09/02/23

Appello dai compagni e compagne dalla zona del terremoto Turchia/Siria, comunicato anche di Nuevas Mujeres (Yeni Kadın)

in spagnolo

Turquía – ¡PEDIDO URGENTE DE AYUDA! ESTAMOS CON NUESTRA GENTE EN LA ZONA DEL TERREMOTO

Turquía - ¡PEDIDO URGENTE DE AYUDA! ESTAMOS CON NUESTRA GENTE EN LA ZONA DEL TERREMOTO 1

Tomado de Maoist Road

El terremoto de magnitud 7,7 que sacudió el distrito de Pazarcık de Maraş hacia las 4:20 de la madrugada del lunes 6 de febrero, se sintió en Maraş, así como en Malatya, Mardin, Bingöl, Elazığ, Siirt, Sivas, Van, Muş, Bitlis, Hakkari, Adana, Osmaniye, Batman, Urfa, Kilis, Diyarbakır, Antep, Hatay, el norte de Siria y las provincias de Rojava. El terremoto causó grandes daños y pérdidas de vidas humanas. Según las últimas declaraciones oficiales, miles de personas perdieron la vida sólo en la región del Kurdistán turco, mientras que alrededor de 6.000 personas resultaron heridas. Además de la destrucción de muchas casas, edificios y hospitales, los aeropuertos y las carreteras también han sufrido graves daños y, con el añadido de las condiciones invernales, las labores de rescate se están haciendo aún más difíciles. Además, como las réplicas continúan, se están produciendo nuevos terremotos y todavía hay muchas personas bajo los escombros. Los equipos de rescate y socorro aún no han llegado a muchas zonas, y la población continúa las labores de rescate con sus propias fuerzas. Por ello, es una realidad que el número de muertos y heridos es mucho mayor que las cifras oficiales.

Sin embargo, la información proporcionada en los medios de comunicación se limita a las fronteras de Turquía. Además, cientos de personas han perdido la vida y otras miles han resultado heridas en el norte de Siria y en la región de Rojava…. El hecho de que sea una zona transfronteriza y de guerra y las difíciles condiciones meteorológicas hacen que el problema en la zona sea aún mayor….

Como ATİK, Yeni Kadın y YDG; en primer lugar, al tiempo que transmitimos nuestros mejores deseos a nuestro pueblo, expresamos nuestras condolencias a los familiares de los que perdieron la vida, deseamos una pronta recuperación a nuestros heridos y declaramos que estamos con ellos.

Lo sabemos; fascistas que destruyen la naturaleza con políticas de renta fija que sirven a sus propios intereses aumentando la explotación. R.T. Erdogan, actual representante del Estado turco, y sus secuaces, el gobierno AKP + MHP, volverán a derramar lágrimas de cocodrilo ante la catástrofe que vive hoy nuestro pueblo y dirán que su dolor es grande.

Nuestro pueblo que vive en el Kurdistán, en el que el fascismo turco sólo piensa durante los periodos electorales, ha sido ignorado durante años con políticas de aniquilación y negación, y sus recursos vitales han sido destruidos deliberadamente con políticas de guerra. A pesar de que Turquía es una zona sísmica, en lugar de construir edificios resistentes a los terremotos, los que invitan a los desastres con las políticas de zonificación llevadas a cabo bajo el nombre de «transformación urbana» con el objetivo de satisfacer los intereses de los que están en el poder, con edificios construidos a alturas gigantescas, están tratando de amortiguar las reacciones de la gente derramando lágrimas de cocodrilo después de los desastres.

Pero en vano… Ya no son capaces de ocultar que la magnitud de la victimización en las catástrofes naturales no es natural, y que los únicos responsables son las autoridades estatales y sus políticas interesadas.

¡Aumentemos la solidaridad con las víctimas del terremoto!

