non fanno eccezione... Nel sistema Manuvadi [privilegi per casta alta] la donna non è considerata come un essere libero. Dalla nascita alla morte deve essere sotto il dominio del maschio. Il diritto di possedere le forze produttive, in particolare la terra e il diritto sulla sfera della riproduzione è stato negato dalle classi dominanti in India.

Le politiche burocratiche borghesi filo-imperialiste e feudali del governo del BJP hanno spezzato la schiena alla dignità della donna e ai suoi diritti democratici. Lo sfollamento forzato a causa di un modello di sviluppo aziendalistico ha tolto tutti i beni di prima necessità alle classi emarginate... La precarizzazione della forza lavoro in India si dimostra un mezzo efficiente per l'estrazione di profitti da parte imperialista e dal modello CBB dello Stato indiano. Ciò ha portato alla “non-formalizzazione” della forza lavoro nel settore non organizzato che è significativamente composto da forza lavoro femminile a basso costo. Concentrazione e centralizzazione del capitale nell'era dell'imperialismo ha oltrepassato la linea rossa. Anche questo ha devastato la vita normale del popolo oppresso, specialmente delle donne. Centinaia di migliaia di industrie su piccola scala sono state costrette a chiudere durante i 10 anni di Modi. La conseguenza di ciò è stato l'aumento significativo dell'esercito di manodopera di riserva. È stata la donna che ha dovuto portare il peso della disoccupazione su di sé, dato che la maggior parte della forza lavoro nelle piccole industrie è composta da donne. Epoiché la fonte di reddito è diventata minuscola a causa della debole condizione economica, la percentuale di tratta delle donne e di quelle che si prostituiscono ha rialzato la sua brutta testa dopo l'orribile lock down. Tutti questi fattori stanno portando verso la femminilizzazione della forza lavoro rurale che rafforza il patriarcato brahmanico con maggiore intensità. 

Lo sfruttamento sessuale e lo sfruttamento economico delle donne vanno di pari passo, perchè i mali sociali sono inseparabili. Attualmente la maggior parte della manodopera agricola a basso costo è rappresentata dalle donne che allo stesso tempo subiscono lo sfruttamento sessuale da parte dei latifondisti e degli usurai. Secondo il report della Banca Mondiale sulla partecipazione della Forza lavoro (2022), solo il 24% delle donne in India ha un lavoro retribuito. Ridimensionamenti della forza lavoro delle aziende IT sono diventati la norma nel momento in cui il capitalismo sta attraversando una crisi generale. La maggior parte dei dipendenti licenziati nei settori IT sono donne. Anche la saggezza dei giganti dell'IT che si basa sul capitale finanziario non è esente dal patriarcato... Secondo il rapporto sulla parità del Divario Globale di Genere 2023, l’India si attesta al 127° posto su 146 paesi nell'indice di parità di genere. Non ci sarà potere delle donne fino a quando il paese rimarrà legato alle catene dell'imperialismo. Le crisi economiche intensificano la violenza patriarcale nella società ed è stabilito dal fatto che più di 400mila casi relativi alla violenza domestica affollano i tribunali. Oggi, l'analfabetismo è più alto tra le donne in India. Per ogni 100 donne, possiamo trovare più di 30 donne analfabete. A causa della mercificazione dell'istruzione che serve i giganti aziendali dell'istruzione, la scolarizzazione dagli studi elementari a quelli superiori sono fuori dalla portata delle classi oppresse. Anche il tasso di abbandono scolastico nelle scuole e nelle università è più alto tra le donne... 

L'RSS-BJP è estremamente impegnato a propagandare la cosiddetta emancipazione femminile (Nari Shakti Vandana) del governo di Narendra Modi. Non c'è niente di più esilarante che ascoltare dalla bocca di fascisti chiacchiere sulla giustizia di genere e l'emancipazione femminile. Applausi e complimenti da parte delle femministe liberali su Narendra Modi per il suo eccezionale sforzo di far passare Il disegno di legge della Camera sulle “agevolazioni” per le donne che è rimasto bloccato per più di 27 anni e per il cui blocco di questi lunghi 27 anni il BJP-RSS aveva svolto un ruolo di primo piano... 

