Lo aveva promesso a Stefania Fantauzzi, la dipendente della Fiat di Termoli che ha scritto al manager Sergio Marchionne invocando un orario di lavoro che le permettese di fare la madre.
Barbara Pettine rappresentante della segreteria nazionale della Fiom-Cgil ha costituito martedi a Termoli il Coordinamento delle donne della Fiom, il sindacato dei metalmeccanici della Cgil.
«L'obiettivo è ottenere l'umanizzazione del lavoro e il riconoscimento alle mamme lavoratrici del diritto di allevare i figli», ha detto la sindacalista arrivata, martedì scorso, a Termoli dove, come preannunciato dal Centro, ha dato vita al Coordinamento donne Fiom.
Le iscritte sono già numerose.
Insieme ai rappresentanti della Fiom-Molise, Barbara Pettine ha tenuto un assemblea nella fabbrica di contrada Rivolta Del Re.
Al centro dell'incontro c'era la decisione della Fiat di non applicare il contratto collettivo dei metalmeccanici, il taglio delle pause, il non riconoscimento delle malattie, la mensa negata alle donne che allattano, ma soprattutto i turni di lavoro per le «tute rosa».
Ieri nella fabbrica di contrada Rivolta del Re si è tenuta una riunione delle operaie iscritte alla Fiom-Cgil.
Altri incontri sono previsti per domani.
«Il coordinamento è aperto a tutti: alle altre sigle sindacali e a chiunque volesse farne parte.
E' importante sostenere tutte insieme l'umanizzazione del lavoro che va in controdentenza con la filosofia Fiat», ha detto Barbara Pettine.
A parere della Fiom, la direzione aziendale dello stabilimento Fiat Powertrain di Termoli, nel 2010, ha assunto posizioni troppo rigide riguardo l'organizzazione del lavoro e sulla flessibilità degli orari.
Una linea che la segretaria nazionale stigmatizza.
La Pettine è decisa, anche per questo, a dare al più presto al nuovo movimento rosa una forte identità.
«La lettera scritta da Stefania Fantauzzi a Sergio Marchionne è emblematica», scrive in una nota la sindacalista della Fiom.
«Esprime l'insopportabilità di un lavoro in fabbrica che annienta l'umanità delle persone.
Una fabbrica sorda che spinge verso la disperazione chi ha problemi gravi e si vede negata qualsiasi soluzione per rendere compatibile il proprio lavoro con l'esigenza di allevare i propri figli».
«E non ci fermeremo qui», aggiunge.
«Nel mese di gennaio insieme alle lavoratrici di altri stabilimenti cercheremo di formare un raggruppamento nazionale delle donne del gruppo Fiat.
L'obiettivo è poter gestire lavoro e genitorialità.
I tempi cambiano.
Le generazioni modificano le proprie abitudini.
Molti nonni lavorano.
Le mamme lavoratrici hanno diritto a lavorare in orari che consentano loro di occuparsi dei figli».
Barbara Pettine dovrebbe tornare a Termoli martedì prossimo.
Intanto, Stefania Fantauzzi continua a fare il primo turno di lavoro dalle 6 alle 14.
La lavoratrice, originaria di Sulmona, trascorrerà i giorni che precedono il Natale lontano dai tre figli.
I bambini sono a Sulmona a casa dei nonni materni.
«Mi mancano, ma il lavoro come ho già detto è l'unico strumento che ho per permettere ai miei figli un futuro dignitoso», dice l'operaia.
Certo non posso entrare in fabbrica alle 6 e lasciare i miei figli (due dei quali molto piccoli) da soli.
Continuo a sperare che il nuovo anno mi porti un cambio di turno»