Como Confederación de Trabajadores de Turquía en Europa (ATIK), Nuevas Mujeres (Yeni Kadın), Nuevas Juventudes Democráticas (Yeni Demokratik Gençlik), hemos iniciado una campaña de donaciones para solidarizarnos con las víctimas del terremoto tanto en el Kurdistán turco como en Rojava y hacer llegar la campaña directamente a la gente.

Llamamos a todo nuestro pueblo, a las fuerzas democráticas locales y migrantes, especialmente a todas nuestras organizaciones que operan en las geografías europeas, a movilizarse ante esta catástrofe, a unirse y reforzar la campaña. ¡Vendemos juntos las heridas de nuestros pueblos afectados por el terremoto con los donativos que enviéis al número de cuenta bancaria que publicamos a continuación!

¡Las políticas estatales matan, no los terremotos!
¡Abran las fronteras para solidarizarse con las víctimas del terremoto de Rojava!

ATIK
NG BANK N.V. AMSTERDAM
«Spende Erdbeben2023»
IBAN: NL08 INGB000 6068972 BIC / SWIFT: INGBNL2A

Nueva Juventud Democrática
Confederación de Trabajadores de Turquía en Europa
Nuevas Mujeres

Torino: NO al "Fondo Vita nascente". Giù le mani dal diritto d'aborto

Dalla stampa del 4.2.23

Torino, parte la campagna per «Vita nascente». Le femministe pronte alla protesta

Si preannuncia un fine settimana all'insegna delle polemiche sui diritti della donna quello appena iniziato. Da una parte, infatti, il collettivo femminista Non una di meno organizza a Torino una due giorni a di assemblea plenaria nazionale (sabato 4 e domenica 5 febbraio) per preparare la manifestazione dell'8 marzo e per definire un calendario di attività di promozione del pensiero femminista laico e, con esso, del libero diritto all'aborto. 

Dall'altra, invece, l'assessore piemontese al welfare Maurizio Marrone lancia, proprio oggi sabato 4 febbraio una campagna di affissioni che parte domani per promuovere il discusso fondo Vita Nascente regionale che assegnerebbe, anche attraverso il supporto di associazioni antiabortiste, una tantum di 4 mila euro a 400 donne che, inizialmente decise a interrompere la gravidanza, cambieranno idea a fronte del supporto economico.

«La donna che ha bisogno di aiuto potrà contattare l'email ufficiale vitanascente@regione.piemonte.it ed essere indirizzata agli enti pubblici e privati che si occupano di tutela della madre e del bambino - precisano, infatti, dall'assessorato - e hanno sede nel territorio della propria Asl di riferimento».

08/02/23

Appunti sparsi di compagne del Mfpr che hanno seguito in modalita' telematica l'assemblea nazionale di Nudm a Torino

Nel tavolo sull'aborto sono stati abbastanza vivaci gli interventi di denuncia, soprattutto contro l'attacco del governo alla 194 e sul riconoscimento del feto.  Questa battaglia va portata, è stato proposto, nelle manifestazioni locali.
Sulla violenza contro le donne si è proposto di fare scritte di memoria nei luoghi dei femminicidi, di organizzare reti composte da professionisti per il supporto alle donne vittime di stupri, molestie sessuali, di creare chat di quartiere per segnalare pericoli, di intervenire nelle scuole. E hanno lanciato lo slogan: Contro la violenza patriarcale sciopero - sciopero generale!
Sullo sciopero delle donne dell'8 marzo si è intervenuto sulla necessità di relazionarsi con i movimenti ecologisti, di sostenere le lotte degli studenti, e dei lavoratori, di fare assemblee sindacali, stabilire contatti con le lavoratrici per organizzare lo sciopero dell'8 marzo e per chi non può scioperare praticare la lentezza sul luogo di lavoroTrovare forme di diffusione più capillare del messaggio sciopero. Ripresa del piano femminista per aggiornarlo. Piazze tematiche carovita precarietà 
Andare oltre l'otto marzo con la lotta contro il governo
E' stata comunicata la proclamazione dello sciopero per tutti i settori, privati e pubblici fatta dallo Slai cobas definendola una buona notizia.
Creazione di un tavolo permanente sulla salute sessuale e riproduttiva, contro dibattiti teorici sulla vita del feto; abolizione obiezione dei medici; aumento delle settimane per abortire; mediatori culturali negli ospedali per le donne straniere, e fuori i catto/fascisti dai consultori che devono essere potenziati.
Sulla guerra è stato detto che deve essere uno dei temi centrali in questo 8 marzo, come una delle rappresentazioni più feroci del capitalismo. 
Collegamento possibile con il 25 febbraio dell'iniziatva dei portuali di Genova.
Prosecuzione tavolo permanente razzismo oltre l'8 marzo, questione documenti, violenza istituzionale e giuridica  
Sulla questione Cospito/41 bis si sono espresse in presenza altre compagne, in particolare  una compagna di climate social camp, Ma anche Dana NoTav ha parlato della questione Cospito/repressione 