Viene propagandato dalle femministe liberali e dai clan RSS-BJP che questo disegno di legge aspira a portare più donne nelle alte sfere del potere che promulgheranno politiche a favore delle donne e una parità di genere nella società... Lo sfruttamento economico e sociale rimane parte integrante per le donne in India. Questo sfruttamento delle donne viene perpetrato con il pretesto della democrazia e della emancipazione delle donne. Il capitalismo finanziario imperialista ha tenuto il nostro paese in catene che hanno negato ogni forma di sviluppo.

Le donne sono visibili in ogni lotta, sia nell'Aganwadi, sia nel Kashmir, nel Manipur contro la violenza delle forze terroriste Hindutva sostenute dallo stato indiano, sia le donne tribali che stanno combattendo contro l'aziendalizzazione e la militarizzazione nelle aree forestali dell'India centrale, contro la CAA-NRC, nelle proteste contadine, nella lotta contro il fascismo Hindutva, nella lotta contro l'imperialismo, le donne sono il nocciolo di tutti questi movimenti democratici... Queste sono tutte lotte di classe e senza lotte di classe contro il feudalesimo, la borghesia burocratica compradora e l'imperialismo non ci può essere emancipazione femminile...

Il movimento delle donne di Dandakaryana sta creando un nuovo capitolo nella Storia rivoluzionaria della specie umana. Sono una fonte di ispirazione per la classe oppressa e le masse oppresse...

 Rela Madkam, Organizzazione delle donne Adivasi (Bastar).

11/04/25

Tutte domani alle manifestazioni con la Palestina, da Milano - nazionale, a tutte le altre città

Permetteteci. Riteniamo una scelta sbaglia quella di Nudm di fare l'assemblea nazionale proprio nei giorni 12 e 13 aprile, giornate in cui vi sono manifestazione nazionale e e tante altre manifestazioni in altre città dal centro al sud per la Palestina, in cui anche in queste ore il nazisionista Netanyahu sta massacrando decine e decine di palestinesi, in maggioranza donne e bambini, con l'appoggio dell'imperialismo Usa e la complicità della nostra fascista Meloni. 
E le donne, le compagne non possono che stare da una sola parte

Nello stesso tempo pensiamo che ciò che in questo momento è necessario, non è tanto una assemblea, un pò ripetitiva rispetto a quella fatta prima dell'8 marzo, ma continuare ed estendere le giuste mobilitazioni che ci sono state dopo i femminicidi di Sara e Ilaria, e portare la denuncia e il grido delle donne nelle manifestazioni e iniziative in corso contro il riarmo, la guerra, per la Palestina.

MFPR

Displaced Palestinians flee from Shijaiyah, Gaza, on April 3, 2025 following evacuation orders.

 

 

10/04/25

Formazione rivoluzionaria delle donne - "La condizione della donna non è immutabile"

