23/10/20

Divieto di aborto in Polonia. Varsavia insorge, scontri con la polizia, arresti e denunce, ma le donne non mollano

 

Manifestazioni tutta la notte a Varsavia contro la decisione della Corte costituzionale polacca che limita fortemente il diritto all'aborto. La polizia ha usato i gas lacrimogeni contro un gruppo di persone che stava protestando davanti alla casa di Jaroslaw Kaczynski, il capo del partito di governo Pis. Ieri l'alta Corte ha definito anticostituzionale il ricorso all'aborto nei casi in cui vi siano patologie irreversibili e malformazioni embrionali. Una decisione che ha sollevato molta indignazione nell'opposizione e nell'opinione pubblica. I manifestanti si sono radunati prima sotto la sede della Corte, poi hanno raggiunto la sede del partito Pis (al potere in Polonia dal 2015) e verso la mezzanotte una parte di loro ha deciso di spostare la protesta nel quartiere Zoliborz, dove abita il leader conservatore. Bloccati dalla polizia, manifestanti si sono visti strappare gli striscioni e sono stati dispersi coi lacrimogeni. Alcuni hanno reagito lanciando pietre e secondo fonti della polizia 15 persone sono state fermate e alcune centinaia sono state denunciate alle autorità sanitarie, per aver violato le misure anti-Covid. Manifestazioni per dare battaglia a quello che è stato definito "l'inferno per le donne" si sono svolte anche a Cracovia, Poznan, Szczecin, Danzica, Lodz. A Varsavia, l'organizzazione femminile "lo sciopero delle donne" ha annunciato per stasera un'altra protesta sotto casa di Kaczynski. 

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