Sono intervenuti quasi esclusivamente i nodi di Nudm, anche on line. 

L'INTERVENTO DEL MFPR 
che invita all'assemblea Donne/Lavoratrici telematica nazionale del 23 febbraio ore 17, per organizzare la mobilitazione delle lavoratrici per l'otto marzo
L'8 marzo vogliamo essere una importante trincea d’avanguardia, di opposizione unitaria, forte, visibile delle donne contro i padroni, il governo reazionario che abbiamo, clerico-fascista, con al suo interno personaggi dichiaratamente sessisti. Questo lo abbiamo gia' fatto il 26 novembre, ma l'8 marzo è sciopero! E con lo sciopero, a partire dai posti di lavoro, diciamo chiaro che si tratta di una lotta di classe, di uno scontro tra la barbarie di questo sistema sociale e il nostro bi/sogno che tutta la nostra vita deve cambiare. E in questo noi donne, che siamo doppiamente sfruttate, doppiamente oppresse, quando lottiamo abbiamo una marcia in più, perchè vogliamo non dei miseri e oggi sempre più impossibili miglioramenti ma vogliamo la rivoluzione!
Il governo della Meloni ha rialzato la nera bandiera di “Dio, patria, famiglia”... e figli, perchè le donne vanno "pesate" e possono ricevere delle elemosine solo in base al numero di figli che hanno e che fanno per il capitale e oggi per la guerra imperialista, e si prepara ad attaccare pesantemente l'aborto, che accompagna sempre la doppia oppressione e il moderno medioevo per le donne. Oggi questa nera bandiera è l'ideologia utile per imporre miseria, guerra, attacco al lavoro, con l'inevitabile aumento dei femminicidi.
Per questo questo 8 marzo, in questi sciopero delle donne dobbiamo dire chiaro per cosa lottiamo. Noi non vogliamo una "trasformazione radicale del sistema produttivo capitalista", noi vogliamo il suo rovesciamento! Non possiamo chiedere equita', transizione ecologica rispettosa dell'ambiente e delle nostre esistenze, equa distribuzione, ecc. ecc. a chi ogni giorno al massimo nei convegni, nelle assise fa "bla, bla, bla" (come dice Greta) e poi nei fatti ci toglie la vita.
Dobbiamo portare e lottare per una piattaforma che scaturisce dalle lotte stesse delle operaie, delle lavoratrici precarie, delle disoccupate, donne dei quartieri. Questa è la piattaforma che noi proponiamo anche in questa assemblea (nota)
Oggi le lavoratrici dicono che non ce la fanno più per il carico di lavoro, le pesanti condizioni sul lavoro e fuori dal lavoro, nelle case. E alcune stanno gia' trasformando questa grido in sciopero, lotta. Un esempio importante, anche per le altre lavoratrici, sono le operaie della Beretta, che organizzando loro direttamente una assemblea a fine ottobre, un'assemblea diversa, gestita direttamente dalle operaie, lanciano un messaggio di protagonismo, unita', non delega, verso le altre donne, lavoratrici.
E il 23 febbraio vi sara' una nuova assemblea, questa volta telematica, per organizzare sui posti di lavoro lo sciopero dell'8 marzo, a cui chiamiamo tutte ad esserci.
MFPR
Informiamo che lo Slai cobas per il sindacato di classe ha gia' indetto formalmente lo sciopero delle donne, aperto a tutti i lavoratori, dell'8 marzo. Questa indizione copre sindacalmente tutte le lavoratrici, anche iscritte ad altri sindacati o non iscritte.