La questione femminile viene posta in genere in modo totalmente rovesciato: prima c'è il pensiero e poi questo pensiero produce una pratica. Il problema è che la stessa ideologia, le concezioni non provengono dal cielo o da fatti individuali o sono innate, ma sono legate ad un processo storico, a una condizione di classe.
Per questo è decisivo andare alle basi storico materialistiche della condizione delle donne, anche come indispensabile arma di lotta della battaglia rivoluzionaria, teorica, ideologica, pratica, delle donne.
Fondamentale è il libro di Engels "L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato".
Engels tratta in primis dell’origine della famiglia. La questione centrale è la dimostrazione storico materialistico di come l’evoluzione della famiglia e della condizione della donna, siano andate di pari passo con la nascita e lo sviluppo della proprietà privata; e, di conseguenza, di come l’oppressione della donna e il suo ruolo subordinato nella famiglia rispetto all’uomo siano andate altrettanto di pari passo con l’origine della proprietà privata e della divisione del lavoro, in cui l’uomo è il proprietario e la donna è ad esso asservita.
Questo da un lato dimostra come l’oppressione della donna, la famiglia, come luogo centrale di questa oppressione, non nascano “dal cielo”, non sono una “maledizione” inevitabile, non hanno la loro origine nella contraddizione, biologica, di genere; dall’altro indica le condizioni materialistico dialettiche del loro superamento e fine.
Il periodo in cui c’è una divisione dei sessi, che implica l’oppressione della donna e il suo ruolo subordinato, tutto sommato è un periodo molto piccolo, tanto rispetto al periodo precedente quanto rispetto al periodo futuro. In questo senso non è una situazione immutabile ma transitoria.
L’analisi storico materialistica di Engels ne “L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato” dimostra che c’è stato tutto un lungo periodo in cui questa divisione dei sessi fondata sulla subordinazione della donna non c’era perchè non c’era una divisione del lavoro, la proprietà privata. C’è stato tutto un periodo, dallo stato selvaggio alle barbarie, in cui era affermato il diritto materno e veniva riconosciuto il ruolo centrale della donna, come determinante nel sistema sociale. 
Quando appare la proprietà privata subentra il patriarcato. Per cui c’è un cambiamento, dal diritto materno si passa a quello paterno, perchè nasce la necessità di tramandare la proprietà individuale. E la prima divisione del lavoro è la divisione tra uomo e donna.
Engels quindi dimostra che non è la divisione sessuale origine della condizione di subordinazione della donna; ma che essa è conseguente alla divisione del lavoro. 
Questo ha profonde conseguenze. Una tra tutte: L’oppressione della donna non è immutabile.
Nel testo di Engels emerge, quindi, con dati, ricerche, analisi, come l’origine dell’oppressione femminile sta nella proprietà privata. 
Ciò è molto importante anche per criticare quelle posizioni nel campo del femminismo borghese, che rovesciano questa priorità, affermando che l’origine è la divisione sessuale. Invece la divisione sessuale è una conseguenza della divisione del lavoro che a sua volta deriva dalla proprietà privata. 
Non è vero che “naturalmente” l’uomo è oppressore e la donna è l’oppressa. Questa presunta “naturalità” potrebbe apparentemente apparire come una posizione più radicale, infatti alcune dicono che non basta cambiare il sistema di produzione capitalista, perchè sempre l’uomo opprimerà la donna. Ma questa posizione, in realtà, afferma una sorta di immutabilità dell’oppressione della donna, perchè, se è un fatto “biologico” come potrebbe cambiare?
La risposta all'obiezione “non basta cambiare...” la fornisce lo stesso marxismo-leninismo e soprattutto il maoismo con la Grande rivoluzione culturale proletaria, in cui si affermò la linea teorica e pratica che occorre rovesciare non solo la terra - la struttura del sistema borghese - ma anche il cielo, la sovrastruttura, il mondo delle idee, della cultura; che occorre quindi continuare la rivoluzione anche dopo la presa del potere da parte del proletariato. Serve una “rivoluzione nella rivoluzione”, il cui cuore sono proprio le donne, che hanno un doppio interesse a cambiare ogni forma di oppressione ideologica, di residuo delle concezioni maschiliste, sessiste, una nuova generazione di uomini e donne.
Il testo di Engels è fondamentale perchè ci mostra che ogni passaggio, ogni descrizione della condizione della donna è sempre legata alle fasi storiche. Questa analisi è importante anche per l'oggi. La proprietà privata, lo Stato, la famiglia sono tre elementi fondamentali da cui partire per analizzare anche oggi i cambiamenti.
A che punto è il sistema capitalistico? Che forma si dà lo Stato? Che forma e che ruolo assume oggi la famiglia rispetto alle esigenze della borghesia, del capitalismo italiano.
Detto questo, partire dall'analisi delle condizioni di produzione non deve però portare ad una sorta di determinismo. Nonostante queste condizioni rappresentano il fattore base, principale, che determina la persona, non è l'unico, perchè poi a loro volta gli uomini e le donne agiscono, e nell'agire essi stessi sono un fattore di cambiamento. Però negare che le condizioni di produzione siano le base è veramente arrivare all'idea di Dio. Chi è l'uomo? Come è determinato l'uomo? Se non è determinato dal modo di produzione, allora lo è da qualcosa che sta al di sopra dell'uomo...
Questa analisi storico materialistico dialettica è importante per la critica all'idealismo.
L'intellettuale pensa che sia lui a determinare le idee e che per mezzo delle sue idee determina la condizione materiale di vita, e non che lui stesso è il prodotto della condizione materiale.
Questo rovesciamento lo ritroviamo anche nel pensiero femminile.
Le femministe piccolo borghesi pensano che si può cambiare l'ideologia maschilista con le idee, con la battaglia ideologica-culturale. Ma queste idee sono il prodotto di questo tipo di società, non possono essere sradicate se no cambiamo questa società, la base materiale, economica su cui si fondano quelle idee. Le parole da sole non bastano se non si fa la rivoluzione, se non cambia la maniera materiale di vivere. Le idee, anche quelle presenti nel proletariato, sono, come dice Marx, le idee della classe dominante: la gente non nasce con la cultura, gli viene imposta da chi ha il potere, da chi organizza la scuola, da chi organizza tutta la società, usando anche la religione...
Quindi tutte le forme e i prodotti della coscienza non possono essere eliminati mediante la critica intellettuale, ma solo mediante il rovesciamento dei rapporti sociali che le hanno determinate.

