Da un articolo di Geraldina Colotti - sullo speciale del Manifesto: Il corpo del delitto)
"Una storica sentenza della Corte Interamericana dei Diritti Umani...
già nel 1976, quando il termine "femminicidio" viene definito una prima
volta dal primo Tribunale internazionale per i crimini contro la donna,
lo si qualifica come "L'assassinio di donne realizzato da uomini e
motivato dall'odio, dal disprezzo, dal piacere o dal sentimento di
proprietà..."
Quindi, "Un delitto ideologico", strettamente connesso con i valori sociali e gli stereotipi di genere...".
Nell'opuscolo del MFPR "Uccisioni delle donne, oggi" - che invitiamo a
richiedere e a leggere, per la sua pregnanza nella battaglia odierna del
movimento delle donne - si approfondisce il perchè dei femminicidi e
soprattutto del perchè essi sono strutturali all'odierno moderno
fascismo verso cui marcia il sistema del capitale.
A questa guerra sistemica di bassa intensità contro le donne, a questo
odio che è soprattutto di reazione alla ribellione, volontà di rottura
di legami, di indipendenza dall'uomo e dalla famiglia delle donne (i
femminicidi avvengono non quando le donne si sottomettono
all'oppressione maschile - non si rompe il giocattolo, la "cosa" che fa
sfogare le tue voglie - ma avvengono quando le donne vogliono sottrarsi a
questa sottomissione), non si può rispondere con il riformismo
(rafforziamo i centro antiviolenza, ecc.), o con gli appelli a un'azione
di educazione, che in alcune pseudo intellettuali diventa psicanalismo
(che ha un effetto di fatto giustificazionista),
MA SI DEVE RISPONDERE CON LA RIVOLUZIONE, COL ROVESCIAMENTO DI TUTTO
QUESTO SISTEMA SOCIALE IDEOLOGICO, ECONOMICO, POLITICO, FAMILIARE,
CULTURALE, E DEI SUOI UOMINI COME DELLE SUE DONNE BORGHESI
DALL'OPUSCOLO DEL MFPR
"Noi odiamo gli “uomini che odiano le donne”.
Queste parole le abbiamo prese dal romanzo di Stieg Larsson, che ha alcuni aspetti emblematici:
E’
ambientato in Svezia, una società in cui le donne hanno fatto delle
conquiste, si sono emancipate e però lì, guarda caso, negli ultimi 2-3
anni sono usciti molti scrittori e scrittrici di gialli ambientati in
Svezia, molti dei quali hanno al centro le donne: le donne violentate,
le donne uccise ecc. (nella realtà
e
non solo nei romanzi). Sono dei libri che parlano di uccisioni moderne,
di uccisioni che avvengono nelle società capitaliste più avanzate, non
quelle più arretrate e che per questo smentiscono che le violenze oggi
siano il frutto solo di una realtà sociale arretrata; che mostrano il
marciume di un
imperialismo arrivato alla frutta, che non può portare a nulla di progressivo, ma solo a un moderno medioevo.
La
protagonista del romanzo, Lisbeth Salander, è una ribelle ad ogni
tentativo di “normalizzazione”/considerata diversa per eccellenza, ha
tentato di uccidere il padre
quand’era
ragazzina perché violentava la madre, ecc. Lisbeth è ribelle a ogni
regola e questa ribellione è insopportabile per gli altri, soprattutto
per gli uomini che la devono “domare”, fino a violentarla e tentare di
ucciderla.
Ma chi sono questi uomini? Sono grandi manager di industria, fascisti, nazisti, che odiano le donne.
Lisbeth
a un certo punto, a fronte dell’altro protagonista del libro, un
giornalista che tenta anche di giustificare il violentatore/ assassino,
facendo un’analisi psicologica, esclama: “cazzate, questo odia le
donne!”. “Cazzate!”, appunto, perchè dobbiamo respingere le
interpretazioni/giustificazioni che spesso vengono fatte dopo uccisioni
perchè servono solo a mettere un cappello sopra; diverso è raccogliere
alcune di queste interpretazioni ma per mostrarne il loro carattere
assolutamente sociale, comune a migliaia di uomini e spiegabili solo con
un’analisi sociale, di classe e di genere.
Questo romanzo, indipendentemente anche dalla volontà dello scrittore, aiuta a capire
quello che stiamo dicendo.
Oggi effettivamente c’è una sorta di “odio” verso le donne, come verso
gli immigrati, verso gli omosessuali ecc. Questo odio tout court verso
le donne, in quanto donne che pensano, che agiscono, che decidono, è
fascista. Questo odio fa alzare il tiro, mette in moto la violenza.
“Gli
uomini che odiano le donne” esprime l’immagine del sistema capitalista,
nella sua fase di crisi, di putrefazione imperialista, di un sistema
che non ha più nulla di costruttivo, ma è solo distruzione.
E proprio per questo deve essere distrutto. E LE DONNE HANNO DOPPIE RAGIONI PER FARLO!"
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