Dalle lavoratrici Slai cobas sc alle lavoratrici del gruppo Iveco: uniamo le nostre lotte

Solidarieta' alle lavoratrici della Khuene+Nagel del gruppo Iveco

Noi lavoratrici Slai cobas per il sindacato di classe esprimiamo tutta la nostra solidarieta' per la lotta che state portando avanti contro licenziamenti, discriminazioni verso le lavoratrici, attacchi alle condizioni di lavoro.
Stiamo facendo girare a livello nazionale e in ogni nostra realta' lavorativa l'intervento fatto all'assemblea di Torino di Nudm.
Anche noi in alcune fabbriche, in particolare Beretta di Trezzo/Milano e Montello di Bergamo, cosi' come in altri posti di lavoro, appalto Acciaierie e pulizie asili a Taranto, lavoratrici cooperative sociali nelle scuole a Palermo, Poste a Milanio, ecc. stiamo lottando e spesso sulle stesse questioni che voi denunciate.
Come avete detto voi la solidarieta' è importante, come ancora più importante è l'unita' delle varie realta' in lotta, delle operaie, lavoratrici.
Per questo vi chiediamo di partecipare e portare la vostra lotta a due importanti appuntamenti nazionali:

il 23 febbraio facciamo l'assemblea nazionale come Donne/Lavoratrici, in forma telematica dalle ore 17. Questa assemblea, fatta all'insegna della parola d'ordine "lotta una lottano tutte" serve proprio per unire e rafforzare le nostre battaglie, per portare nell'8 marzo la marcia in più come donne proletarie, per cui è tutta la vita che deve cambiare (nei prossimi giorni vi inviamo il link).

il 18 febbraio a Roma c'è l'Assemblea proletaria anticapitalista in presenza presso lo spazio Metropoliz via Prenestina, 913 (dalle ore 10,30), sarebbe anche un'occasione per conoscerci.
Ad entrambe le assemblee saranno presenti le operaie della Beretta in lotta e delle altre situazioni.

Per ora un fortissimo saluto, vi siamo vicine
x Lavoratrici Slai cobas per il sindacato di classe
Donatella Palermo tel/WA 3408429376

Con questi carichi di lavoro da fare in pochissime ore non ce la facciamo più, e il salario non basta neanche per sopravvivere!

Avviato lo stato di agitazione, verso lo sciopero delle lavoratrici di pulizie e ausiliariato degli asili comunali. 
Rappresentanti delle lavoratrici ne parleranno nell'Assemblea proletaria anticapitalista nazionale a Roma del 18 febbraio e
nell'assemblea Donne/Lavoratrici telematica del 23 febbraio ore 17 (seguira' link).


07/02/23

Cecca condannata al carcere per aver appeso uno striscione di solidarietà

Da notav.info


Luglio 2013. Manifestazione notturna al cantiere Tav di Chiomonte. Marta, compagna pisana, viene fermata dalla polizia dopo una violenta carica. Pestata, insultata e molestata sessualmente dalle forze dell’ordine, viene pure denunciata.