Nell'opuscolo che mostriamo abbiamo sintetizzato i passaggi più importanti del libro di Engels (che naturalmente è bene però che si legga direttamente). Per avere l'opuscolo scrivere a mfpr.naz@gmail.com

Settimana India - Le donne trasformano la violenza dello Stato, dell'esercito in fattore di ribellione, aderendo alla guerra popolare


Anuradha Gandhy, dirigente del Partito Comunista dell'India (Maoista), oggi non 
più in vita, in un'intervista parlava in particolare sulle condizione delle donne delle città urbane: 
"… tutte le donne in India subiscono l'oppressione feudale, capitalista, imperialista e patriarcale, ciò avviene in varie forme in diverse aree, urbane e rurali. Le donne della classe operaia e le donne della classe media nelle aree urbane hanno alcuni problemi specifici. In primo luogo, se guardiamo ai problemi all'interno della famiglia, anche nelle aree urbane le donne sono oppresse dalla cultura feudale… Le ragazze non sposate sono sotto pressione per sposare un uomo della stessa casta e religione… Anche se una donna vuole lavorare fuori casa dovrà ottenere il permesso di suo padre, fratello o marito. Così diventa inevitabile per le donne combattere anche per l'indipendenza economica.
Le donne nelle aree urbane…ottengono posti di lavoro in fabbriche, uffici, scuole, ospedali e negozi. Ma in molti posti di lavoro non sono pagate allo stesso modo degli uomini … e in cima a tutto questo esse devono fronteggiare le vessazioni da parte degli appaltatori e degli uomini per i quali lavorano. Ciò avviene in molte forme.
...un altro punto è che l'influenza della cultura imperialista è molto grande sulle donne urbane. Non solo sono influenzate dal consumismo, ma ne sono anche vittime. Questo aumenta di giorno in giorno. Invece dei valori umani si dà più importanza alla bellezza e ai prodotti di bellezza. La conseguenza è che vi è un ambiente di insicurezza a causa di atrocità e molestie nelle aree urbane…"
Ma soprattutto in India le violenze, uccisioni delle donne, che in questi ultimi periodi in alcuni Stati hanno fatto esplodere grandissime manifestazioni di massa, in cui la partecipazione delle donne, delle giovani, è stata enorme, vengono perpetrati direttamente da parte dello Stato indiano come arma di repressione soprattutto nelle zone rurali dove è in corso la guerra popolare, gli stupri atroci di contadine, delle donne dei villaggi, delle donne dalit, da parte della polizia e delle forze militari e paramilitari sono una normalità; e gli stupri odiosamente accompagnano sempre le torture contro le compagne maoiste arrestate.
Moltissime donne, compagne hanno però trasformato questa violenza subita, le condizioni brutali di vita, la repressione dell'esercito di Stato in impetuoso fattore di ribellione e aderendo alla guerra popolare oggi costituiscono più del 50% dei combattenti costituendo una parte fondamentale della guerra rivoluzionaria del popolo guidata dal Partito Comunista maoista.
"La guerra popolare ha mandato in frantumi le esitazioni delle donne del Dandakaranya"...
La questione delle donne è quindi uno degli elementi fondamentali trattati dal Partito Comunista indiano maoista, lo sviluppo e il rafforzamento della militanza rivoluzionaria delle donne, tante sono quadri nell'esercito e all'interno del partito, anche se passi in avanti si devono ancora fare per affermare pienamente il ruolo dirigente delle compagne – scrive Anuradha Gandhy: "…Ovunque il partito lavora in modo sistematico, possiamo vedere che la partecipazione delle donne è maggiore in tutte le attività e movimenti politici… ma vi è anche la necessità di dare speciale formazione sociale e politica alle donne… Anche se si stanno contrapponendo a tali grandi nemici e forze, la timidezza e il senso di subordinazione, i cui i resti sono ancora presenti, sono anch'essi i loro grandi nemici che ostacolano il loro sviluppo... Devono combattere contro i nemici che si trovano innanzitutto dentro di sé… Per affrontare tutte queste sfide le nostre compagne dovrebbero raggiungere la maturità politica e ideologica e avere fiducia in se stesse… per portare avanti anche la comprensione per quanto riguarda la vera liberazione della donna intervenendo anche nel movimento delle donne che sta andando avanti nella forma di varie correnti nel paese…".
La lotta contro l'oppressione feudale/patriarcale/maschilista nelle zone del nuovo potere è una lotta concreta, quotidiana, che seppur complessa è avanzata sia praticamente che ideologicamente anche attraverso le organizzazioni di massa specifiche per le donne dirette dal partito, ma questa lotta avviene anche all'interno del partito, nelle file rivoluzionarie contro la permanenza o il riprodursi di manifestazioni patriarcali, anche attraverso specifiche campagne di rettifica.
Il protagonismo delle donne nella guerra popolare in India mostra che mentre si porta avanti la lotta di classe rivoluzionaria nel contempo si mette in moto la lotta per una trasformazione delle idee, della cultura, della famiglia, delle tradizioni religiose…"

