08/10/19

IL GOVERNO DELLA NATALITA' E DELLA FAMIGLIA - Dal n. del giornale pc "Speciale Governo"

La nuova ministra della Famiglia e delle Pari opportunità, Elena Bonetti, nella sua prima intervista sul giornale “Avvenire” dichiara: “Se la scorsa legislatura è stata quella del Jobs act, questa dovrà essere quella del Family act: asili nido, assegno per i figli, più diritti per i genitori.... questo governo nasce ponendo al centro l’investimento sull’educazione e sulle famiglie, che significa investire sul futuro e sulle nuove generazioni, promuovere la natalità”. Continua la Bonetti: “...Vogliamo strutturare un percorso sistematico e non frammentario, che sostenga e valorizzi l’esperienza della genitorialità, che possa dare un aiuto reale ai nuclei familiari specialmente quelli più fragili”. E Conte nel suo discorso in parlamento ha annunciano con grande amplificazione le due misure che vogliono attuare: più asili nido e per la maggiorparte gratis, assegno unico per i figli a carico. (vedi nota)
Certo, chi non vorrebbe che gli asili pubblici fossero tanti di più, che tutti i bambini possano trovarvi
posto e le famiglie non essere costrette a rivolgersi ai privati; certo chi non vorrebbe asili gratis o con rette dimezzate, perchè non siano più un pesante costo per le famiglie tanto da dovervi rinunciare, e chiaramente ci rinunciano soprattutto le persone più povere, con lavoro precario, i disoccupati; certo chi non vorrebbe avere un assegno per i figli, indipendentemente dal rapporto lavorativo?
Ma dietro questi annunci compare forte il vero scopo di questa, per ora, campagna propagandista: fate più figli! La stampa scrive: “Serve per dare un segnale anche in direzione del calo demografico: non avere asili è una delle ragioni principali delle culle vuote”. “Assegno unico, un intervento a sostegno della natalità da anni in calo nel nostro paese”.

Quindi, di fatto l’aria pestifera e la politica propagandata al Convegno clerico-fascista di Verona gestito da Salvini e dai ministri leghisti, esce dalla porta, ma rientra dalla finestra, ridipinta questa volta di “interventismo sociale”, e presentandosi con le mani piene di provvedimenti che le masse possano gradire (poi si veda nella scheda a latere quanto effettivamente realizzabili).
Verso le masse questo Governo bis e la Ministra Bonetti, si presentano quindi apparentemente con una veste sociale ma con un contenuto morale, ricattatorio; verso le altre forze politiche c’è l’appello all’unità su questi temi, a mettere fine alle “battaglie politiche e ideologiche” – La Bonetti: “Vorrei che il mio dicastero promuovesse coesione sociale e non divisione, perchè pari opportunità e famiglia devono essere elementi fondativi della nostra comunità... non farò mai di questi temi, che sono di tutti, bandiere usate per interessi politici di pochi....”.
Che significa nel concreto? Vuol dire unire le politiche di Salvini/Di Maio con le politiche di Renzi.

Vedere, quindi, le differenze tra la politica clerico-fascista ripresa alla grande da Salvini e dai suoi ministri e parlamentari del governo precedente e la politica attuale, è arduo, anche nel linguaggio:
al Family day si sostituisce il Family act; al discorso di Fontana – precedente Ministro della famiglia – che diceva: “Le donne non fanno abbastanza figli, è ora di farli...” si sostituisce “promuovere la natalità” di Bonetti; a Pillon che, in nome dei figli, rilancia la famiglia unita, madre e padre, in cui il padre ha gli stessi (di più) diritti sui figli si sostituisce il “percorso” - indicato dalla Bonetti – perchè si “sostenga e valorizzi l’esperienza della genitorialità”; alla negazione dei diritti del gender Lgbt la Bonetti risponde “in generale credo sia opportuno evitare un dibattito che rischi di collocarsi come ideologico e senza precise argomentazioni”(!?)

Questo governo non ha neanche nascosto la macabra ironia di mettere insieme in un ministero “Famiglia e Pari opportunità”. Lì dove le donne sanno bene sulla propria pelle, spesso sulla propria vita quanto, in questo sistema sociale, l’una sia opposta all’altra; che molto spesso è proprio quando le donne cercano una indipendenza da un ruolo di subordinazione che la “famiglia” uccide, così come sanno bene che il peso del lavoro in famiglia resta comunque sempre sulle spalle delle donne.
E che la Bonetti dica: “Affronteremo il tema del lavoro femminile e della conciliazione tra vita lavorativa e familiare”, non cambia la realtà per le donne, è la solita frase che non dice nulla, ma che significa nel concreto continuare a scaricare sulle donne il doppio peso del lavoro e della famiglia.

Sarà necessario anche contro questo governo, quindi, riportare in campo la grande manifestazione di donne scesa in piazza a Verona.

nota Per gli asili si vuole l’azzeramento totale delle rette per le famiglie con redditi medio bassi entro il 2021, e l’ampliamento di posti soprattutto per il sud, “Per il 33% di copertura servono almeno 2,2 miliardi”.  Ma Conte “per ora non ha indicato le coperture”. Per l’Assegno unico che dovrebbe partire nel 2020 e verrebbe esteso ai senza lavoro o incapienti, si parla di complessivi 17 miliardi.  La proposta del PD (ma quando era all’opposizione) prevede che per ogni figlio a carico venga riconosciuto un assegno unico di massimo 240 euro fino a quando compie 18 anni, poi scende a un massimo di 80 euro tra i 18 e i 26 anni. L’importo reale verrà calcolato in base al reddito dei genitori. Attenzione, però. Si chiama “assegno unico” perchè “assorbirebbe tutti gli strumenti, deboli e parziali, che oggi esistono a sostegno delle famiglie con figli. A partire dagli assegni familiari che si trasformano in una piccola detrazione in busta paga”. “Ma ha un difetto – dicono i commentatori – costa parecchio... servirebbero più di 3 miliardi aggiuntivi ogni anno per i prossimi tre anni”.

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