Il nuovo femminicidio di Carmela Petrucci e il ferimento della sorella Lucia ci danno un profondo dolore, insieme a una forte rabbia che rafforza la volontà/necessità di scatenare una ribellione delle donne incontenibile, CHE DEVE FAR PAURA!
Sì, paura. Perché è una guerra sistemica di bassa intensità quella in corso (137 donne uccise nel 2011, 101 finora nel 2012).
Perché queste uccisioni sono coscientemente perseguite, mosse da odio per le donne, in quanto donne che sfuggono alla “proprietà” degli uomini, che mettono in discussione il loro “scontato” dominio; Carmela e le altre vengono uccise perché donne, perché pensano, agiscono, scelgono…
Perchè questo “odio”, che si abbevera e viene alimentato dal” normale” divulgato humus sessista, maschilista che proprio nella fase di crisi, putrefazione di questo sistema capitalista ritrova nuova forza, si deve trovare di fronte la lotta dura collettiva continua delle donne, che provochi un timore che sia più forte dello stesso odio.
Non è questo Stato, non sono i suoi interventi la soluzione di questa strage endemica, strutturale delle donne, esso ne è la causa di fondo con le discriminazioni, il doppio sfruttamento e oppressione che portano indietro, ad un moderno medioevo, le condizioni di vita delle donne, le conquiste di “emancipazione” fatte con le lotte. E anche questo Stato deve temere la potenzialità rivoluzionaria della mobilitazione delle donne.
Respingiamo con grande disprezzo le parole ipocrite dei rappresentanti di questo sistema sociale.
Tutti i loro atti, le smentiscono, da quelli generali – i provvedimenti che peggiorano la condizione delle donne e il futuro indipendente delle ragazze, la costruzione di una società mediatica offensiva verso le donne - a quelli particolari. Citiamo solo un esempio, in sé emblematico:
Il 20 settembre di quest’anno al Senato la discussione sulla Convenzione di Istanbul che impone agli Stati più protezione per le vittime delle violenze sessuali, con “robuste strategie di prevenzione” fu sospesa perché il vicepresidente Domenico Nania era sparito, Rosi Mauro non poteva perdere l’aereo e il presidente Schifani tardava a farsi vivo in aula; essa poi è stata firmata, ma la considerazione dimostrata da questo parlamento è un segnale illuminate…
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