La guerra popolare in India rappresenta pertanto un esempio internazionale della lotta di liberazione delle donne e del mettere in atto la rivoluzione nella rivoluzione, un esempio verso cui come compagne del Movimento femminista proletario rivoluzionario, abbiamo sempre guardato nel cammino non facile ma entusiasmante, in un paese imperialista come l'Italia, volto alla conquista alla lotta rivoluzionaria della maggioranza delle donne.
Il collegamento/sostegno con la lotta rivoluzionaria delle compagne indiane è e deve essere uno stimolo, ispirazione e incoraggiamento reciproco: in particolare oggi nel nostro paese il nostro terreno di lotta principale sul piano delle donne è la condizione di vita e di lavoro, la doppia oppressione delle donne proletarie, operaie, precarie, disoccupate, immigrate.

09/04/25

Non c'è limite allo schifo di questo governo fascista e dei suoi apparati, archiviata l'accusa di stupro per La Russa JR

Da Cronache Ribelli
Nonostante le inchieste abbiano dimostrato che la ricostruzione dei fatti proposta dalla vittima fosse vera e sebbene una perizia ospedaliera abbia confermato i segni compatibili con un rapporto non consensuale, l’accusa di stupro contro Leonardo La Russa e Tommaso Gilardoni è stata archiviata, a dimostrazione di quanto poco contino il corpo e la parola di una donna in tribunale.
Le indagini hanno persino confermato la presenza di Ghb nei capelli della vittima, sostanza nota come “droga dello stupro”, ma questa evidenza è stata minimizzata fino ad essere liquidata come produzione fisiologica. La ragazza era, secondo tutte le testimonianze, in stato di alterazione psicofisica evidente, ma il fatto che non si sia opposta esplicitamente è stato usato come alibi, ignorando che il consenso non può esistere in assenza di lucidità.
È inaccettabile che la giustizia possa archiviare un caso del genere quando il principio fondamentale dovrebbe essere che senza un “sì” esplicito, è semplicemente un “no”. Oltretutto vi è stata la diffusione non consensuale di un video intimo: un caso di revenge porn che ha aggravato ulteriormente la violenza subita e l’umiliazione pubblica (unica accusa a restare in piedi).
La scelta di archiviare nonostante la gravità dei fatti – la violenza, lo stato di incoscienza, il video condiviso – è un atto di sistemica protezione del potere.
In una società realmente civile l’accertamento del consenso dovrebbe essere la base di ogni giudizio: qui è stato ignorato, come se bastasse l’inerzia di un corpo per assolvere chi lo usa. Archiviare questo caso non è solo un insulto alla vittima, è un messaggio pericoloso per tutte le donne: la tua verità conta o meno in base a chi è il tuo aggressore.

