Il giorno 4 Agosto 2013 presso l’Heles Disco Pub di via E. Restivo in Palermo si è tenuta la mostra fotografica “What Woman Want” di Simona La Marca, giovane studentessa dell’accademia delle Belle Arti di Palermo. Una mostra fotografica di denuncia degli stupri, violenze e femminicidi che si è posta e si è imposta l’obiettivo di sensibilizzare la coscienza dei partecipanti su un tema mai stato così preponderante come adesso, affinchè la donna, da sempre considerata Musa Ispiratrice dell’artista, possa non più essere vittima di stupri, violenza psicologica e fisica, abusi fino al più terribile dei delitti, il femminicidio.
Non indifferente il coinvolgimento nell’organizzazione di tale esposizione fotografica della Bad Souls Productions, attiva protagonista nella denuncia delle problematiche sociali e politiche, e di alcune rappresentati del Mfpr, Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario che ancora una volta hanno voluto portare una testimonianza concreta della lotta messa in campo su questa questione. Tante le foto ma anche le frasi e citazioni affisse all’interno del locale (per menzionarne qualcuna, “ Nessuna donna può essere proprietà oppure ostaggio di un uomo, di uno Stato tanto meno di una Religione”; “Non basta la denuncia, la solidarietà, la delega, gli appelli al parlamento e ai governi che sono complici dei femminicidi” ; “In Italia la condizione delle donne è lo specchio dell’inciviltà e dell’abbrutimento di questo sistema capitalista che non può essere fermato e migliorato ma solo distrutto”; “Non basta sperare che le violenze finiscano. La vera speranza è la forza di reagire, e quella forza può venire da noi. Siamo noi la speranza”).
Significativa anche l'esposizione di un quadro dipinto da una compagna del Mfpr, che attraverso spruzzi di colore rosso ha voluto rappresentare tutta la positività della forza scatenante della ribellione delle donne come risposta alla violenza e ai femminicidi.
“What Woman Want” quando l’arte non è solo arte ma anche denuncia e lotta contro un humus maschilista che si diffonde a livello di massa fino a ritenere“normale” stuprare, abusare e uccidere una donna quando questa prova a “s/catenarsi” rompendo quelle catene che la tengono legata ad una condizione a cui non vuole più di appartenere.
La delegazione dell'Mfpr nel suo intervento ha innanzitutto ringraziato la studentessa fotografa per aver voluto esprimere la necessità di parlare di un argomento quale il femminicidio e le violenze sessuali, tema per nulla scontato così anche la numerosa e significativa presenza di uomini. Quindi è stato spiegato cosa è l'Mfpr, un movimento in crescita che si pone l'obiettivo di conquistare alla lotta complessiva, rivoluzionaria la maggioranza delle donne, e in particolare le più oppresse, sfruttate..., contro il sistema sociale esistente i cui attacchi alle condizioni di vita delle donne sono molteplici ma la violenza fino alle uccisioni è quello più grave.
Si è proseguito con la citazione del titolo dell'appello di Luigia e Concetta, due compagne di lotta del Mfpr, e con il racconto della recente manifestazione del 6 luglio scorso a Roma, per dare un esempio concreto della lotta che si mette in campo, descritta in modo particolareggiato:
dal numero di donne e realtà presenti alla manifestazione, che hanno raccolto l'appello, iniziando a porre le basi per la costruzione di una Rete che unisca in questa lotta le varie realtà, singole a partire dai territori in cui si è presenti, alla sfida ai palazzi del potere, al mini-corteo improvvisato che ha sfidato il divieto della questura, agli slogan e interventi di denuncia e lotta fatti, anche dentro gli autobus, al contenuto delle lettere consegnate a Montecitorio, al Ministero di Grazia e Giustizia, a quello degli Interni e di una prima piattaforma le cui richieste non sono semplici rivendicazioni ma obiettivi di lotta che le donne devono impugnare contro le ipocrite politiche del governo, che mentre attaccano le donne a cominciare dalle condizioni di lavoro alla famiglia ecc, vorrebbero “risolvere” la questione della violenza solo con più repressione, ma poi si vede come successo che le donne, così come successo in diversi casi, nonostante le denunce e il ricorso alle questure, vengono uccise lo stesso, contro le sentenze scandalose dei tribunali che si rivelano solo e contro le donne stuprate non difese ma doppiamente attaccate, fino all'incontro/scontro” con le forze dell'ordine all'ambasciata turca che hanno cercato di impedire invano alle compagne di affiggere uno striscione di denuncia e solidarietà con le donne turche in lotta contro lo Stato reazionario fascista e sessista turco.
Abbiamo naturalmente collegato il racconto della giornata di luglio alle precedenti e successive iniziative promosse dal 'Mfpr, laddove siamo presenti, per sottolineare la quotidianità della lotta e la volontà di legarle ad un percorso di lotta unico che ha visto nella mobilitazione del 6 luglio un importante passaggio nazionale condiviso con altre donne, rappresentanti di collettivi di Roma e altre ciità.
Sulla lotta a Palermo sono stati raccontati i sit in per le ragazze e le donne uccise in Italia, come Carmela Petrucci assassinata dall'ex fidanzato della sorella, il presidio sotto la sede della Repubblica dopo l'uccisione di RosY da parte dell'ex compagno, il lavoro quotidiano che si cerca di mettere in pratica tra le lavoratrici, studentesse ecc.
Come continuare? Abbiamo informato le e i presenti circa la proposta/appello lanciato a Roma per lavorare per una manifestazione nazionale ben più grande, in autunno e per la costruzione dello “sciopero delle donne”. Le donne non possono più delegare la lotta a governi, istituzioni...perché le istituzioni e le leggi promosse dai governi non sono la soluzione ma il problema! Non fanno che peggiorare la condizione generale di vita delle donne in ogni ambito diffondendo un clima sempre più reazionario e maschilista che si traduce inevitabilmente in violenza, che è tempo di scendere in piazza, cos' come si è iniziato con la scintilla accesa a Roma il 6 Luglio, perchè tutta la vita delle donne possa cambiare.
Numerosi materiali sono stati diffusi dalle compagne dell'Mfpr la cui partecipazione è stata apprezzata con un caloroso applauso.
Antonella e Sabina Mfpr Palermo
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