Organizziamoci - prepariamo un nuovo sciopero delle donne, operaie e lavoratrici più sfruttate e oppresse - le donne sfruttate vanno organizzate - Mfpr Puglia - info mfpr.naz@gmail.com
“Ciò che rende
insopportabile il lavoro nei campi non è solo il caldo – così
scrivono le braccianti – ma i vapori degli antiparassitari che
siamo costretti a respirare per intere giornate. Spesso fanno
i trattamenti la sera prima, il giorno dopo, quando lavoriamo
l’aria è irrespirabile, l’odore acre dei veleni ci entra nelle
narici e nella gola, impregna i vestiti e non se va neanche
dopo una doccia. Non c’è, però, solo ‘uva da tavola', ogni
coltura ha i suoi veleni, per buona parte dell’anno siamo
costrette a respirare e assumere questi odori, con quali
conseguenze sulla nostra salute non lo sappiamo. La cosa
peggiore è quando i trattamenti sulle colture sono eseguiti
subito prima della raccolta, senza alcun rispetto dei tempi di
carenza, e finiscono, così sulle tavole di tutti, perché ciò
che raccogliamo va anche alla grande distribuzione. La gente
non ha idea di ciò che mangia”
Quest'estate in Puglia ci sono
stati 5 braccianti morti (italiani e immigrati), tra cui una
donna, Paola Clemente.
Noi compagne del Mfpr di Taranto ci stiamo occupando del
lavoro delle braccianti nella nostra zona, abbiamo cominciato
ad avviare un'inchiesta diretta per poi fare anche delle
iniziative con loro.
Questa attività è interna anche al lavoro per un secondo sciopero delle donne a livello nazionale, che unisca la lotta contro lo sfruttamento e l'oppressione nei suoi vari aspetti, compreso chiaramente quello sessuale - che tra le braccianti è spesso connesso alle condizioni schiavistiche di lavoro.
Dello sciopero delle donne vogliamo che siano principali protagoniste le operaie e le lavoratrici più sfruttate: appunto le braccianti, le immigrate, ecc.
L'indizione di questo sciopero pensiamo debba essere frutto della combinazione della condizione sempre peggiore delle donne lavoratrici, che rende necessario un grido di ribellione, di lotta unitaria, dal basso/autorganizzata che dia coraggio, forza ad una battaglia chiaramente difficile, per le varie forme di oppressione/ricatto/paure/ineluttabilità del sacrificio per la famiglia, ecc., che accompagnano la condizione delle donne; e di un lavoro/legame con le realtà lavorative concrete delle lavoratrici.
In questo senso preferiamo la "strada" ad internet - e nelle nostre realtà cerchiamo di farlo. E sicuramente non pensiamo che lo sciopero delle donne si costruisce solo in internet.
Facciamo appello alle lavoratrici, alle compagne, alle delegate sindacali a lavorare insieme per un questo nuovo sciopero delle donne, da realizzarsi possibilmente entro l'anno.
Scambiamoci notizie sulle realtà di lavoratrici, soprattutto operaie di fabbrica, lavoratrici precarie, braccianti, immigrate, e, lì dove c'è, sul lavoro diretto, come per esempio è stato fatto a Foggia quest'estate dalle compagne della Rete Campagne in Lotta.
Vogliamo riallacciare i contatti con le fabbriche delle operaie di Bergamo, Bologna, con le delegate della Rete 28 aprile - oggi "Il sindacato è un'altra cosa", che nel 2013 fecero lo sciopero delle donne. Noi da parte nostra in autunno riprenderemo l'intervento tra le operaie della Fca Sata di Melfi.
Questa attività è interna anche al lavoro per un secondo sciopero delle donne a livello nazionale, che unisca la lotta contro lo sfruttamento e l'oppressione nei suoi vari aspetti, compreso chiaramente quello sessuale - che tra le braccianti è spesso connesso alle condizioni schiavistiche di lavoro.
Dello sciopero delle donne vogliamo che siano principali protagoniste le operaie e le lavoratrici più sfruttate: appunto le braccianti, le immigrate, ecc.
L'indizione di questo sciopero pensiamo debba essere frutto della combinazione della condizione sempre peggiore delle donne lavoratrici, che rende necessario un grido di ribellione, di lotta unitaria, dal basso/autorganizzata che dia coraggio, forza ad una battaglia chiaramente difficile, per le varie forme di oppressione/ricatto/paure/ineluttabilità del sacrificio per la famiglia, ecc., che accompagnano la condizione delle donne; e di un lavoro/legame con le realtà lavorative concrete delle lavoratrici.
In questo senso preferiamo la "strada" ad internet - e nelle nostre realtà cerchiamo di farlo. E sicuramente non pensiamo che lo sciopero delle donne si costruisce solo in internet.
Facciamo appello alle lavoratrici, alle compagne, alle delegate sindacali a lavorare insieme per un questo nuovo sciopero delle donne, da realizzarsi possibilmente entro l'anno.
Scambiamoci notizie sulle realtà di lavoratrici, soprattutto operaie di fabbrica, lavoratrici precarie, braccianti, immigrate, e, lì dove c'è, sul lavoro diretto, come per esempio è stato fatto a Foggia quest'estate dalle compagne della Rete Campagne in Lotta.
Vogliamo riallacciare i contatti con le fabbriche delle operaie di Bergamo, Bologna, con le delegate della Rete 28 aprile - oggi "Il sindacato è un'altra cosa", che nel 2013 fecero lo sciopero delle donne. Noi da parte nostra in autunno riprenderemo l'intervento tra le operaie della Fca Sata di Melfi.
Un forte saluto a tutte
Le lavoratrici, disoccupate del MFPR di Taranto
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