Settimana India - Le donne comuniste maoiste un esempio per tutte le donne nel mondo: come trasformare la terribile violenza, oppressione, genocidio, in grande partecipazione nella guerra popolare

Estratti da interventi, articoli

Nonostante sulla carta l’India sia definita “la più 
grande democrazia del mondo”, è presieduta invece da uno dei governi tra i più reazionari del mondo che da anni sta mettendo in atto un vero e proprio genocidio contro il suo stesso popolo, quasi un miliardo e mezzo di persone, di cui la maggioranza vive con circa 50 centesimi al giorno mentre le grandi ricchezze sono concentrate in pochi uomini della grande borghesia e dei latifondisti. E’ un governo che costringe milioni di persone ad una condizione di pesantissima oppressione e cancellazione dei diritti anche più basilari, che in particolare per le donne si trasforma in una tripla, quadrupla oppressione, di classe, di genere, di casta, religiosa… di cui la violenza sessuale è la piaga più tragica. 
Ma di contro da anni contro tutto questo il più grande partito rivoluzionario del mondo, il partito comunista maoista indiano, guida una grande “guerra di popolo” per mettere fine a questa barbarie che si traduce in continui morti per fame, suicidi e uccisioni da parte di polizia ed esercito governativi contro chi si ribella. Una guerra popolare in cui le donne, le compagne maoiste, partecipano a migliaia, donne per le quali in molteplici casi la violenza e gli stupri subiti, usati dal governo come arma di repressione di stato, si sono trasformati in leva per ribellarsi e unirsi ad una guerra di popolo che infine rovescerà l’attuale sistema sociale capitalista e imperialista.
L'India sta diventando il simbolo della violenza contro le donne, in tutti i suoi aspetti; è il paese dove ci sono più stupri, più uccisioni delle donne. In questo paese si uniscono le vecchie tradizioni feudali, l’oppressone religiosa nelle vastissime zone dell'India fuori dalle mega città, con il nuovo bullismo delle grandi città dove l'imperialismo alle vecchie aggiunge le nuove aberrazioni. Ma soprattutto in questo paese le violenze sessuali e gli assassini delle donne vengono perpetrati direttamente da parte dello Stato indiano, soprattutto nelle zone dove è in corso la guerra popolare; gli stupri di contadine, di donne "fuori casta" da parte della polizia, delle forze militari sono una normalità. Gli stupri accompagnano sempre le torture quando le compagne maoiste vengono arrestate, e sono l'arma costante della sporca e feroce guerra dello Stato indiano.
Ma l'India è anche il più grande paese in cui moltissime donne, compagne hanno fatto della violenza, degli stupri subiti, delle condizioni brutali di vita, della repressione dell'esercito la leva per ribellarsi, e oggi costituiscono più del 50% dei combattenti e quindi una parte fondamentale della guerra rivoluzionaria del popolo guidata dal Partito Comunista maoista.
Il governo, lo Stato indiano fascista e reazionario teme la numerosa presenza delle donne nella guerra popolare e cerca di contrastarne con ogni mezzo violento l'adesione e partecipazione. Oggi nelle carceri tra i prigionieri politici molte sono donne. 
Le donne in lotta nella guerra popolare sono un forte esempio per la lotta del movimento delle donne in ogni parte del mondo. La natura dell'oppressione di classe e sessuale delle donne è di lunga durata, ecco perché la guerra popolare di lunga durata è il metodo usato dalla parte più oppressa della società per combattere contro le forze di Stato più forti; mentre conducono questa lotta le donne mettono in atto sul campo una trasformazione continua delle idee, della cultura, del sistema familiare, di ogni aspetto della società. Queste donne vengono dalla ribellione ai retaggi feudali, alle tradizioni del matrimonio forzato, del rapimento delle donne, alle violenza e alle bestiali mutilazioni...
Questo fa di questa guerra di popolo un fenomeno internazionale della lotta di liberazione delle donne e della rivoluzione nella rivoluzione, per combattere sui due fronti, della lotta di classe e della lotta di genere, necessaria alle masse femminili per affermare il loro cammino e portare una visione generale, trasformante della lotta di rivoluzionaria.
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario

ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - 2 gravi decisioni dei Tribunali che legittimano femminicidi e stupri

 

75 coltellate a Giulia SONO PIU' CHE CRUDELTA'!