Durante il primo interrogatorio di Marta, tenuto dagli ormai celebri pm con l’elemento Padalino e Rinaudo, il movimento No Tav organizza un presidio per non lasciare Marta da sola ad affrontare quel difficile momento. Un gruppo di compagne, donne, amiche decide di portare uno striscione che, oltre a solidarizzare con Marta, denuncia le violenze della polizia. “Se toccano una toccano tutte”. Un gesto di solidarietà femminista, contro la violenza maschile in divisa nei confronti di una compagna. Non fanno in tempo ad aprirlo per appenderlo fuori dal tribunale che la polizia carica, manganella e poi denuncia. In un processo farsa in cui le molestie subite da Marta vengono completamente rimosse così come le ragioni del presidio, le compagne vengono accusate di ogni sorta di reato. La Pm punta il dito sul “clima festoso” del presidio a indicare la pretestuosità della presenza del movimento. Per la Pm le donne presenti avrebbero dovuto vestirsi a lutto e piangere tutte le loro lacrime per dimostrare il loro dolore per la vittima? Una reazione determinata da parte di quelle donne è un fatto così inaccettabile e incomprensibile? Ancora, la Pm insiste con una testimone sul fatto che, non avendo subito lei stessa violenze sessuali, non avrebbe potuto capire e quindi solidarizzare con una donna che invece quelle violenze dice di averle subite. Queste sono solo alcune delle perle che si sono sentite durante il processo.

La sentenza? Condanna a 8 mesi per Cecca.

Dieci anni dopo quell’estate.
Veniamo a conoscenza della decisione del Tribunale di Sorveglianza di Torino: la giudice Elena Bonu decide di fare scontare la pena in carcere.
Purtroppo, per chi non ha la memoria corta, questa giudice la dobbiamo ricordare per essere la stessa ad aver scelto il carcere per Dana.
Nonostante il parere positivo della stessa Procura Generale di fronte alla richiesta di applicazione delle misure alternative al carcere il Tribunale di Sorveglianza decide, ancora una volta, di punire chi lotta.

Ci chiediamo poche cose, perché le risposte già le abbiamo.
La semplicità con cui la loro giustizia possa giocare con la vita delle persone, con chi fa parte del movimento No Tav, con chi lotta e con chi non ha posto in questo mondo è agghiacciante. Il fatto che possano farlo indisturbati, perché accettato in tutto e per tutto dall’apparato politico, istituzionale e giuridico è vergognoso.  

Da parte del Tribunale, della Procura e della Questura di Torino viviamo un attacco senza precedenti e probabilmente senza eguali in questo Paese ma, come sempre, resisteremo un metro, un minuto più di loro. Perché sappiamo di avere ragione.  

Cecca siamo e saremo sempre al tuo fianco!

06/02/23

Sosteniamo la lotta delle lavoratrici della IVECO contro i licenziamenti e la guerra e cerchiamo di collegare le lotte. Invitiamo tutte le compagne le donne proletarie a sostenerle.

Un appello urgente alla solidarietà dalle lavoratrici in sub appalto della Khuene+Nagel del gruppo Iveco, all'assemblea nazionale di NUDM a Torino


