Bologna, via indipendenza, 25 novembre, ore 18: un po' alla volta siamo arrivate con le nostre tuniche, gli striscioni, i palloncini, le lattine legate fra di loro, il sound sistem, il generatore, i tamburi, tanti piccoli strumenti percussivi e il microfono. Ci abbiamo messo un po' di tempo per capire come posizionarci rispetto al traffico di autobus e motorini sfreccianti, poi abbiamo iniziato a far rumore con la musica. Appena si è avvicinato un po' di pubblico abbiamo preso posizione, eravamo tutte molto concentrate. Una compagna ha iniziato a leggere il testo e le/i passanti si fermavano. Allo scoppio del primo palloncino una compagna si è messa in posizione chinata, e così di seguito tutte quante mentre continuava la lettura delle diverse situazioni di femminicidio. Subito dopo aver letto l’ultima frase “ i panni sporchi non si lavano in casa, soprattutto se sono sporchi di sangue” partono le compagne con lo striscione “ stop femminicidio” urlando diversi slogan: “ guai guai a chi ci tocca, ci difenderemo con la lotta”, “la notte ci piace vogliamo uscire in pace, ci piace pure il giorno levatevi di torno”, “per ogni donna stuprata e offesa siamo tutte parte lesa e facciamo tutte autodifesa”, ”l’integralismo non è lontano, in italia abbiamo il vaticano”. Poi le donne chinate, inseme alle altre, si uniscono al piccolo corteo che attraversa via indipendenza, irrompe fra i banchetti di natale in piazza Nettuno, fa il giro completo di piazza Maggiore e ritorna al punto di partenza dove rifacciamo la performance una seconda volta. Non sappiamo valutare quanto nel vissuto quotidiano questo presidio performativo potrà incidere realmente, ma sappiamo che sicuramente per almeno due ore a Bologna abbiamo spezzato il silenzio sul femminicidio in tutte le sue forme e sappiamo che bisogna continuare a gridare, urlare forte e denunciare la violenza maschile.
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