Mentre non sono passati che pochi giorni dai tragici femminicidi di Sara e Ilaria dobbiamo sentire di un'altra oscena sentenza dei giudici in merito al femminicidio di Giulia Cecchettin.

75 coltellate contro Giulia non sono bastate per essere considerate dai giudici “crudeltà'" dell'assassino Turetta !

Ancora un pronunciamento indecente dei giudici per le motivazioni addotte, 75 coltellate inflitte a Giulia perfino in un occhio sono state definite dal tribunale “inesperienza” del femminicida Turetta. Non aveva mai ucciso, non ha inferto le coltellate così da ucciderla " in modo più rapido e pulito" hanno scritto i giudici, quindi non gli è stata data l'aggravante oltre all'ergastolo.
Giulia Cecchettin è stata massacrata con 75 coltellate, scaricata in un dirupo come sacco di spazzatura e abbandonata, e tutto questo non sarebbe crudeltà??
Questa è una ennesima sentenza vergogna, di vera crudeltà che peraltro minimizza gravemente il femminicidio di Giulia offesa e uccisa ancora una volta!
Lottare contro la violenza sulle donne in ogni ambito è sempre più urgente e necessario!
Mfpr

08/04/25

Settimana India - Due importanti opuscoli - richiedeteli a: mfpr.naz@gmail.com


Le donne comuniste maoiste in India indicando la strada a tutte le donne per trasformare l’oppressione in Rivoluzione!

Dedicato alle prigioniere politiche indiane,
cuore della più grande guerra popolare nel mondo


 

07/04/25

Oggi inizia una settimana di mobilitazione: con la guerra popolare in India e di solidarietà con il popolo palestinese

Il Movimento femminista proletario rivoluzionario sostiene con azioni, interventi, materiali questa campagna.
La guerra popolare in India è un esempio del ruolo centrale, determinante in essa delle donne, che dalle immani oppressioni, violenze traggono la forza per una doppia rivoluzione.
La loro lotta è un riferimento per tutte le donne, oggi in particolare per le donne palestinesi, per trasformare l'immenso dolore, per sè, per i propri figli, in lotta armata di liberazione contro i governi genocidi e l'imperialismo.     

Un saluto di dolore e di rabbia a Sara, Ilaria, ma soprattutto di determinazione a rendere più forte la lotta per rovesciare questa società di orrore senza fine























06/04/25

I giocatori del Palermo per Sara contro la violenza contro le donne

A Palermo tantissime in piazza per Sara Ilaria e tutte le donne uccise

La compagna del Mfpr è intervenuta al microfono aperto con una lettura parlata del volantino che ha trovato condivisione dalla piazza
Sono intervenute diverse ragazze con molta rabbia e determinazione 
"Questo Stato non ci tutela... dobbiamo lottare perché Sara non sarà l'ultima se non lo facciamo... "
Una donna di Misilmeri il paese di Sara ci ha detto del grande dolore di tutta la comunità del paese che si stringe alla mamma di Sara che ha avuto la forza di parlare alle giovani nonostante lo strazio.














Col riarmo UE la parità per le donne è nelle guerre e nella morte - si pensa a far tornare la leva obbligatoria per uomini e donne


Come era facile prevedere, il piano di riarmo non resta unico provvedimento della UE. Ad esso, inevitabilmente, si accompagnerà la decisione di reintrodurre la leva obbligatoria. Qualcuno le dovrà pure usare quelle armi, e ci vuole nuova carne fresca, sia di uomini che di donne. 

Non si può non collegare questo alla campagna in Italia e in tutti i paesi europei sulla natalità, sul ricattatorio, pressante richiamo alle donne a: "fare figli per la patria", per mandarli alla macelleria delle guerre 

Il rettore dell’Università per stranieri di Siena, Tomaso Montanari, ha detto: “Quando si parla di tutte queste armi, i cittadini europei hanno capito che poi ci saranno dei corpi che dovrebbero usarle: i corpi dei nostri figli. Questa non sarebbe una guerra per procura”.

