05/02/19

Bergamo, un ennesimo femminicidio annunciato



Questo sistema borghese non può mai difendere le donne, ma, ora più di prima, è il terreno ideale in cui crescono, vengono alimentate ideologie, comportamenti maschilisti, fascisti, di "proprietà privata" verso le donne. 
Che differenza c'è tra un maschio che uccide la moglie perchè ha una concezione marcia delle donne che non possono decidere della propria vita e un senatore Pillon che dice a Roma che se loro "mettono al centro la famiglia per le donne è finita"? 

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L'avvocato del Centro Aiuto Donna di Bergamo: "Marisa era in pericolo. Denunciò l’ex marito il 28 gennaio. La situazione di rischio in cui si trovava Marisa era sotto gli occhi di tutti": l’ex marito teneva sempre in tasca un taser (il dispositivo che dà scariche elettriche) e un lungo coltello svizzero. Glieli aveva mostrati, dicendole “Mi basta un attimo per usarli contro di te”, e sotto la minaccia di quelle armi l’aveva costretta a un rapporto sessuale».
«Marisa quando è venuta al Centro (in via San Lazzaro a Bergamo ndr) aveva già affrontato una lunga serie di maltrattamenti. Da subito, dopo il matrimonio in Tunisia, il marito aveva rivelato la sua indole violenta». 
«Marisa è venuta al Centro Aiuto Donna circa dieci giorni fa, sostenuta da mamma e sorella; quando ci ha raccontato cosa le stava accadendo non abbiamo perso un minuto: i segnali del pericolo serissimo che stava correndo c’erano tutti. Ho steso la denuncia contro il marito il 25 gennaio, lei l’ha firmata il 28. Abbiamo agito con la massima rapidità, per mettere al sicuro Marisa. Non è bastato».

MFPR

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