Studentessa di antropologia a Venezia viene condannata a "concorso morale" per aver riportato nella sua tesi la lotta No-Tav, come esperienza propria in una manifestazione.
Oltre l'innegabile complicità con i governi più palesemente fascisti e liberticidi come quello turco ed egiziano, il governo italiano avanza sempre più verso il moderno fascismo e alza il tiro con la repressione anche sul fronte interno. Infatti ormai basta riportare anche solo in una tesi di laurea una lotta sociale dove si era presente, come quella della No-Tav, che si viene immediatamente condannati. Possiamo dire in fin dei conti che le differenze tra il vecchio regime fascista e quello moderno che avanza si assottigliano sempre di più, per arrestare tutte le lotte sociali.
Articolo riportato da La Nuova
Racconta gli scontri dei No Tav per la tesi. Condannata
Una studentessa di Ca' Foscari
preparava lo studio di laurea in Antropologia per conto dell'Università
sulle proteste no global. Per la Procura si tratta di "concorso morale"
di Francesco Furlan
VENEZIA. Per avere presenziato a una delle dimostrazioni dei No Tav in
Val di Susa culminata in momenti di tensione, una studentessa di
antropologia, impegnata a scrivere una tesi di laurea sul movimento, per
l’università Ca’ Foscari, è stata condannata ier in tribunale a Torino a
due mesi di reclusione con la condizionale. La ragazza è stata
dichiarata colpevole di "concorso morale" in alcuni dei vari reati
contestati dalla procura agli attivisti.
Gli scontri. La manifestazione risale all’estate del 2013 a
Salbertrand (Torino), e cominciò come un volantinaggio, poi si concentrò
contro la sede dell'Itinera, una ditta che forniva materiali per il
cantiere del Tav, con il blocco di un camion e l’ingresso nel recinto,
con alcuni episodi di imbrattamento con scritte del tipo “No Tav” e
“Basta devastazioni”. Dopo quei fatti la procura torinese ha indagato
una quindicina di ragazzi minorenni e una trentina di maggiorenni, trai
quali la cafoscarina e un’altra ricercatrice.
Ca' Foscari. Per entrambe l’avvocato Valentina Colletta ha
chiesto il rito abbreviato, convinta di poterle fare uscire dal
processo. Per dimostrare infatti che la studentessa veneziana era lì per
motivi di studio, ha presentato la sua tesi di laurea sui movimenti e
un documento dell’’università Ca’ Foscari la quale affermava che la tesi
prevedeva anche una parte di ricerca sul campo, e che la ragazza era in
Val di Susa proprio per quel motivo. Tuttavia il pm Antonio Rinaudo ha
affermato che la studentessa non si limitò ad osservare da semplice
spettatrice, tanto vero che nella tesi racconta i fatti in prima persona
plurale.
La condanna. Quello che per la difesa era un "espediente
narrativo" era invece, per l'accusa, la prova del "contributo" alla
dimostrazione. Per le stesse circostanze era imputata una ricercatrice
di sociologia all'Università di Calabria (oggi supplente in un istituto
tecnico a Torino) che però è stata assolta. «L’uso del noi nella tesi
rappresentava una scelta stilistica», spiega l’avvocato Colletta,
«quindi è assurdo che la ragazza sia stata condannata sulla base di
questa osservazione. Anche perché i filmati dimostrano che entrambe le
ricercatrici hanno sempre avuto un atteggiamento defilato rispetto alla
manifestazione». Per la studentessa veneziana il pm aveva chiesto 9
anni. Dopo la laurea a Ca’ Foscari la ragazza ora si trova in
Inghilterra.
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