Roberto Saviano: “Tomaso parlava dei corpi che utilizzeranno queste armi: il prossimo passaggio è la leva obbligatoria maschile e femminile in tutti gli Stati europei. Questo è certo”.

E ci sarebbe anche la macabra decisione di "uguaglianza". La parità di uomini e donne è per fare la guerra e andare a morire...

04/04/25

Questo sistema sociale capitalista/patriarcalista produce gli uomini che odiano le donne fino ad ucciderle

I femminicidi sono uno dei prodotti più marci di questa società capitalista/patriarcalista che genera gli uomini che odiano le donne fino al punto di ucciderle, questi uomini non sono nè malati nè pazzi di turno ma figli sani di questa società marcia fino in fondo e che per questo deve essere sradicata fin dalle sue radici. 

Un sistema sociale che ha nella doppia oppressione della maggioranza delle donne una delle sue basi per la sua stessa esistenza e da cui emana un humus sessista/maschilista che inevitabilmente si spande a livello di massa trasformandosi in violenza contro le donne, e ancor di più oggi nella fase attuale del  moderno fascismo che avanza, incarnato  da governi come quello Meloni che da quando si è insediato ha attaccato la condizione di vita delle donne sotto ogni aspetto, dalla condizione di lavoro/non lavoro alla concezione delle donne buone solo per fare figli, alle campagne in primis ideologiche di attacco a diritti basilari come il diritto di aborto, attraverso l'azione ideologica e politica di ministri odiosi e reazionari come Valditara che mentre nega l'educazione sessuo-affettiva nelle scuole si permette di definire nelle oscene indicazioni nazionali della scuola la violenza di genere come "triste patologia", così come Nordio con le sue dichiarazioni dopo la morte di Sara e Ilaria, ministri fascio-razzisti che strumentalizzano i femminicidi per attaccare gli immigrati mentre inneggiano alla pura civiltà bianca e occidentale da affermare, un governo che istiga di fatto alla violenza contro le donne, all'odio di uomini contro le donne che si sentono legittimati ad ucciderle se esse non accettano di essere oggetti, un possesso, una proprietà, se si ribellano ad una concezione da moderno medioevo che si vuole imporre socialmente. 


La lotta contro i femminicidi/violenza  non può che essere a 360 gradi, partendo anche dai vari versanti come quello culturale ma avendo la  consapevolezza che  la nostra lotta deve necessariamente estendersi a tutto il sistema sociale attuale che è la vera e profonda causa della violenza contro le donne. 

FEMMINICIDI: MOBILITAZIONI IN TUTTA ITALIA - BRESCIA contro il convegno "Pro-Vita" - Da Radio Onda d'Urto

I femminicidi di Roma e Messina portano a 23 le persone ammazzate da uomini in Italia quest’anno, ma per il ministro Nordio la colpa è “certe etnie che non hanno la nostra sensibilità verso le donne”. Parole, oltre che razziste, smentite dalla cronaca: il femminicida di Roma è un 27enne di Siracusa, di buona famiglia e studente universitario, al pari di Roma. Tutt’altra lettura rispetto al Guardasigilli arriva dalle manifestazioni di piazza di queste ore, a partire da martedì a Messina e – ieri sera – dalla “passeggiata rumorosa” a Roma e dall’assemblea in piazza Maggiore a Bologna, diventata un corteo da 5mila persone.


Oggi pomeriggio ancora mobilitazioni; sempre a Roma 3mila persone partite in corteo spontaneo da La Sapienza dietro lo striscione “Sapienza transfemminista. Bruciamo tutto”. A Milano mobilitazione “Ci vogliamo vive” nel pomeriggio con collettivi universitari e il non meneghino di NUDM, che a livello nazionale denuncia: “La paura è dolore e il dolore è rabbia. Solo insieme possiamo stringerci in un abbraccio collettivo, solo la sorellanza può abbattere il patriarcato”. Mobilitazioni in programma anche a Prato e Firenze.


A Brescia infine il Collettivo Onda Studentesca chiama a un presidio, sabato alle ore 15, contro il convegno dell’organizzazione misogina e omofobica “Pro Vita” in calendario in via Piamarta, 6.

Su Radio Onda d’Urto Liliana, del COS Brescia.