Intervento della rappresentante sindacale dei Si Cobas di Torino
Buon pomeriggio a tutte e a tutti. Sono la rappresentante sindacale dei Si Cobas di Torino e lavoro tramite una cooperativa in sub appalto della Khuene+Nagel del gruppo Iveco. 
Ascoltando tutto quello che è stato detto dagli altri tavoli, oltre a quello che ho sentito, ho partecipato, ho riflettuto su come in fabbrica tutti i giorni c'è un concentrato di tutte queste problematiche. Ho sentito parlare di violenza in tutte le sue sfumature: discriminazione, sfruttamento, precarietà, disoccupazione. Nel nostro reparto ogni turno è massacrante, oltre ai carichi di lavoro che rovinano la salute anche psicofisica, c'è anche l'oppressione dei capi, che dicono ai lavoratori, anche urlando a volte, di alzare i ritmi della produzione, usando anche parole insultanti per sottomettere la dignità delle persone con il ricatto di lettere di richiamo e licenziamento. Spesso un rimprovero verbale non ha alcun fondamento reale, ma serve creare un clima di schiavitù. Questa situazione la viviamo particolarmente molto male noi donne lavoratrici.
Un esempio sarebbe proprio quello di qualche settimana fa, quando i titolari hanno fatto delle assemblee e hanno separato praticamente il reparto maschile dal reparto femminile. Anche perché nella situazione in cui ci troviamo, con questa procedura di licenziamenti, verranno licenziate 15 donne, quelle con limitazioni, che, come ripeto, sono anche date dal lavoro duro che hanno/abbiamo svolto, ma anche da qualche malattia molto brutta, che magari hanno superato. I capi hanno questo tipo di atteggiamento anche per dividere i lavoratori, per trovare, in un modo o nell'altro, la strada di non farli unire e quindi scioperare. Comunque hanno fatto questa assemblea dicendo agli uomini “state tranquilli, per voi ci sarà il lavoro” e hanno escluso proprio le donne da questa situazione. Dopo qualche settimana hanno fatto un'altra assemblea, portandoci anche la CGIL e la CISL, comunque non preoccupandosi nemmeno che la maggioranza dei tesserati è del Si cobas, per convincere le lavoratrici ad accettare il compromesso delle buone uscite e abbandonare la lotta per il posto di lavoro nel nuovo polo logistico di San Mauro, che portiamo avanti da 6 mesi. Anche per queste ragioni abbiamo fatto scioperi, tra cui l'ultimo del 26 gennaio, con un presidio di lotta ai cancelli di Iveco, con tutti i nostri colleghi uomini che ci hanno comunque supportato e sono solidali.
Iveco è una grande industria del capitale finanziario, ma è anche una fabbrica che produce autocarri, mezzi blindati. Purtroppo ci troviamo in guerra e noi nella fabbrica abbiamo anche dei lavoratori che provengono proprio da questi paesi della Russia, Ucraina e i paesi dell'est. Noi stiamo con i lavoratori e lavoratrici di tutto il mondo, con le popolazioni dell'Ucraina e Russia. Siamo anche con le donne contrarie alla guerra, le donne, le mamme, le sorelle dei soldati ucraini. Anche per queste ragioni di solidarietà facciamo lo sciopero, non solo per le rivendicazioni economiche su tutto, la difesa del posto di lavoro, del salario, della dignità come persone, del reddito di cittadinanza, del diritto alla casa. 
Abbiamo bisogno della vostra solidarietà, organizziamoci insieme per l'8 marzo! Perché sarà una grande giornata di lotta anche nelle fabbriche, preparando delle assemblee con le lavoratrici e i lavoratori per fare uscire fuori le dure condizioni di lavoro e di vita e capire come opporsi per ottenere dei risultati concreti, con quali pratiche di lotta, a partire dallo sciopero; anche quello dell’8 marzo.
Noi lavoratrici ci siamo e aspettiamo anche una vostra mano, perché la vertenza di Iveco è un punto cruciale.
In questo martedì, 7 febbraio, 15 lavoratrici verranno licenziate. Alcune lavoratrici a rischio licenziamento sono lavoratrici mono genitore con figli minori a carico, rischiando di finire in mezzo alla strada con i loro bambini, per l'aumento dei prezzi, soprattutto della casa e spesa.
Per tutte queste ragioni c'è una grande necessità di agire adesso, subito, con un'azione forte, non solo sindacale ma politica, in tante persone che lottano contro questo Stato di cose per cambiarlo; il posto di lavoro deve essere garantito a tutte e tutti, rivendichiamo la nostra dignità. Noi ci stiamo, organizziamoci insieme, vi aspettiamo.
Lotta dura senza paura!