15/01/16

Dalle compagne tedesche "Non lasciamoci dividere! Combattiamo il patriarcato e lo sciovinismo imperialista!"

Pubblichiamo un volantino delle compagne della Germania che si rifanno al "femminismo proletario" sui fatti di Colonia. 
Se le donne vengono attaccate, ciò si deve denunciare e combattere, ma non permetteremo che i fatti di Colonia, tramite l’aiuto del femminismo borghese vengano usati per aggravare la divisione tra rifugiati e migranti, e a sua volta tra lavoratori stranieri, e lavoratori tedeschi, e legittimare espulsioni, maggiore sorveglianza, e l'intervento militare in Mali.
Che cosa è successo allora?
Secondo i rapporti dei media borghesi erano già presenti, davanti la stazione centrale di Colonia, forze di polizia di rincalzo, ciononostante non è stato impedito che le donne venissero molestate in massa. Molte donne che si sono rivolte alla polizia, sperando di essere aiutate, riferiscono di essere state respinte per vari motivi. Inoltre, qualcuno si è aggrappato perfino ai pantaloni di una funzionaria pubblica. Cioè, la polizia, che era massicciamente presente sapeva quello che stava succedendo e non
ha fatto nulla per impedirlo. Ha lasciato che accadesse un enorme "scandalo". I resoconti arrivano solo dopo giorni dai fatti, conditi con le dichiarazioni di rabbia e di paura da parte dei cittadini e una richiesta di chiarimenti e punizioni. Le notizie del fatto che presumibilmente lo stesso era successo ad Amburgo e Stoccarda, sono apparse solo dopo che i media già traboccavano di resoconti sugli eventi di Colonia.
Non possiamo supporre che i rifugiati in generale siano vittime innocenti, certamente ci sono tra loro criminali e straccioni. Allo stesso modo, non si può escludere che tra gli europei emigrati in America non ci fossero criminali.
Inoltre, dobbiamo dire che nei paesi semi-feudali e semi-coloniali in cui si sviluppa un capitalismo burocratico, il patriarcato, l'oppressione delle donne sono molto più marcati. Ciò significa che l'istruzione, la cultura crea l'immagine della donna, che dice che lei è una prostituta, se non indossa il velo o veste liberamente. Cosa succede allora quando uomini che provengono da tali paesi incontrano donne che dalla loro educazione sociale hanno imparato che quanto meno sei vestita, tanto più il tuo valore nel mercato sale, cioè nella capacità competitiva dell’essere sexy? Questo può solo portare a uno scontro. Queste immagini di donne, per quanto diverse possano essere, sono entrambe espressioni del patriarcato.

Ora, le dichiarazioni circa i cosiddetti autori sono molto diverse, ma soprattutto si è parlato da uomini che dall’aspetto arrivano dalla regione del Nord Africa. D'altra parte si può trovare sul quotidiano Die Zeit del 5 gennaio la seguente dichiarazione: "Nel fine settimana dopo i fatti, un corrispondente dello Stadt Anzeiger di Colonia, riporta che molti dei sospetti erano noti alla polizia e si conoscono tra loro. "Gli indizi fino ad ora vanno chiaramente nella direzione di malfattori recidivi noti alla polizia, che con i rifugiati non hanno nulla a che fare," ha detto. ". Che si trattasse ora di straccioni, che hanno istigato i profughi o se questa situazione si è creata in modo diverso, rimane una questione aperta.
Ciò che ci interessa molto di più è il ruolo svolto dallo Stato e dal patriarcato. Lo Stato sta a guardare fino a quando la situazione si complica e poi utilizza ciò per far apparire tutti i rifugiati come criminali e stupratori. Ad Amburgo sulla Reeperbahn, a Colonia durante il Carnevale, e a Monaco alla Oktoberfest le violenze e le molestie sessuali non sono una novità, ma improvvisamente si fa un grande clamore e le donne sono chiamate a fare denunce. Cioè, se gli uomini tedeschi, bianchi, o uomini con un retroterra religioso cristiano picchiano le loro mogli o le violentano, non è il caso né di parlarne né di atti burocratici che meritano una segnalazione. Ma quando gli uomini fanno queste cose, che sembrano altro, poi per giorni le si segnala, e ci sono avvertimenti per le donne, che dicono che è meglio non stare in luoghi pubblici. Si sostiene che questi uomini si devono espellere senza pietà, e si devono introdurre controlli più severi e maggiore sorveglianza. Questo è sciovinismo.
Che ora presentano la cosa come se la violenza contro le donne venisse solo dagli stranieri, è falso. Il patriarcato esiste ovunque nel mondo, anche nei paesi imperialisti come la Germania. E come espressione del patriarcato la violenza contro le donne anche qui è quotidiana. Anche questo deve essere denunciato e combattuto, ma non può accadere nel modo come lo fanno le femministe borghesi. Esse prendono il problema esistente e lo utilizzano per dividere le donne e dividere la nostra classe. Perché agiscono nell’interesse della borghesia e dicono grazie a Reker per i suoi assurdi suggerimenti alle donne e invitano la Merkel ad intervenire.
Mentre i media borghesi sono pieni di resoconti dei cosiddetti "attacchi sessuali", viene deciso il 6 gennaio al Bundestag segretamente un altro intervento militare in Mali e l'espansione dell’intervento in Iraq. "Il governo federale aumenterà il numero di soldati dell’Esercito federale in Mali e significativamente in Iraq. Il Consiglio dei Ministri ha deciso mercoledì (06/01/2016), l’invio di un totale di 550 soldati supplementari in Mali e in Iraq. [...] Per il rafforzamento in Iraq secondo la volontà del governo il mandato oltre confine prevede dai 100 ai 150 soldati. L’esercito federale addestra soldati curdi nella città di Erbil a partire dalla fine del 2014, che lottano contro la milizia terroristica dello Stato islamico (IS). Le unità di peshmerga dovrebbero anche continuare a ricevere armi dalla Germania."
Come femministe proletarie non possiamo permettere che questi incidenti siano usati, con l’aiuto del femminismo borghese, per dividere noi donne e la nostra classe. Che vengano utilizzati per diffondere in maniera ancora più offensiva lo sciovinismo imperialista e l’attacco contro le donne per le pretese dei fascisti!
Ecco perché il nostro slogan è, in questo caso:
Combattere il patriarcato e lo sciovinismo imperialista!

Scritto da CHSC
09. gennaio 2016

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